Brian
<<Sono furiosa!>> sbraita la mia amica, che oggi ha pensato di venirmi a trovare.
<<L'avvocato mi ha detto che ci sarà un processo.>> cambia discorso, quasi subito, quando si accorge del mio disinteresse.
<<E quindi?>> alzo le maniche della felpa, continuando a guardare Sara, che sembra dispiaciuta per me.
<<Nulla. Dobbiamo prepararci>> si limita a dire puntando lo sguardo sulle sue unghie tinte di rosso.
<<Come stanno i tuoi figli?>> cerco di mostrarmi simpatico, anche se sono di pessimo umore, tanto che rischio di picchiare chiunque mi rivolga la parola.
<<Bene, Camilla mi ha chiamata mamma>> afferma, sorridendo come un ebete.
Io non riesco ad essere felice per lei.
Se solo non avessi deciso di lasciarla andare, forse oggi potrei esserci io al posto di Andrea.
<<Bene>> mormoro, stringendo le mani in due pugni.
<<Ehi, ti farò uscire da qui. Te lo prometto>> sussurra, poggiando la sua piccola mano sopra la mia.
Il suo tocco continua a farmi stare bene.
Nonostante il tempo che è passato continuo ad avere brividi.
<<Tu non cambiare>> mi raccomanda, non appena la guardia ci avvisa che l'orario di visita sta per concludersi.
Sono già cambiato.
Le mie mani sono ormai marchiate di sangue.
La mia anima è ormai nera.
Ho già commesso tutti i crimini che non avrei mai compiuto al di fuori di questa merda.
<<Tranquilla>> ribatto, spostando la mano dalla sua, con l'intento di cancellare il sentimento che ancora nutro per lei.
<<Verrò a trovarti la prossima volta>> aggiunge alzandosi, per rimettersi la giacca e per uscire dall'edificio.
<<Ok, stai attenta>> mi alzo anch'io, pronto a tornare nella mia cella.
<<Questo è per te, l'ha fatto Francesco>> mi passa un foglietto, mi affretto ad aprirlo, quasi commosso dalla dolcezza di questo bambino che continua a farmi dei disegni.
Lui insieme alla sua famiglia continuano a volermi bene a starmi vicino.
Fregandosene della situazione in cui mi trovo.
<<Grazie, ci vediamo>> conservo il foglio dentro la tasca del pantalone, seguendo la guardia in silenzio.
Odio la mia vita.
Odio l'uomo che mi ha distrutto.
Odio la mia ingenuità, che mi ha portato a questo!
Odio tutta questa merda.
Se un giorno mi avessero detto che sarei finito in carcere, sarei scoppiato a ridere. Io Brain Brown l'uomo più ricco e potente del mondo, dietro a delle sbarre, era impossibile.
Rimpiango i giorni in cui ho deciso di affidarmi al mio migliore amico. Che non ha fatto altro che approfittarsi di me della mia bontà, solo per raggiungere i suoi scopi.
Se solo uscissi da questa merda di posto, lo ucciderei con le mie stesse mani, esattamente come ho fatto con il suo scagnozzo.
Ho sete di vendetta.
Voglio vedere quel testa di cazzo, in ginocchio ad implorarmi pietà.
<<Brian devi seguirmi>> mi avvisa Vileda la guardia che mi ha coperto quel giorno in infermeria.
Mi limito ad annuire, certo che se è venuto fino a qui ad infastidirmi ci sarà sicuramente un motivo.
<< Ha parlato>> mi informa non appena si assicura di essere lontano dai detenuti e dalle telecamere.
Rimango in silenzio nell'attesa di ricevere una spiegazione alle sue parole, convinto che non si tratterà di quella ragazzina.
<<Tutti sanno che sei stato tu ad uccidere quell'uomo>> ammette, mi limito ad annuire, lasciando che la rabbia, prenda il possesso di me.
Quella bambina ha deciso di parlare, fregandosene delle mie minacce.
Prendendosi gioco di me.
Non sa con chi cazzo si è messa contro.
Gli darò un assaggio subito, gli farò rimangiare tutto.
Sbatto il pugno contro la parete, sfogando la rabbia che si è accumulata, lasciando che il sangue marchi la parete.
<<Che devo fare?>> domanda, il coglione alle mie spalle, piuttosto impaurito dalla mia reazione.
<<Ci penso io>> sbotto, massaggiandomi il polso dolorante, sorridendo non appena mi viene in mente un'idea geniale.
<<Portami in infermeria>> gli ordino, mostrando la mano ricoperta di sangue.
<<Devo scambiare due chiacchiere con la dottoressa. Ha tanta voglia di chiacchierare vediamo se ha il coraggio di farlo con me>> continuo, preparandomi ad andare nel suo studio, pronto a farle pentire di avermi sfidato.
<<Tu dovrai seguirla, conoscere le sue debolezze>> gli ordino, convinto che sia necessario un motivo in più per metterla a tacere.
<<Va bene>> afferma, accompagnandomi in infermeria.
Non appena mi ritrovo davanti alla sua porta, busso, aspettando, impaziente di vedere il suo volto impaurito.
<<Cosa è successo?>> domanda aprendo la porta, rimane immobile, quasi spaventata dalla mia presenza.
Piccola non hai visto ancora nulla.
<<Si è fatto male, curalo>> gli ordina, spingendomi dentro la stanza, lasciandomi finalmente solo con la bambola.
<<Finalmente soli>> affermo, sedendomi sul lettino in cui si trovava qualche giorno fa il corpo di John.
<<Fammi vedere>> sussurra, afferrando la mano, sporca di sangue, analizzandola e toccandola con le sue piccole dita.
È così piccola e indifesa che quasi mi dispiace ferirla.
<<Hai sbagliato piccola. A metterti contro di me>> sbotto afferrando il suo polso, attirandola a me.
Mi perdo ad osservare le sue iridi azzurre, e le sfumature dorate che contornano le sue pupille.
<<Che vuoi?>> domanda con un coraggio che non ho visto la prima volta in cui l'ho incontrata.
Le sue labbra sono una tentazione.
Così rosse e carnose, che mi stanno facendo perdere il lume della ragione.
<<Baciarti>> sussurro, sorridendo quando noto l'effetto che hanno avuto le mie parole su di lei.
I suoi occhi fissano le mie labbra.
Trema sotto al mio tocco.
Non sai in che guaio ti sei cacciata, principessa.
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Il detenuto.
RomanceBrian, un uomo che dalla vita ha avuto tutto. Si ritroverà solo, in un ambiente pericoloso e infame,diverso dalla sua villa lussuosa. Cambierà, si trasformerà in un uomo violento, un assassino che ucciderà chiunque ostacolerà il suo cammino. E se i...