Capitolo 21

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Dopo aver raccontanto cosa era successo nella Foresta Proibita a Ron e Hermione, i tre si diressero nella Sala Grande. Tutti i sopravvissuti alla Battaglia di Hogwarts mangiavano felici. Quando Harry entró esplosero in un applauso. Ma perchè lo appludivano? Era per colpa sua che molti erano morti, non se la sentiva di stare lì. Era lui la causa della morte di Fred, Lupin, Thonks e tanti altri. Chissà se Ginny gli avrebbe mai più rivolto la parola. Sperava solo che un giorno lo perdonasse.
<<Harry so a cosa stai pensando, ma no. Non è colpa tua, anzi tu sei il nostro salvatore!>> gli disse Hermione mentre attraversavano la Sala Grande
<<Hermione è colpa mia, tutta colpa mia. Se Lupin, Thonks, Fred... Ron tu non dovresti più parlarmi, e nemmeno Ginny...>> aveva appena espresso il suo più grande timore e gli amici se ne accorsero.
<<Andiamo amico, sapevamo tutti che ci sarebbero state delle conseguenze, era normale che subissimo tutti delle perdite. Sei il mio migliore amico, perché non dovrei più parlarti? E riguardo a Ginny...>> Ron sorrise, con lo stupore degli altri due <<Non c'è niente che non farebbe per "il suo Harry"... bah...odio quando ti chiama così>>
<<Lei...lei mi...lei mi chiama "il suo Harry"?>> domandó il moro, arrossendo. Allora Ginny non lo aveva dimenticato, forse lo amava ancora. Una piccola luce di speranza si accese dentro di lui.
<<Ora però andiamo, ci stanno aspettando>>disse Hermione. Chi li stava aspettando? Cos'altro dovevano fare? Lui voleva solo parlare con Ginny, non desiderava altro. Si recarono in una stanza, vicino alla Sala Grande. Dentro vi erano tutti i membri sopravvissuti dell'Ordine, Neville,Luna e con stupore di Harry...Ginny. I due si guardarono intensamente, ma la Mcgonagal parlò.
<<Intanto volevamo ringraziarvi, senza di voi il nostro mondo era destinato al caos. Vorrei ringraziare te in particolare Harry, che ti sei sacrificato per noi. Ora, so che vi sto chiedendo un grande sforzo, ma vorrei sapere i piani di Silente e quello che avete fatto durante quest'ultimo anno. >> I tre ragazzi quindi iniziarono a raccontare a tutti il loro viaggio alla ricerca degli Horcrux. Arrivó anche il momento di parlare di ciò che era successo esattamente nella Foresta Proibita. Harry fece un grande respiro e cominció a raccontare. Quando ebbe finito tutti lo guardavano ammirati, erano impressionati. Ma perchè non erano arrabbiati con lui? Non era giusto.
<<Sentite io...>> aggiunse <<Mi dispiace, di essere stato la causa di tutte le perdite della Battaglia. Non volvevo che nessuno morisse per me, non volevo che lo facessero i miei genitori, Sirius, Silente e tutti gli altri. Mi dispiace, davvero. Se c'è qualcosa che posso fare...io... insomma non esitate a chiedere>> Tutti rimasero in silenzio. Dopo alcuni istanti Ginny decise di parlare.
<<Harry spero che tu stia scherzando! Non è colpa tua, non è mai stato così. È sempre stato qualcosa di più grande e tu... ci hai salvato da un destino orribile, possiamo solo esserti grati.>> Harry la guardò negli occhi, erano arrossati a causa delle lacrime, ma era bellissima come sempre. La ragazza sorrise e lui sentì una forza impadronirsi di lui. Poco dopo gran parte dell'Ordine lasció la stanza. La professoressa Mcgonagal chiese a Harry di rimanere. Il ragazzo prese Ginny per il polso, prima che uscisse.
<<Aspettami fuori, ti prego>> le disse. Lei annuì e se ne andò.
<<Potter come probabilmente immagini, dobbiamo controllare che Voldemort sia morto veramente.>> La professoressa aprì una porta poco distante e ne uscì una bara. La aprirono e Harry si avvicinó. Il corpo serpentesco di Voldemort giaceva privo di vita. Il ragazzo non sentiva alcun dolore alla cicatrice, non avvertiva niente. Voldemort era morto davvero. 
<<È morto, professoressa>> disse <<Dovremmo seppellirlo. Ora, lui avrebbe voluto essere sepolto ad Hogwarts, che è stata la sua prima vera casa. Sicuramente peró non lo seppelliremo qua, dove ha ucciso molti studenti. Propongo di cercare il luogo dove è sepolta la madre, l'unico membro della sua famiglia che non odiava. Siete d'accordo?>> e si rivolse a Kingsley e alla Mcgonagal. Loro lo guardarono ammirati e sorrisero.
