Capitolo 16

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Harry Potter era sdraiato sul letto della sua piccola camera a Privet Drive numero 4. Fissava il soffitto, in silenzio. Pensava a Silente, morto più di un mese prima, a Voldemort, che avrebbe dovuto affrontare nel giro di poco tempo, e agli Horcrux, che erano sparsi per il mondo magico e che era necessario trovare. Non provava più paura, non provava più niente. Era come perso, non vedeva una via di uscita. Era come se per tutta la vita avesse tentato e ritentato di arrivare a quel punto, ma poi la strada si fosse bloccata. Non sapeva cosa fare. Voldemort diventava sempre più potente e l'unica persona in grado di distruggerla era proprio lui. Nonostante questi pensieri terrificanti, c'era qualcos'altro che invadeva la mente di Harry. Era una ragazza snella, con lunghi capelli rossi e lisci, due occhi color nocciola e un sorriso luminoso. Ginny Weasley continuava ad apparire nella testa del ragazzo. Si erano lasciati subito dopo il funerale di Silente e Harry sapeva che non avrebbe avuto un'altra possibilità con lei. L'aveva già dimenticato? Provava ancora qualcosa per lui? Aveva trovato un altro? Queste domande continuavano a tormentarlo. Lui l'amava ancora, più di prima se possibile.Gli mancava quella chioma rossa, quei bellissimi occhi, quel profumo... ma poi si costringeva a non pensarci. Non voleva che Voldemort venisse a sapere qualcosa riguardo i suoi sentimenti per Ginny. Aveva paura per lei. Se il Signore Oscuro avesse osato torcere alla ragazza anche un solo capello, Harry sapeva che avrebbe perso la testa. Non avrebbe più seguito il piano che Silente aveva elaborato per lui, avrebbe cercato di uccidere Voldemort prima del tempo. Questo non doveva accadere. Tutto il mondo magico dipendeva dalle sue scelte e non poteva pensare a Ginny in quel momento. Lei era una ragazza normale, il suo destino non prevedeva l'incontro diretto con Lord Voldemort. La relazione con il Prescelto era rischiosa, Harry lo sapeva bene. Proprio per questo aveva deciso di lasciare Ginny. Voleva proteggerla, voleva solo questo. Ma non poteva fare a meno di pensare ai pomeriggi passati con lei, ai suoi capelli, al suo sorriso... quanto avrebbe voluto scappare con lei in un posto lontano, dove non ci fosse Voldemort.


Nello stesso istante Ginny Wesley era seduta sotto un albero vicino alla Tana. Leggeva un libro riguardante il Quidditch, sperando di distrarsi. La verità però era che non riusciva a non pensare a quei bellissimi occhi verdi e a quei capelli neri disordinati. Harry le mancava moltissimo. L'aveva lasciata,l'aveva abbandonata. La ragazza aveva sempre saputo che la relazione con lui poteva essere pericolosa, ma era pronta a correre il rischio. Harry Potter era la sua felicità e neanche Voldemort la spaventava di più rispetto ad una vita senza di lui. Il ragazzo aveva cercato di proteggerla, da sempre. Ma non era ciò di cui Ginny aveva bisogno in quel momento. Aveva bisogno del suo Harry, del suo profumo. Chissà quando si sarebbero rivisti... lui l'amava ancora? Si era dimenticato di lei? Continuava a porsi queste domande costantemente senza riuscite a bloccate le lacrime che le rigavano il volto. Ma Ginny non sapeva che la risposta a queste domande sarebbe arrivata molto presto.

Pochi giorni più tardi era stato messo in atto il piano per portare Harry alla Tana sano e salvo. Una sera di luglio Ginny e Molly aspettavano l'arrivo dell'Ordine della Fenice con ansia. Si erano tutti recati a Privet Drive per Harry, ma sarebbero già dovuti tornare. Il panico cominciava a prendere il sopravvento nella mente di Ginny. E se Harry fosse morto? Come avrebbe fatto lei? Non sarebbe riuscita a vivere senza di lui. Poco dopo qualcosa apparì nel buio, vicino agli alberi. Una figura grande e una esile venivano verso di loro. Harry e Hagrid erano appena arrivati alla Tana. Appena Ginny vide il ragazzo, perse un battito. Era magro, il viso solcato dalle occhiaie e molte ferite sulla faccia. Appena i loro occhi si incontrarono entrambi si bloccarono di colpo. Harry avrebbe voluto stringerla, tenerla per mano, andare via con lei. Non gli importava nemmeno che la Signora Weasley fosse presente. Ginny aveva capito cosa stava passando per la mente del ragazzo; non l'aveva dimenticata, anzi la amava più di prima. Si avvicinò a lui, lo prese per mano e gli sorrise.
<<Vieni, andiamo dentro>> disse lei
<<Ginny io...>> mormorò Harry. Stava soffrendo tantissimo. Pronunciare quel nome, vedere la ragazza davanti a sè senza poterla abbracciare, doverla guardare negli occhi. Non voleva mostrarsi così vulnerabile davanti a lei. Ma Ginny ormai aveva capito. Harry era a pezzi. Lo capiva, lo vedeva nei suoi occhi. Quanto avrebbe voluto scappare con lui, lasciare tutto, lasciare il dolore. Però non potevano. Così si fece coraggio e cercó di parlargli.
<<Non importa ora, vieni Harry>> disse sorridendo. Ma non era un sorriso vero, c'era tristezza dentro di lei. Harry si fece trasportare da lei dentro le mura della Tana. Chissà se un giorno, Harry Potter e Ginny Wesley si sarebbero potuti riabbracciare, senza paura, senza timore.


NOTA AUTRICE
non è molto lungo, ma anche questa parte è ben descritta nel libro. Riguardo i prossimi capito, anche quelli saranno corti proprio perché Harry e Ginny non si troveranno insieme e non penso abbia senso ricopiare tutto il libro. Mi soffermerò sulle riflessioni di entrambi, non parlerò della ricerca di Harry, ma arriverò presto alla Battaglia di Hogwarts

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