17. Ti voglio.

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Brian

Ho avuto culo, difficile da credere ma sono riuscito ad uscire da qui, senza essere accusato ulteriormente di qualche crimine che ho commesso.

La dottoressa per fortuna è rimasta in silenzio non ha mai detto nulla di quello che è successo e di quello che ho combinato per pagarmi l'avvocato che ha fatto il suo lavoro.

Ho di nuovo i miei conti in banca, ho la mia villa lussuosa, non mi manca assolutamente nulla, ho di nuovo tutto ciò che mi è stato rubato. Manca solo la mia vendetta che verrà consumata al più presto.

Almeno così riuscirò a voltare pagina e a concentrarmi nuovamente su me stesso.

Muovo l'ultimo passo che mi porterà ad uscire definitivamente da questo inferno. Mi blocco non appena vedo Melody, con indosso degli occhiali da sole, ed un vestitino piuttosto aderente, che non fa altro che mettere in evidenza le sue curve, entrare dentro l'edificio.

<<Melody>> la chiamo, anche se sono sicuro che non ha alcuna intenzione di rivolgermi la parola.

Dall'ultima volta che le ho fatto quella proposta, non mi ha più parlato, per un mese intero ha fatto finta di non conoscermi.

<<Brian>> ripete il mio nome, liberandosi degli occhiali da sole, che non facevano altro che nascondere i suoi bellissimi occhi.

<<In bocca al lupo.>> mormora, guardandomi un ultima volta prima di voltarmi le spalle.

<<Hai fretta? Non vuoi salutare l'uomo che ti ha data il primo bacio?>> domando con un sorriso malizioso bloccando il suo cammino afferrandole il polso.

<<Fottiti!>> cerca di liberarsi dalla mia stretta con scarsi risultati. Dal momento in cui sono mille volte più forte di lei.

Non ti dimenticherai di me.

Mi desidererai così tanto, che sarai costretta a cercarmi.

<<Sei ancora arrabbiata? Dovresti abbracciarmi, non mi rivedrai più. Potrei mancarti.>> sussurro, accarezzandole la guancia.

Mi mancherà il suo viso da angelo.

<<Tranquillo non mi mancherai per nulla. Con me ho Fabio che sa come farmi dimenticare ogni cosa persino il mio nome>> afferma, cogliendomi di sorpresa.

Quindi si è già dimenticata tutto.

Ha già dato a qualcun altro, ciò che prima era mio.

Che puttana!

<<Goditi la tua libertà, perché potrebbe durare poco>> conclude, liberandosi dalla mia stretta, rimettendo nuovamente gli occhiali, dirigendosi verso il suo studio.

Mi odia.

Scuoto la testa, provando a dimenticarmi di ciò che mi ha detto anche se la rabbia e la gelosia mi impediscono di farlo.

Si è fatta toccare da quella femminuccia.

Stringo le mani in due pugni, inspirando ed espirando per placare la mia rabbia.

Le sue labbra hanno provato la lurida bocca di Fabio.

Esco dell'edificio, salutando Andrea e Sara che sono venuti a prendermi.

Entro dentro la loro auto, ignorando le domande di Sara che non smette di tartassarmi.

Ti farò cambiare idea. Ti pentirai di aver baciato un altro.

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