<<Hey piccolina, tutto bene?>> mi metto sedutasul letto, stampandomi un finto sorriso, quando vedo mia madre sedersi sulla sedia posizionata accanto al mio letto.
<<Si>> sibilo, cercando con tutta me stessa, di mostrarmi serena, anche se le immagini di quel giorno, non smettono di tormentarmi.
<<Non puoi mentire a tua madre. Perché non sei andata a lavoro in questi giorni?>> domanda, dal suo sguardo posso percepire della preoccupazione.
<<Sono stata un po' male.>> invento sul momento sdraiandomi nuovamente sul letto, coprendomi con le coperte il viso.
Non posso dirle quello che mi è successo.
Potrebbe farla soffrire.
<<Ascoltami, qualsiasi cosa è accaduta, rialzati. Non farti vedere abbattuta, perché potrebbero continuare a infastidirti.>> osservo mia madre quasi sorpresa dalle sue parole, ho come l'impressione che abbia capito che il mio malessere è collegato con il mio lavoro.
<<Vorrei i tuoi capelli>> cambio discorso, consapevole che dovrò fare come mi ha consigliato mia madre.
<<Per i ricci non c'è alcun problema, per il colore invece si. Io sono bionda>> mi prende in giro, alzandosi dal letto.
<<Grazie>> mormoro, afferrando la sua mano, per farla avvicinare nuovamente a me, per abbracciarla.
<<Non devi ringraziarmi piccola mia, farei qualsiasi cosa per te. Ricordatelo>> sussurra al mio orecchio, stampandomi un bacio sulla guancia, tirandomi poco dopo la guancia.
<<Mamma! Non sono più una bambina>> gli ricordo gonfiando le guance, fingendomi offesa.
È incredibile, l'effetto che mi fa parlare con mia madre.
È miracolosa.
<<Alzati e vatti a fare una doccia.>> mi ordina, aprendo la porta della mia stanza.
<<Ok>> accetto, sorridendo a mia madre, alzandomi dal letto.
<<Appena finisci chiamami, che ti faccio i capelli>> esce dalla stanza, lasciandomi sola.
Decido di accantonare i ricordi e di godermi la mia famiglia la cosa più bella che mi sia capitata.
Non mi farò piegare da quel mostro.
Da ora in poi se solo si azzarda ad avvicinarsi a me, chiamerò Fabio.
Su di lui posso fare affidamento, è un uomo per bene.
🌹🌹🌹
<<Ehi Melody!>> mi viene in contro Fabio, quando mi vede entrare dentro lo spogliatoio.
<<Ciao>> gli rivolgo un sorriso, aprendo l'armadietto, cercando in tutti i modi di prepararmi per questa lunga giornata.
<<Non mi hai fatto sapere più nulla>> sfilo la giacca, mettendola dentro la borsa, aspettando che il mio collega si decida a parlare.
<<Ti avevo chiesto di uscire insieme>> schiudo le labbra, schiaffeggiandomi la fronte, dispiaciuta per non aver più risposto a Fabio, che probabilmente in questi giorni avrà cercato di mettersi in contatto con me.
<<L'ho dimenticato, scusami>> indosso il camice, evitando appositamente lo sguardo di Fabio, che continua a rimanere fermo davanti a me.
<<Puoi rimediare>> afferra un ciocca riccia, mi scosto immediatamente quando mi viene in mente Brian che giocherella con i miei capelli.
Devo cancellarlo dalla mia testa!
<<Come?>> sistemo i miei capelli, provando a dimenticare le sue mani sul mio corpo, e il suo odore così forte e virile.
<<Uscendo con me stasera>> ammette, mi limito ad annuire convinta che uscire e cambiare aria mi farà soltanto bene.
<<Ok>> mormoro sistemando la foto tessera, preparandomi ad uscire dallo spogliatoio, ed entrare in infermeria, pronta a svolgere la mia giornata di lavoro.
<<Ottimo, dopo ti faccio sapere l'ora. A più tardi.>> cerca di darmi un bacio sulla guancia, ma con scarsi risultati, dal momento in cui mi allontano da lui, giusto in tempo per evitare le sue labbra.
Non ho intenzione di farmi toccare da un altro uomo.
Non ora almeno.
<<Allora ciao>> lo saluto uscendo dalla stanza. Le mani iniziano a tremare quando ripenso a quel giorno così orribile che ho delle difficoltà a rimanere concentrata.
Entro dentro l'infermeria e il mio respiro si blocca, quando rivedo il lettino in cui Brian ha cercato di abusare di me.
Scuoto la testa, con la speranza che quelle maledette immagini svaniscono, ma ciò non accade continuo a rivedere la scena.
Provo a non piangere anche se mi sembra di aver appena vissuto quel momento.
E la porta che si spalanca, a distrarmi dai miei pensieri, osservo Vileda, che insieme ad un'altra guardia sorreggono il corpo di un detenuto.
<<Sta perdendo sangue. È stato pugnalato>> afferma, facendo adagiare il corpo sul lettino.
Il mio cuore perde un battito quando riconosco il volto di Brian, che per la prima volta non mi sembra per nulla pericoloso.
<<Ok. Avvisate la direttrice, e chiamate un ambulanza. Ha perso troppo sangue.>> affermo avvicinandomi al suo corpo che non da alcun segno di vita.
Esito, non appena la rabbia inizia a farsi strada dentro di me.
Potrei vendicarmi.
Farmi giustizia da sola.
<<Melody>> sussurra il mio nome, distraendomi dai miei pensieri piuttosto oscuri.
<<Non parlare>> gli ordino, prendendo il necessario per aiutarlo.
Devo compiere il mio dovere.
<<Puoi lasciarmi morire. Me lo merito dopo quello che ti ho fatto>> afferma, guardandomi intensamente negli occhi.
Ha ragione, merita questo e molto altro.
Ma qualcosa dentro di me, mi suggerisce di non farlo.
Sarà il cuore che ha iniziato a battere all'impazzata. Ho questo dannato formicolio allo stomaco che mi impedisce di ragionare con lucidità
Sta di fatto che non riesco a fargli del male.
Per un motivo a me ancora oscuro, provo disperatamente a farlo stare bene.
<<Non lo farò.>> affermo, tamponando la fuoriuscita di sangue.
<<Sei strana e dannatamente bella>> biascica, stringendomi la mano, lasciando intrecciare le nostre dita.
Tutto questo è sbagliato.
Io sono sbagliata.
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Il detenuto.
RomanceBrian, un uomo che dalla vita ha avuto tutto. Si ritroverà solo, in un ambiente pericoloso e infame,diverso dalla sua villa lussuosa. Cambierà, si trasformerà in un uomo violento, un assassino che ucciderà chiunque ostacolerà il suo cammino. E se i...