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-Anche tu, vorrei che fossi qui con me... non so quanto resisterò in questa casa- sentii la voce di una donna, un sussurro ma non riuscii a capire cosa stesse dicendo.

-Mmm arrivo... ora devo andare piccola, ci sentiamo...- chiuse la chiamata ancor prima che potessi rispondergli, mi avvicinai alla colonna ed inspirai profondamente, l'aria era fresca in quella mattina di Luglio ed io non potei che esserne grata, chiusi gli occhi e rimasi lì per non so quanto tempo, dovevo calmarmi, dovevo ritrovare me stessa e dovevo farlo al più presto.

-Ho detto a Penny di riservarle una teglia di insalata per la sua dieta ipocalorica e per questa volta chiuderò un occhio per la telefonata- mi voltai spaventata, Michael uscì dalla colonna della casa sorridente, sembrava tranquillo, si era messo i suoi occhiali da sole e aveva le mani sui fianchi, come se volesse rimproverarmi, come se potesse farlo.

-Lei... lei ha ascoltato?- arrossii al pensiero che avesse potuto origliare quella conversazione imbarazzante.

-Forse, ma poco importa. Immagino che fra poco se ne andrà se non ci sopporta già più?- sorrise amareggiato, mi sentii ferita per quell'intrusione, sentii il mio corpo vibrare dalla rabbia, sentii le guance arrossarsi per il nervoso.

-Brutto...-

-Ah dimenticavo. Non transigo le parolacce in casa mia perciò vorrei che evitasse di usarle in mia presenza. I bambini sono come spugne, imparano le nostre brutte abitudini- si voltò e sparì dietro la porta principale lasciandomi inerme senza la possibilità di replicare.

"Sei solamente uno stronzo Black, un brutto... calmati Lindsay lui vuole portarti a questo, all'esasperazione, vuole cacciarti da casa sua perché ti teme... teme che tu possa scoprire qualcosa di ambiguo su di lui" pensai tra me e me rigenerata da quell'idea sorrisi, potevo averlo in pugno con un solo articolo, potevo fare di lui ciò che volevo e girare e raggirare la realtà a mio piacimento .

"Non hai idea contro chi ti stai mettendo Black" 

-Certo signore- gli sorrisi dolcemente raggiungendolo, un sorriso falso che Michael ricambiò mentre teneva aperta la porta per farmi passare.

-Allora prego, andiamo a mangiare- mangiai nel più completo silenzio ascoltando attentamente il racconto di Jeremy su partite di baseball a cui Dave lo portava, era un fanatico dello sport e aveva influenzato anche mio figlio che non parlava d'altro da qualche mese.

-Mamma quindi stanotte dormiamo insieme?- domandò entusiasta.

-Beh, non saprei, Erika è arrivata e nella sua stanza ci sono due letti, ormai sei un ometto e hai imparato a dormire da solo a casa e...-

-Oh- abbassò lo sguardo deluso mentre tutti si voltarono a guardarmi contrariati, come se lo stessi pestando a sangue senza ritegno, sorrisi debolmente cercando di nascondere il mio imbarazzo.

-Stavo solo dicendo che puoi dormire con chi vuoi- alzai gli occhi al cielo Jeremy sorrise dolcemente e volle abbracciarmi.

-Grazie mamma- rimasi sorpresa da tale reazione, non aveva mai mostrato tanto interesse nello starmi vicino, di solito ci limitavamo ad esistere e a convivere con le nostre presenze reciproche, di lui si occupava Erika, che aveva una stanza tutta per sé nel nostro appartamento a Manatthan, lei, è stata la prima amante di Dave, la prima e la più frequente, vivendo con noi gli era facile entrare nella sua camera da letto ma non dissi mai nulla a riguardo e lei faceva finta di niente, mi scrollai di dosso quei pensieri ed alzai lo sguardo, Michael mi stava osservando attentamente addentando gelosamente il suo tiramisù dall'aria invitante.

-Credo che non ci sarò per tutto il giorno- disse in un sussurro -Frank vuole che vada a LA per risolvere alcune questioni-

-Quindi mi sta dicendo che ho la giornata libera?- lo guardai contrariato, a che gioco stava giocando? Annuì distrattamente.

-Forse è meglio salire- dissi a Jeremy.

-Ciao Michael, ciao Marie-

-Ciao piccolo- le accarezzò i capelli, non potei che guardarlo storto e Michael si accorse di quello sguardo tanto che si alzò con aria tormentata, sembrava che la mia reazione al suo gesto lo avesse scosso più del dovuto, forse nascondeva realmente qualcosa, si passò una mano tra i lunghi ricci neri e guardò fuori dalla finestra.

-Domani giochiamo ai pirati come promesso?-

-Certo Jeremy e ti dirò di più, ti mostrerò il lago e il ponticello di Neverland- cercò di sorridergli, mentre dentro di me qualcosa mi fece gelare il sangue nelle vene, ti mostrerò? No, non potevo permettere a quell'uomo di toccare mio figlio o stargli accanto, quello che successe tempo fa non era frutto di idiozie raccontate da una ragazzina che non sapeva ciò che diceva e di cosa accusava quell'uomo e non dovevo assolutamente permettere a Black di avvicinarsi al mio piccolo.

-Domani Jeremy deve iniziare gli esercizi per la scuola- risposi nascondendolo dietro di me.

-Quali esercizi mam...- gli tappai la bocca con la mano.

-Non voglio intromettermi tra voi due Lindsay ma è un bambino e siamo ancora in estate, lo faccia giocare... almeno un'oretta da trascorrere insieme a noi, può venire anche lei ovviamente ci farebbe piacere mostrarle il parco- intervenne Marie, che stupidaggine, nascosi il mio disappunto dietro un sorriso apparentemente cordiale, non avevo tempo per quelle stupidaggini, non avevo osservato Wanderlust come avrei dovuto, come voleva Michael.

Avevo dato una sbirciatina al di fuori della mia finestra, non avevo tempo per assaporarmi l'essenza di quel parco per folli, preferivo starmene al computer e leggere, dovevo informarmi, dovevo stare al passo con i miei colleghi, non avevo tempo per fare una passeggiata o giocare con Jerry, per questo pagavo Erika, per stargli vicino e per sostituire la parte materna che non avevo e che non mi era mai appartenuta.


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