38. Sposami.

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Melody

Quanto  possono distruggerti delle bugie? Quanto male può fare una verità nascosta per anni?
Non so più chi sono, quelle parole, che racchiudevano la verità hanno distrutto ogni mio principio.

Non mi è rimasto più nulla, ho perso tutto, la mia casa, la mia famiglia, l'uomo che amavo.

Sono rimasta sola, chiusa in una macchina a piangere come una disperata.

Non ho mai sofferto così tanto in vita mia, sono sempre stata una ragazza allegra, piena di vita.

Asciugo le lacrime, cercando di mettere in moto la testa, per capire dove passare la notte.
Cercare al più presto una sistemazione, non posso lasciare che la mia vita, prenda un'altra piega.

Ho pur sempre un bellissimo lavoro, che mi da la possibilità di potermi permettere un piccolo appartamento.

Quindi forza su con il morale, la vita va avanti, ed io ho altri mille motivi per andare avanti.

Scuoto la testa, scoppiando nuovamente in lacrime, quando mi rendo conto di non aver più nulla.

Ho perso tutto.

Ho il gran bisogno di dimenticare per un momento questo incubo, divertirmi, sorridere, pensare per un momento che nulla nella mia vita è andato storto.

Si dice che l'alcool, cancella ogni male, e ti faccia vedere le cose in un'altra maniera.

Forse è questo quello di cui ho bisogno, forse così domani riuscirò a trovare la forza necessaria per rialzarmi.

Avvio il motore, cercando un locale nelle vicinanze per poter bere.

La sera è ormai scesa, quindi devo trovare un posto tranquillo in cui nessuno verrà a disturbarmi, ci manca solo il maniaco di turno.

Parcheggio l'auto, non appena arrivo alla mia meta, un pub che stando alle recensioni dovrebbe essere un posto sicuro.

Entro dentro il locale, sedendomi nel primo sgabello che vedo libero, ordinando un cocktail superalcolico.

Lo bevo  tutto in un sorso, quando il barista, mi serve la bevanda, lasciando  che l'alcool bruci la mia gola, ordinandone un altro subito dopo.

🌺🌺🌺
Non ricordo bene, l'ha quantità di alcool che ho ingerito, so solo che per la prima volta, mi ritrovo a ballare con uno sconosciuto, ridendo e cantando, come se in questi ultimi giorni non sia accaduto nulla di brutto.

I problemi li vedo ormai un lontano ricordo, mi sembra di essere tornata a vivere.

Saluto Jeremy, urlando il suo nome, quando lo vedo seduto in uno sgabello. Saluto lo sconosciuto che mi ha tenuto compagnia, facendomi ridere come una matta.

Sedendomi accanto a Jeremy, che inarca un sopracciglio sorpreso, dalla mia presenza.

<<Ciao>> mormoro, ordinando un altro cocktail al barista.

<<Ciao>> mi saluta, evitando di guardarmi.

<<Smettila di essere arrabbiato con me>>mi lamento, schiaffeggiandogli la spalla per attirare la sua attenzione.

<<Sei ubriaca?>> chiede, guardandomi di sottecchi, mi limito ad annuire scoppiando a ridere poco dopo.

<<La vita è una merda. Bisogna evadere no? Quale miglior modo, se non quello di bere?>> domando alzando le braccia al cielo, ringraziando il barista, che mi ha portato ciò che ho ordinato.

<<Che dici?>> mi rimprovera, provando a togliermi il bicchiere dalle mani, per fortuna riesco ad evitarlo, bevendo tutto in un sorso, il liquido.

<<La verità. La triste e cruda realtà.>> affermo, asciugandomi le labbra con il dorso della mano.

<<Ti sei ridotta così per quell'idiota?>> domanda, togliendomi il bicchiere dalle mani.

<<No. Ho scoperto che la mia vera madre mi ha abbandonata>> ammetto, chiedendo al barista un altro cocktail, per provare ad alleggerire questa situazione che continua a farmi male.

<<Melody, ma che stai dicendo?>> guarda male il barista, probabilmente per evitare che bevo un altro po'.

<<La verità. Non mi è rimasto nulla. Sono sola ormai. Non ho più nemmeno una casa.>> ammetto, ripetendo al barista di portarmi ciò che ho ordinato.

<<Finirai in coma etilico>> mi fa notare, mi limito ad alzare le spalle, pensando che non sarebbe male, chiudere gli occhi per sempre.

<<Sono cazzi miei>> sbotto, spingendo Jeremy, che per l'ennesima volta ha ordinato al barista di non darmi nulla.

Esco fuori   dal locale correndo, fermandomi solo quando sento la brezza notturna, riempirmi i polmoni.

Non ho risolto nulla.

Continuo a sentirmi morire dentro.

Ho solo peggiorato la situazione. L'alcool mi sta solo facendo desiderare di farla finita.

Di porre fine a tutto questo.

Magari così Carlotta smetterà di odiarmi, ed io smetterò di soffrire.

Prendo il cellulare dalla borsa, premendo il nome sull'unica persona che non dovrei chiamare.

<<Melody>> risponde quasi subito alla mia chiamata.

Rimango in silenzio ad ascoltare il suo respiro, lasciando che  le lacrime rigano le mie guance.

<<Va tutto bene? Vuoi parlare?>> chiede, pensando davvero che io l'abbia chiamato per perdonarlo.

No, non posso.

Lui insieme a Carlotta e a mia madre, mi hanno distrutta.

<<Dammi un motivo per la quale dovrei continuare a vivere. Hai un minuto di tempo>> affermo, sedendomi sul marciapiede, aspettando che Brian mi dia una buona ragione.

Mi basterebbe solo un motivo.

<<Melody che cazzo dici?>> sbotta, perdendo il tempo che gli ho dato a disposizione.

<<Ti rimangono trenta secondi>> ribatto ignorando il resto.

Ho bisogno che almeno lui, mi dica quanto sono importante.

Che quello che c'è stato di noi non è stato una bugia.

Riattacco, quando mi rendo conto che il tempo che gli avevo dato a disposizione è finito.

<<Melody>> mi alzo dal marciapiede ignorando Jeremy, che ha deciso di seguirmi.

<<Sposami>> urla alle mie spalle, mi giro di scatto, sconvolta dalla sua proposta.

<<Ti farò tornare a sorridere. Dammi solo la possibilità di farlo>> aggiunge avvicinandosi a me, cautamente.

<<Jeremy ti ho tradito>> spiego scoppiando a piangere, sentendo le mie gambe molli.

<<Non merito il tuo perdono e non merito di vivere.>> sibilo, cercando di respirare, ma senza alcun risultato.

Sento tanto dolore al petto, alla testa, in tutto il corpo.

<<Melody>> mi chiama nuovamente, abbracciandomi stretta tra le sue braccia, provando a calmarmi.

<<Tu meriti di vivere. Ti aiuterò io. Curerò le tue ferite>> afferma, dandomi un bacio tra i capelli, stringendomi tra le sue braccia.

Chiudo gli occhi, provando a fidarmi delle parole di Jeremy. L'unico uomo che mi ha voluto bene veramente, che nonostante tutto mi ha perdonata provando ad aiutarmi.

<<Va bene>> sibilo, tra un singhiozzo all'altro, stringendo il tessuto della sua maglia.

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