14.

30 0 0
                                    


-Emma ti dico che l'ho baciato!- sentii dei mormorii nella stanza affianco alla mia -il mio piano non è andato a monte ma lui... ti dico che mi ha allontanata scusandosi... io lo bacio e lui si scusa... se Marie non torna io ci riprovo... devo solo mandare via la strega, gli sta sempre vicino e non è mai solo... o quasi, devo agire Emma devo agire... è l'uomo più ricco del pianeta, potrebbe cambiarmi la vita- la sentii dire, la mia dolce Erika in realtà non era che un'aprofittatrice, ma questa me l'avrebbe pagata cara eccome se me l'avrebbe pagata!

-Mamma!- "merda".

-Amore... ehm, Jerry tesoro... che c'è non ti senti bene?- domandai presa dalla ricerca del mio portatile mentre Jeremy uscì dalla stanza di Erika sorridente.

-No, non è questo- disse nervoso -devo raccontarti di ieri mamma- puntò i piedi come se quello che avesse da raccontare fosse di basilare importanza.

-Ehm dopo cucciolo ora la mamma deve lavorare- gli accarezzai la testa uscendo frettolosamente, mi aggiustai le pieghe del vestito e bussai alla porta.

-Avanti- avevo miracolosamente azzeccato la stanza, entrai nello studio di Michael senza guardarmi troppo intorno, prima di entrare avevo cercato me stessa nel profondo del mio cuore, dovevo vedere Michael come la mia preda, dovevo vederlo come una fonte di guadagno e prestigio per il mio futuro. Mi concentrai sulle domande che volevo porgli, su ciò che pensavo mi avrebbe portata a scoprire qualcosa di scabroso sul suo passato, Michael era seduto su una poltrona larga e sorrideva osservando da una finestra il paesaggio davanti a sè -siediti-

-Ok...- mi sedetti nella poltrona davanti alla sua ed appoggiai il computer, "Intervista a Black parte 1" -ok, prima di tutto inizierò l'articolo con una presentazione, dove racconterò i miei primi giorni a Wanderlast, l'impressione che tu e questo posto mi avete dato e...-

-Posso saperla anch'io?- spalancai gli occhi.

-Posso saperla anch'io?- spalancai gli occhi.

-Che cosa?- domandai scioccamente.

-Che impressione ti ho dato. Sono estremamente curioso- cercai di rimanere impassibile davanti alla sua richiesta, mi sorrise dolcemente mordendosi il labbro inferiore.

-Ehm... non l'ho ancora scritto quindi preferirei passare oltre- dovevo sviare il suo sguardo, dovevo deviare l'argomento.

-Ok, allora inizia pure-

__________

Come prima intervista non andò male, sapevo che Michael non si sentiva a proprio agio nel rilasciare interviste, lo percepii chiaramente dal suo modo di porsi, nel tentativo di difendersi da alcune domande ed era un punto di forza per me, in più mi raccontò molti riferimenti sulla sua vita privata cui Carter sarebbe stato felice di sapere.

Quella sera lo chiamai appunto per raccontargli come stava procedendo il mio lavoro, erano passate due settimane e tutto procedeva, lentamente, ma procedeva.

-Il pesce ha abboccato all'amo?- domandò Carter, mi morsi il labbro eccitata.

-Sì, ha abboccato alla grande, non dico che si fida di me ma penso che riuscirò a trarre vantaggio dal suo modo di porsi nei miei confronti e credo che il risultato finale sarà ottimo-

-Devi darmi delle informazioni. Dimmi quali sono i fatti più scottanti Linds, sai che sono curioso...-

-o... ok. Te ne dirò solo una- sentii il mio cuore sprofondare nel gelo più totale, mi sentivo male solo nell'ascoltare Michael confessarmi certe rivelazioni figurarsi spifferarle in giro. Sospirai -sai bene che B. veniva sfruttato per lavorare sin da bambino?-

-Sì... lo sa tutto il mondo... è scritto anche nella sua biografia- rispose spazientito.

-Bene... ho dedotto dalle sue parole che c'è dell'altro- trattenni il fiato -qualcosa di scioccante, non so, magari suo padre lo ha picchiato o molestato... c'è qualcosa di grosso e lo scoprirò-

-Oh... questa sì che è una bella notizia tesoro! Potremmo scrivere che è stato abusato dal padre o da qualche manager per arrivare ad avere visibilità-

-A... abusato? Aspetta non ne ho la conferma pensaci bene... le mie sono solo supposizioni, potremmo rovinare la vita di altre persone. Devo verificare se è vero o se l'ho solo dedotto dal suo comportamento-

-Non voglio pensarci stupida, è così che si diventa giornalisti! Secondo te alle ragazzine interessa sapere la tua stupida e scontata rivelazione o preferisce leggere notizie pompate?- non risposi -Lindsay ci sei? Sei in linea?- misi una mano davanti agli occhi stropicciandoli nervosamente, era così? Alle lettrici interessavano parti scabrose della vita dei loro idoli, probabilmente false e pompate? Per la prima volta mi trovai nel mondo degli scoop senza realmente sapere come funzionasse, senza sapere come comportarmi, non mi era mai capitato di mentire per avere l'attenzione di mio padre, non mi era mai capitato di rivelare un qualcosa che non si avvicinava neanche lontanamente alla realtà dei fatti. Ero molto rigida quando si parlava di giornalismo e di rivelare la verità, non ero una di quei giornalisti che pur di avere lettori si inventavano storie assurde, e solo lì mi resi conto che probabilmente avrei dovuto diventarlo se non avessi voluto perdere il lavoro e avevo bisogno si fidasse di me per rimanere il più a lungo al ranch.

-Sì... hai ragione C... ma ora devo andare, è il suo compleanno e festeggiano tutti insieme ed ha voluto anche Jeremy con sé, devo rientrare-

-Inizia a scrivere una bozza, potrebbe essere la rivelazione che si ricollega alle accuse a lui sporte - mi sentii morire dentro, entrai in casa e lo vidi con la propria famiglia ridere e scherzare ignaro del fatto che gli avrei rovinato la vita.

Conobbi i suoi fratelli e le sue sorelle, erano in cinque in famiglia, sua madre era una donna straordinariamente amorevole, appena mi vide mi abbracciò definendomi "una benedizione per Michael, fiduciosi che avrei raccontato la verità", mi sentii in colpa ma recitai la mia parte al meglio che potevo, suo padre non si presentò ma Michael nascose la delusione dietro un sorriso triste.

"Durezza. Ricordatelo stupida. Non rovinare tutto." mi dissi mentre provai dispiacere per lui e il suo disperato bisogno di conferme da parte di quell'uomo, lo compresi più di chiunque altro in quella stanza.

Fu in quel momento che decisi che dovevo custodire i sentimenti provati durante le interviste ed essere il più distaccata possibile dal suo essere profondamente un uomo all'apparenza gentile e delicato, sensibile e dolce. Dovevo studiare il modo per scoprire il più possibile sulla sua vita senza farmi scoprire, quell'intervista era troppo importante per me e per mio figlio e avrei fatto di tutto per portarla a termine, e lo avrei fatto a qualunque costo.

 

Parlami di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora