4. Ti odio Brian

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Melody

Spalanco le labbra, sorpresa da questa sua affermazione, che mi impedisce di ragionare.

Mi sembra impossibile che un uomo come lui, nutra un'attrazione per una donna come me.

Non nego che sia un bellissimo uomo, e che sicuramente al di fuori da qui, sarà molto ricercato dalle donne, però non riesco ad apprezzarlo a cadere nelle sue grinfie.

Sarà perché la prima volta in cui l'ho incontrato ha minacciato di uccidermi.
Sono sicura che anche ora è qui per questo motivo, minacciarmi per mettermi a tacere.

È assurdo che continui a pensare che può scegliere per me.

Non è così.

Continuerò a svolgere il mio lavoro.

<<Bene, ti fascio subito la mano>> sussurro allontanandomi subito da lui, che per fortuna mi ha lasciato libera.

Mi avvicino a lui nuovamente per disinfettare la mano, cercando in tutti i modi di rimanere concentrata, ignorando i suoi occhi che non smettono di fissarmi.

<<Mi hai fatto arrabbiare>> mormora, afferrando una ciocca di capelli.

<<Ti passerà>> sussurro, provando a spostarmi affinché lui possa smettere di toccarmi i capelli.

<<Dipende>> continua a stuzzicarmi, arricciando la ciocca che tiene tra le dita.

<<Devo prendere la garza. Puoi lasciarmi i capelli?>> mormoro, puntando lo sguardo su di lui, che adesso mi sorride.

<<No. Devi smetterla di parlare. Non mi sono mai piaciute le pettegole>> afferma, le sue parole risuonano come una minaccia.

Cerco di non farmi intimorire dalle sue parole,concentrandomi sul mio lavoro , anche se il tremore delle mani mi tradisce.

<<Smettila>> sussurro, allontanandomi da lui, per recuperare l'ossigeno che ho trattenuto.

<<Devi stare zitta>> mi ripete, questa volta alzandosi, posizionandosi dietro di me.

<<Che vuoi Brian?>> urlo in preda al panico, stanca di sopportare tutto questo.

<<Chiamerò una guardia se non la smetti>> lo avviso, puntandogli il dito contro.

<<Siediti, devo medicarti>> gli ordino, indicandogli il lettino, in cui fino a poco fa era seduto.

<<Smettila di parlare. Rimangiati tutto>> ripete afferrando nuovamente il mio polso, questa volta stringendolo così forte, che mi fa male.

<<Non lo farò. Non sarò mai una tua complice>> ribatto, cercando di liberare il polso dalla sua stretta.

Un piccolo lamento fuoriesce dalle mie labbra, quando Brian aumenta ancora di più la stretta, tanto che sono convinta che rimarrà il livido.

<<Va bene, mia piccola e ingenua Melody.>> dice tra i denti, lasciando finalmente il mio polso.

<<Da ora in poi, farò il modo di renderti la vita un inferno. Ti farò vivere nella paura ogni giorno, avrai paura di girare per la città da sola, di rispondere al telefono, e di chiudere gli occhi. Distruggerò tutto quello a cui tieni>> sbotta, trucidandomi con le sue iridi scure, mi limito a guardarlo, convinta che non riuscirà ad impaurirmi.

Io non crederò alle sue parole.

È un altro modo per manipolarmi.

<<Vattene>> chiarisco, aprendo la porta dell'infermeria, con l'intento di rimanere sola.

<<Ci vediamo presto>> mi saluta, uscendo dalla stanza lasciandomi finalmente sola.

C'è l'ho fatta.

Sono riuscita ad affrontarlo.

Caccio un sospiro di sollievo, poggiando la mano sul mio petto, il mio cuore batte all'impazzata, tanto che temo che possa uscire dalla gabbia toracica.

Stringo il ciondolo di mio padre, che è riuscito a proteggermi, e che probabilmente continuerà a farlo, almeno fino a quando lavorerò qui.

Grazie papà.

🌺🌺🌺

<<Si, mamma sono appena arrivata>> rispondo non appena entro dentro l'edificio, che ha un aspetto più spaventoso del solito, saranno le nuvole grigie che lo circondano che lo rendono ancora più temibile.

<<Hai portato l'ombrello?>> continua ad interrogarmi, alzo gli occhi al cielo sorridendo davanti a tante attenzioni  che mi rivolge ogni giorno.

Sono passati ormai tre giorni, dall'ultima volta in cui ho vostro Brian, come previsto le sue parole erano solo aria. Sono uscita, tranquillamente da casa per recarmi a lavoro senza incontrare qualche matto per le strade.

L'ennesima dimostrazione che quell'uomo, non ha nessuno, che è solo un vigliacco che non vuole prendersi le sue responsabilità.

Provo disgusto per lui, non è un uomo, è un mostro che si diverte a spaventare la gente che prova a svolgere il suo lavoro.

<<Si, tranquilla>> mento, imprecando a bassa voce quando una gocciolina d'acqua colpisce il mio naso.

Ma perché devo attraversare il cortile?

<<Stasera ho intenzione di preparare le lasagne>> mi avvisa, con entusiasmo.

<<Fantastico!>> esclamo, iniziando a correre non appena mi accorgo, che dovrei essere già nell'ambulatorio.

<<Tutto bene?>> chiede, cerco di regolarizzare il mio respiro anche se la corsa mi sta sfinendo.

<<Si>> affermo, fermandomi non appena mi ritrovo davanti al mio armadietto, sfilo velocemente la giacca, mettendola dentro l'armadietto insieme alla borsa.

<<Devo andare ti voglio bene>> aggiungo, indossando il camice bianco.

<<Va bene tesoro. Mi raccomando stai attenta>> mi avvisa, riattaccando la chiamata.

Infilo il cellulare dentro la tasca, affrettandomi a raggiungere l'ambulatorio, pronta a svolgere il mio lavoro.

Saluto Fabio, che sorveglia la zona, aprendo subito la porta.

Accendo le luci, sistemando tutta l'attrezzatura che oggi mi servirà, sedendomi nella sedia, per compilare la documentazione che non sono riuscita a terminare ieri.

Aggrotto le sopracciglia, quando mi ritrovo una busta, posizionata sopra i fogli.

Mi affretto ad aprirla, convinta che si tratta della direttrice che avrà voluto dirmi le date del processo che ci sarà per l'omicidio che è avvenuto quasi una settimana fa.

Il mio cuore perde un battito, quando vedo delle fotografie in cui siamo ritratte io e mia madre.

Brian.

Osservo tutte le foto, che ritraggono sempre mia madre, fino a quando non trovo un foglietto stropicciato in mezzo.

Metterò a tacere tua madre, se non farai quello che ti dico.

Stropiccio il foglio buttandolo dentro il cestino insieme alle foto, sbattendo entrambi i palmi sulla scrivania.

Pentendomi immediatamente di essermi messa contro quell'uomo senza scrupoli.

Cosa faccio adesso?

Non voglio che mia madre venga coinvolta, non è giusto.

Ti odio Brian.

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