Capitolo 30

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Era quasi sera e Harry stava tornando a casa da lavoro. Era il giorno prima delle vacanze di Natale e doveva incontrarsi con Ginny all'uscita del Ministero, per andare a prendere Teddy. Era soprappensiero e non vide che davanti a lui c'era una ragazza dai capelli neri. I due si scontrarono e Harry tornò alla realtà.
<<Scusami tanto... ero... Cho?>> disse appena guardò in faccia. Era proprio Cho Chang, la sua ex fidanzata, se così si può definire.
<<Oh ciao Harry, non preoccuparti. Come stai?>> domandò lei sorridendo.
<<Molto bene...ora devo... se non ti dispiace... sono di fretta>> provó a dire Harry
<<Ma perchè tanta fretta? Possiamo andare a bere qualcosa insieme, che dici? Magari in memoria dei vecchi tempi!>> Cho era entusiasta, mentre il ragazzo non sapeva cosa rispondere. Non aveva nessuna voglia di stare con lei, ma non voleva essere troppo scortese.
<<Io... veramente devo...>> ma fu interrotto da un voce alle sue spalle.
<<Dobbiamo andare a prendere il nostro nipotino e dobbiamo portarlo a casa nostra.>> Ginny squadrava Cho dall'alto in basso, per cercare qualche difetto. Harry dovette contenersi per non scoppiare a ridere, era evidente il modo in cui la sua ragazza sottolineava il "noi".
<<Oh... io non pensavo...non credevo che voi due steste ancora insieme>> blaterò Cho, diventando improvvisamente seria e dispiaciuta.
<<Mi dispiace deluderti, ma si stiamo ancora insieme. Qualche problema?>> disse la rossa minacciosa
<<No, no, nessun problema. Beh... ci vediamo... Buon Natale...>> e se ne andò in tutta fretta. Ginny guardò Harry negli occhi, e il ragazzo assunse l'aria di un cane bastonato. Lei lo prese per mano e lo condusse all'auto. Una volta entrato, Ginny iniziò a guardare fuori dal finestrino.
<<Ginny... non sono stato io ad andare da lei... ci siamo scontrati...>> provò a dire Harry. Lo sguardò della ragazza si addolcì.
<<Si, effettivamente sono stata una stupida a pensare che... tu e Cho... insomma è che lei non mi è mai stata molto simpatica... non so per quale ragione...>> in realtà sapeva benissimo la ragione per cui non sopportava Cho. Lei e Harry si erano messi insieme durante il quinto anno del ragazzo e Ginny era gelosa di lei.
<<Io credo do sapere il motivo...sai... potresti essere... gelosa, magari?>> disse Harry sorridendo
<<Non sono affatto gelosa! Guarda che il mio mondo non gira intorno a te Potter!>> rispose lei fingendosi imbronciata
<<Ah no? Beh io credo proprio di sì>> disse il ragazzo avvicinandosi e baciandole le morbide labbra. Lei rispose al bacio e quando si staccarono sorrise.
<<Dai andiamo, o Andromeda si chiederà dove siamo finiti>> disse Ginny. Così Harry accese l'auto e in men che non si dica arrivarono a casa Thonks. Salutarono andromeda e presero Teddy con loro. Cenarono e si sistemarono sul divano. Il bambino iniziò a divertirsi con alcuni giocattoli, Ginny cominciò a leggere un libro e Harry decise di leggere alcuni documenti che gli aveva dato Kingsley. Dopo poco la ragazza portò  Teddy nella sua stanza e lo mise a letto. Ginny tornò di sotto e lei e Harry si addormentarono felici sul divano del salotto. L'incontro con Cho sembrava un lontano ricordo e i ragazzi non vi badarono molto. Avevano fatto bene ad ignorare la faccenda?

Due giorni dopo si tenne il pranzo di Natale alla Tana. La Signora Weasley si era superata quell'anno. Tutti rimasero stupiti dalla vasta quantità di pietanze. Teddy fu molto felice di trascorrere il Natale alla Tana con Victoire. Harry ebbe il tempo di parlare con Ron, che sembrava stufo di lavorare al negozio con George. Il rosso aveva avuto la mezza idea di intraprendere la carriera di Auror.
<<È un' idea fantastica Ron! Scommetto che potrai anche iniziare a lavorare subito, Kingsley ti conosce e credo ti offrirà un posto>> disse Harry entusiasta. Hermione invece, portava avanti il suo progetto sulle libertà degli Elfi Domestici (il CREPA) ed era molto contenta dei risultati. Erano tutti molto felici e trascorsero il Natale in allegria. Arrivarono a casa che era quasi ora di cena, ma nessuno aveva fame. Teddy era stranamente triste e immusonito. Non giocava, stava semplicemente seduto sul divano in silenzio.
<<Teddy, stai bene piccolo?>> gli domandò Harry avvicinandosi. Il bambino lo guardò intensamente e poi parlò.
<<Dove mamma? Dove papà?>> chiese. Il ragazzo rimase spiazzato da quella domanda, non voleva rivelare ad un bambino così piccolo la verità sui suoi genitori. Si riprese subito e sorrise.
<<Mamma e papà sono volati via, in un posto lontano. È un posto molto, molto bello, sai. Anche i miei genitori sono con loro.>> Il bambino non sembrava ancora convinto.
<<Perchè io no con loro?>> domandò
<<Perchè non potevano portarti con loro. Il posto in cui sono è per grandi e loro volevano che tu ti divertissi con gli altri bambini. Non vorrai abbandonare Victoire?>> a quelle parole il bambino si illuminò di colpo e sorrise. La figlia di Bill e Fleur gli piaceva tantissimo. Si mise a giocare sul pavimento e dopo poco Harry lo portò a letto. Quando tornò di sotto, Ginny lo attendeva sorridente, seduta sul divano.
<<Sei molto bravo con i bambini sai?>> gli disse mentre Harry si sedeva vicino a lei.
<<Faccio quello che posso. Ma sai anche tu che un giorno capirà il significato di quello che gli ho detto e chiederà spiegazioni>> rispose il ragazzo malinconico, accarezzando i capelli di Ginny.
<<Tu... beh... non vorrei turbarti... ma come... come l'hai saputo...di...>> Harry capì a cosa si riferiva la ragazza e sorrise un po' tristemente.
<<Avevo quattro anni e i miei zii mi lasciavano all'asilo tutto il giorno. Gli altri bambini venivano accompagnati dai loro genitori e ben presto io compresi il significato della parola "mamma" o "papà". Io non avevo mai usato quelle parole, dato che vivevo con i Dursley. Un giorno sono andato da Zia Petunia e le ho chiesto dove fossero i miei genitori. Lei mi ha semplicemente detto che erano morti in un incidente d'auto e che non lo avrei più rivisti. Ci sono rimasto davvero male, non voglio che lo stesso capiti a Teddy>> Una lacrima percorse il viso di Ginny. Era incredibile quando Harry avesse sofferto. Lui le asciugò la lacrima e la abbracció. Trovavano conforto l'una nelle braccia dell'altro ogni volta che si abbracciavano; era la cosa più bella della loro relazione.

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