<<Concordo perfettamente, Potter>> disse lei.
<<Anche io. Volevo anche ringraziarti personalmente per quello che hai fatto, Harry. Vorrei anche farti una proposta, che puoi accettare con calma, non preoccuparti. Come credo tu sappia, sono il nuovo Ministro della Magia e vorrei offrirti un posto all'Accademia degli Auror. So che è il lavoro che ti piacerebbe intraprendere, quindi se vuoi insomma ... pensaci>> disse lui prima di andarsene. Harry lo seguì e uscì dalla stanza. Trovó Ginny seduta in un angolino della Sala Grande, che era ancora piena di gente.La ragazza era stupenda. Andó da lei e si sedette.
<<Senti Ginny, io devo scusarmi con te. So di averti ferita e capirò se non vorrai avere niente a che fare con me. Ma volevo chiederti scusa. Scusa se ti ho lasciata, scusa se non sono stato presente quest'anno, scusa se ti ho abbandonata. La verità è che non l'avrei mai voluto. Volevo solo che fossi al sicuro da Voldemort e dai Mangiamorte. Adesso che tutto è finito capisco se non vorrai stare con me, ma io ci tenevo a dirti che ti amo, Ginevra. Ti amo come non ho mai amato nessuno. Ho bisogno di te nella mia vita, ho bisogno di essere felice con te>> disse Harry. Ginny piangeva in silenzio, guardandolo negli occhi. Come poteva pensare che fosse colpa sua? Piuttosto era stata colpa di Ginny, che non l'aveva mai aiutato. Senza riuscire a contenersi scoppiò in lacrime e si appoggiò al petto del ragazzo. Harry non l'aveva mai vista così sconvolta, doveva essere distrutta.
<<Harry...>>mormoró lei <<Io vorrei tanto stare con te... fare parte della tua vita... ma non posso. Tu meriti di meglio, qualcuno che ci sia sempre stato per te, non una come me. Sono solo una bambina capricciosa, che si arrabbia perché le hanno tolto il giocattolo preferito. Non ti merito Harry, non ti merito>> Il ragazzo capì dalla serietà con cui pronunciava quelle parole ,quanto veramente stesse soffrendo.
<<Ginny, ti prego.Non dirlo nemmeno per scherzo, capito? Hai combattuto senza tregua, senza sosta. Ti sei dimostrata all'altezza di chiunque. Sono io che sarei onorato di averti nella mia vita.Quindi ti prego, Ginny, resta con me. Ti prego>> disse asciugandole le lacrime. Lei si avvicinò e appoggiò le labbra su quelle del ragazzo. Fu un bacio dolce e felice. Harry e Ginny si completavano a vicenda. Erano finalmente insieme e nessuno avrebbe potuto separarli. Mai più. La ragazza si staccò leggermente e lo abbracciò.
<<Ti amo anche io>> sussurrò.
Si sentiva così bene tra le braccia di Harry, ma solo abbracciandolo si rese conto di quanto fosse dimagrito.
<<Harry, ma hai mangiato negli ultimi mesi?>> chiese sorridendo.
<<Io... sì, delle foglie o degli avanzi>> disse il ragazzo ridendo. Solo in quel momento si rese conto di quando avesse fame.
<<Vieni, sediamoci a mangiare>> disse Ginny, ma poi capì che Harry non aveva molta voglia di parlare con gli altri. Quindi sorrise e lo prese per mano. Si diressero verso una parte del tavolo un po' meno affollata. Ginny prese un piatto e lo riempì di tutto quello che le capitava a tiro. Anche Harry fece lo stesso e, dopo aver accumulato un po' di pietanze, si diressero verso il dormitorio di Grifondoro. Arrivarono al letto di Harry e si sedettero vicini. Rimasero in silenzio per un po'. Ginny aveva mangiato appena finita la battaglia, ma il ragazzo evidentemente no. Continuava ad ingozzarsi di cibo, sembrava Ron.
<Non ti avevo mai visto mangiare così>> rise la ragazza
<<Io...non... mangio... da... troppo...tempo>>rispose lui,tra un boccone e l'altro. Entrambi scoppiarono a ridere, divertiti. Dopo aver mangiato, si sdraiarono sul letto, abbracciati. Harry accarezzò i capelli della ragazza e Ginny appoggiò la testa sul suo petto.
<<E così, sono io tuo Harry eh?>> disse il ragazzo ridendo, dopo qualche attimo di silenzio. Ginny arrossì violentemente, era imbarazzatissima. Come faceva Harry a saperlo?
<<Io... beh... non..>> ma non riuscì a terminare la frase che Harry la baciò. Si addormentarono abbracciati dopo poco. Erano così felici. Era tutto perfetto.

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