Melody
<<Quindi con l'organizzazione del matrimonio sei a buon punto.>> constata la mia amica Amanda che per fortuna mi sta aiutando con i preparativi del matrimonio.
Senza di lei non sarei mai riuscita a preparare gli inviti e spedirli, non avrei mai scelto le bomboniere, e non avrei nemmeno trovato un atelier che potrebbe preparare il mio abito in tempi record.
Sono a buon punto.
Grazie alla mia migliore amica, nonché la mia testimone di nozze.
<<Si, grazie a te>> ammetto, provando a togliere la giacca di pelle, che oggi mi sta proprio dando fastidio.
Sarà perché l'estate starà arrivando, quindi le temperature tendono ad essere più calde. Oppure sarà tutta colpa della mia ansia.
Non è ancora arrivato il giorno del matrimonio ma io sono già nervosa, come se mi stessi sposando oggi.
<<Quel Brian si è fatto vivo?>> domanda la mia amica, mordo il labbro inferiore, quando ripenso al nostro incontro.
Come immaginavo, non si è fatto più vedere e sentire, le sue per l'ennesima volta erano solo parole.
Poteva almeno impegnarsi un po' di più anziché scomparire per quasi una settimana.
Ma perché non dice la verità?
Perché continua a riempirmi la testa di bugie.
<<No>> mi limito a dire, sistemano la giacca dentro la borsa, indossando gli occhiali da sole, per proteggermi dai raggi, che oggi è più forti del solito.
<<Io questo ragazzo non lo capisco>> ammette, mi limito ad annuire dandole ragione.
Con Brian servirebbe un manuale.
È troppo complicato.
Ha un carattere difficile.
<<Meglio così. Sono felice con Jeremy>> ammetto, cercando di sembrare davvero convincente almeno con la mia amica.
<<Tesoro, lo so bene che stai solo cercando di dimenticarlo. Non approvo per nulla il tuo metodo>> afferma, facendomi sentire in colpa. So già di mio, che non è per nulla bello quello che sto facendo. Ma non ho altra scelta, preferisco impegnare tutte le mie forze in questa storia che ha un futuro, che piangere per quell'idiota.
<<Ti sbagli. Devo chiudere.>> dico non appena vedo Brian, appoggiato nella mia auto con le braccia incrociate.
<<Va bene ciao. Ci vediamo dopo in atelier, non fare tardi>> mi ricorda, interrompendo la chiamata. Sistemo il cellulare dentro la tasca dei jeans, preparandomi mentalmente a Brian.
<<Ma che strano sei venuto in anticipo. Credevo che ci saremmo visti direttamente l'anno prossimo.>> sputo acida, mostrandomi infastidita dalla sua presenza.
<<Vedo che sei di ottimo umore>> ricambia con la stessa acidità, schioccando la lingua sul palato.
<<Hai sbagliato sorella. Ti sei già visto con me, una settimana fa'. Adesso è il turno di Carlotta.
Ti informo che mia sorella non lavora qui, fa la mantenuta, scusami faceva la mantenuta. La trovi a casa di mia madre>> sorrido, prendendo le chiavi dalla mia borsa per entrare dentro la mia auto.
<<Vedo che ti sono mancato. Hai contato i giorni in cui non mi hai visto? Fai lo stesso con Jeremy?>> alzo gli occhi al cielo pentendomi subito di avergli detto che non si è fatto vivo per una settimana.
Come al solito sfrutta ogni mia parola a suo favore.
Non lo sopporto.
<<Che vuoi Brian?>> taglio corto, guardandolo di sottecchi nell'attesa di sapere cosa l'ha spinto fino a qui.
<<Te>> ribatte, rimango seria, dimostrandogli per l'ennesima volta che le sue parole non bastano per farmi cambiare idea.
<<Ho da fare. Non ho tempo di giocare con i bambini. Quindi ciao>> sbotto entrando dentro, mettendo fine a questa stupida conversazione, priva di senso.
