15. Smettila di fare il coglione.

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                                  Melody

Sono arrabbiata e delusa da Brian, che prima cerca in tutti i modi di baciarmi, di rubarmi il cuore e la mente, attraverso il dialogo e i gesti.
E poi all'improvviso si dimentica di me, ignorandomi per tutto il giorno.
Pretendendo poi delle spiegazioni quando svolgo il mio lavoro.

Questo ragazzo è tutto matto! Non mi sono mai piaciuti gli uomini che cercano di avere due donne contemporaneamente, li considero immaturi, e dei donnaioli.

Oggi quando la guardia è andato a chiamarlo, comunicandogli che una donna lo stava attendendo, ho capito che al di fuori del carcere ha una famiglia.

Quindi quella donna, è senz'altro sua moglie, che è costretta a vedere il marito raramente, ignara dei comportamenti ingiusti, che ha dentro l'edificio.

Ho lasciato che Brian giocasse con me.

Se ieri non fosse intervenuto Fabio, probabilmente avrei commesso un grosso errore.

Sarei diventata la sua amante.

Io non dovrei essere nulla per lui, non posso e non voglio avere una relazione con un detenuto, merito di meglio.

Perché dovrei stare con un uomo che ha cercato di uccidermi? Perché dovrei cedere ad una stupida infatuazione?

Io non sono fatta così! Sono sempre stata una ragazza che pensa prima di agire.
Proprio per questo motivo sono riuscita a tenere lontano i ragazzi che hanno sempre cercato di portami a letto, concentrandomi solo sullo studio.

Brian è solo un periodo, che ben presto supererò.

La porta che si apre bruscamente, mi riporta alla realtà, punto lo sguardo sulle persone che sono entrate che sono le stesse che sono venute stamattina.

<<Ciao>> mi alzo dalla sedia, per avvicinarmi al detenuto che si stringe l'addome, lamentandosi per il dolore.

<<Sto malissimo>> mugola, aggrappandosi alle mie spalle, non appena mi avvicino a lui.

<<Tranquillo, ci penso io>> dico, facendomi aiutare dalla guardia, per farlo sdraiare sul lettino.

<<Cosa senti?>> domando, provando a capire quale sia la causa del suo malessere.

<<Tanto dolore>> si lamenta, massaggiandosi l'addome.

<<Puoi andare devo visitarlo.  Aspetta  fuori, non ci metterò molto>> dico alla guardia che annuisce, uscendo dalla stanza.

<<Smettila di fare il coglione. Lo sanno tutti che sei qui per lei>> sbotta infastidito Brian, che fulmina con lo sguardo il ragazzo che sto visitando.

<<Dove ti fa male?>> chiedo, premendo la mano sul suo addome scolpito.

<<Li mi fa malissimo>> ammette, aggrotto le sopracciglia un po' stranita dalla sua risposta, osservando il punto che mi ha indicato, che non ha nessun gonfiore.

<<Vattene>> dice tra i denti Brian, balzando in piedi, avvicinandosi al paziente che sto visitando.

<<Sto cercando di fare il mio lavoro>> rimprovero Brian che continua a guardare male, il mio paziente che non sembra per nulla interessato a ciò che dice il suo amico.

Sta guardano me con un sorriso stampato sulle labbra.

<<Giovanni vattene>> ringhia, afferrando il colletto della sua maglia.

Il detenuto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora