Dopo aver riposto ordinatamente tutti i miei vestiti e i miei libri decisi che forse era arrivato il momento di una pausa ristoro, ossia una buonissima tazza di tisana calda.
Presi la mia tazza preferita dalla borsa e aprì silenziosamente la porta che mi separava dalla piccola cucina, con scarsi risultati dato che ciogolò come le tegole di una casa vecchia e marcita.
Sgattaiolai in cucina, passando dietro al divanetto occupato dal mio coinquilino, troppo occupato a dormire per notarmi.
Sospirai subito dopo aver varcato la soglia della cucina, mi avvicinai al lavello e riempì la tazza rosa pastello quasi fino all'orlo, per poi rovesciarla in un pentolino argentato.Osservai il fuoco divampare lentamente intorno al pentolino per circa dieci minuti, poi infilai il mignolino nell'acqua per constatare se fosse effettivamente pronta o no, e haimè lo era...eccome se lo era.
<<ahi!! Brucia!>>
Gridai, per poi tapparmi subito la bocca con la mano intatta, il mio mignolino stava dannatamente andando a fuoco, era diventato tutto rosso e lo sentivo pulsare.
Forse non dovrei controllare così la tempratura dell'acqua.
Presi un panno ,per non bruciarmi ulteriormente, e delicatamente e con prudenza rovesciai il liquido bollente nella tazza che subito iniziò a fumare.
Misi la pentola nel lavandino e con la speranza di non aver svegliato il ragazzo con il mio grido uscì dalla cucina.
Speranza che si frantumò l'esatto momento in cui girai la testa verso il divanetto, il moro era semi seduto con le mani su gli occhi per strofinarseli violentemente.
D'un tratto si girò nella mia direzione e fece una smorfia di disapprovazione, indossava una maglietta grigio scura e un paio di jeans neri.
I capelli erano totalmente arruffati e gli occhi ancora impastati dal sonno, dio quanto mi dispiace.
<<che diamine fai lì impalata? Eh?>>
Si alzò e a passo svelto si avvicinò a me, facendomi quasi sobbalzare per la sua sveltezza.
<<hai visto per caso un qualche angelo sceso dal cielo mh?>>
Nel suo tono c'era puro sarcasmo, un sarcasmo insopportabile.
Scossi la testa e senza dire nulla mi avviai verso la mia stanza, con l'intento di rimanerci fino a domani possibilmente.
Ma la sua voce mi bloccò poco prima di chiudermi la porta alle spalle.
<<non pensi di dimenticare qualcosa?>>
Mi chiese avvicinandosi a me nuovamente e posando una mano sulla porta per poterla riaprire.
<<oh..sono soyun>
Dissi con un filo di voce, mi metteva molta soggezione.
<<no, intendevo il pentolino. Lavatelo>>
Ridacchiò compiaciuto prima di tornare a sedersi sul divanetto.
Sbuffai e mi morsi la lingua, per evitare di diventare una pazza sclerata, in fondo aveva ragione.
Ciò che sporco lavo, devo abituarmi a questo piccolo particolare.
Lo guardai inarcando un sopracciglio, e ancora con la tazza in mano sbuffai.
<<è un piacere anche per me >>
Dopo queste mie parole posai la tazza sul comodino della mia stanza per poi andare a sciacquare velocemente il pentolino.
Lui mi seguì con lo sguardo e poi alzò un sopracciglio.
<<uhm, saresti un ottima donna delle pulizie>>
Disse fissando il pentolino, che ho solo passato sotto l'acqua visto che non era minimamente sporco.
<<quanto ti fai pagare di solito?>>
Sorrise e inclinò la testa.
Sorrisi anch'io, solo che lo accompagnai ad un bellissimo dito medio.
Mi girai su me stessa e lo salutai senza guardarlo.
E finalmente, con mia immensa gioia, mi rinchiusi nella mia stanzetta.
Sarà una convivenza molto difficile.
Non pensavo di avere una faccia così antipatica.
[...]Un leggero colpo alla porta mi fece risvegliare dalla mia trance, ero ferma sul letto a fissare il soffitto biancastro.
Mi alzai e con la voglia sotto i piedi aprì la porta enunciando:
<<se sei qui per infastidirmi ancora guarda che->>
Mi bloccai per un secondo.
<<oh..Felix>>
Il biondo sorrise e poi con uno sguardo confuso inclinò la testa.
<<è successo quaòlcosa con Minho?>>
Minho? Allora ecco qual'era il suo nome.
Ci voleva così tanto a presentarsi?
Scossi la testa e sorrisi, no non era successo nulla in effetti.
<<bene, perché ti volevo chiedere se ti andava di venire ad una festa questa sera...>>
Spalancai gli occhi, FESTA?
Non sono una persona troppo socievole e avere esseri umani ubriachi intorno a me non è proprio una delle mie priorità.
Vista la mia confusione, mi mise una mano sulla spalla sorridendo.
<<è una festa per voi nuovi, per conoscersi. E da tuo tutor ti obbligo ad andarci>>
Lo guardai con frustrazione e sbuffai.
Infondo non c'era nulla di male solo che sentivo un qualcosa che mi continuava a dire di non andarci.
<<ci saraà anche minho>>
Disse facendo svanire il sorriso.
Ecco cos'era la mia sensazione.
Magnifico.

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𝐥𝐞𝐞 𝐤𝐧𝐨𝐰// 𝐬𝐞𝐥𝐟𝐢𝐬𝐡
Fanfiction//finita// Il suo misterioso compagno di stanza sembra così distaccato e freddo, mentre la nuova scuola è un sogno ad occhi aperti.