<<Melody>> mi chiama, entrando di nuovo dentro la mia auto prendendo posto accanto a me.
<<Dio non ti sopporto>> sospiro pesantemente, stringendo il volante, per sfogare in parte la rabbia che nutro nei suoi confronti.
<<Ci siamo già detti tutto, la settimana scorsa. Lasciami stare non insistere ancora.>> sbotto, chiudendo per un momento gli occhi quando sento, che le forze mi stanno abbandonando.
Riesce solo a farmi stare male.
<<Tutto bene?>> domanda preoccupato, scuoto la testa, massaggiando delicatamente la tempia.
<<No. Se vuoi davvero farmi sentire meglio, esci da questa auto! >> sussurro, sventolando una mano davanti al viso per farmi un po' d'aria.
<<Melody>> si avvicina a me, prendendo con entrambe le mani il mio viso, togliendomi gli occhiali. Le sue iridi, fissano il mio viso, come se stesse cercando di capire qual'è la causa del mio malessere.
Non guardarmi così.
<<Passami dell'acqua è dentro la borsa, nella tasca piccola interna trovi delle bustine di zucchero.>> gli indico la borsa, che avevo lanciato nel sedile posteriore.
Per fortuna Brian esegue i miei ordini, prendendo tutto quello che mi serve dalla borsa, preparandomi l'acqua con lo zucchero che mi aiuterà a riprendermi.
<<Tieni>> sussurra, porgendomi la bottiglietta d'acqua.
Mi affretto a portare il liquido freddo sulle labbra, bevendo a piccoli sorsi.
<<Grazie>> affermo, posando la bottiglia nel cruscotto, aspettando che la bevanda faccia il suo effetto.
<<Ti porto a casa>> afferma, prendendo le chiavi della mia auto, appese.
<<Ho da fare. La smetti di intrometterti nella mia vita>> lo rimprovero, lanciandogli un occhiataccia quando lo vedo uscire dall'auto, facendo il giro.
<<Non puoi guidare in queste condizioni>> insiste, alzo gli occhi al cielo, infastidita dal suo comportamento.
Ma perché vuole complicarmi la vita?
<<Ti ho detto di no. Non è la prima volta che mi si abbassa la pressione. L'avrai notato porto sempre con me dello zucchero.>> gli faccio notare, rifiutandomi di scendere dall'auto, cedendogli il posto. Potrebbe anche portami da un'altra parte, farmi litigare di nuovo con Jeremy, solo per il semplice gusto di rovinarmi la vita.
<<Da quanto tempo ti succede? È una cosa normale?>> chiede dimenticandosi di stare parlando proprio con un medico.
<<Brian, è normale. Ho sempre avuto la pressione bassa. Adesso la smetti? Te ne vai?>> sbotto, cacciando un urlo quando mi prende in braccio, facendomi uscire dall'auto.
<<Sti cazzi che ti lascio guidare in queste condizioni. >> ribatte serio, appoggiando per un momento le labbra nella mia fronte.
Dio perché divento rossa, per un gesto così banale?
Perché riesce sempre a convincermi?
Ti odio.
<< Dove devi andare?>> chiede, sistemandomi nel sedile in cui pochi attimi fa' era seduto lui.
<<In atelier>> mormoro, osservando la sua espressione che si indurisce di colpo, serra la mascella, sospirando pesantemente.
<<Ok>> si limita a dire, chiudendo lo sportello, entrando dentro l'auto.
È colpa tua.
È inutile che adesso ti arrabbi.
Potevi fare qualcosa per impedirlo, ma non l'hai fatto. Adesso è troppo tardi.
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Il detenuto.
RomanceBrian, un uomo che dalla vita ha avuto tutto. Si ritroverà solo, in un ambiente pericoloso e infame,diverso dalla sua villa lussuosa. Cambierà, si trasformerà in un uomo violento, un assassino che ucciderà chiunque ostacolerà il suo cammino. E se i...