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La sveglia risuonò in tutta la stanza facendomi sobbalzare, nonostante fossi già sveglia da diverse ore a causa dell'ansia.
Misi i piedi nelle mie ciabatte preferite e con un grande sospiro di esasperazione mi buttai sotto la doccia.
Il getto d'acqua, quasi gelido, mi fece totalmente svegliare e connettere ciò che da qui a breve sarebbe successo.
Restai ferma per diversi minuti a fissare il nulla, con l'acqua che scorreva veloce sulla mia schiena minuta, poi la voce strillante di mia madre mi fece tornare con i piedi a terra.
<<soyun, non fare ritardo il taxi ti aspetta>>
Accennai un lamento per farle capire che avevo sentito, sfortunatamente.
Uscì dalla doccia sgocciolando per tutto il bagno, questo di sicuro mi avrebbe portata ad una bella ramanzina da parte della donna che si occupa delle pulizie in casa, ma non mi importa.
Non che io sia maleducata, semplicemente la mia vita stava per cambiare talmente tanto che il solo pensiero di ciò, mi faceva girare la testa.

[...]

Il viaggio sembrava non infinito, di più, osservare gli alberi e le case passare accanto a me così velocemente mi metteva un brusio nello stomaco, come se questi oggetti e cose rappresentassero la mia normalità...che lentamente svanisce in un battito di palpebre.
<<signorina, la vedo stanca>>
Ridacchiò il conducente, non uno qualunque, ormai lo conosco dalla mia nascita.
<<non ho dormito>>
Dissi un po' in imbarazzo, nella mia famiglia era considerato fondamentale riposare ed essere sempre energici, questo perché secondo loro nel mondo del lavoro non bisogna mai abbassare la guardia o lasciarsi andare, mai.
<<uhm, capisco. Pronta per la nuova scuola?>>
Mi girai verso l'uomo di mezza età, intento a guardare la strada, ormai circondata solo da alberi e qualche casetta malmessa.
La mia vera paura era restare sola, certo mamma mi aveva detto che probabilmente avrei incontrato qualche mio parente alla lontana o addirittura qualche amico di infanzia, in fondo è una scuola molto gettonata per i ragazzi del mio rango sociale.
<<non credo, non sono così brava come pensano..>>
Abbassai il capo per fissare le mie dita, ormai massacrate dalla mia ansia.
<<ah! Ma che dice! Lei è bravissima! L'ho sempre detto, non ha passato i test d'ingresso mica per caso. Sta per andare nella scuola migliore di questo paese, dovrebbe essere euforica!>>
Annuì debolmente, accennando anche un leggero sorrisino.
Aveva ragione, dovevo essere euforica ma proprio non riuscivo.

[...]

La macchina si accostò vicino ad un cancelletto argentato, molto elegante e con uno stile tetro dato dai mille particolari incisi.
Se non avessi saputo con certezza di essere difronte ad una scuola, avrei quasi pensato di essermi addentrata in un cimitero.
Il giardino che divideva il tanto macabro cancello alla struttura scolastica sembrava non finire più.
Aiutai l'uomo a portare le mie valigie, giusto l'essenziale non sono una ragazza troppo esagerata.
Arrivati davanti all'entrata rimasi per qualche istante a bocca aperta, certo forse la prima impressione non è stata una delle migliori, ma quello che in questo momento avevo davanti a gli occhi mi aveva fatto ricredere totalmente.
L'entrata era ordinatamente decorata da una libreria che a primo impatto sembrava immensa, il paradiso per i miei piccoli occhietti.
Mi tolsi gli occhiali da sole, che avevo messo in precedenza per non essere accecata dalla luce troppo intensa, e ammirai i mille colori.

Forse la mia permanenza qui non sarà poi così malaccio.

𝐥𝐞𝐞 𝐤𝐧𝐨𝐰// 𝐬𝐞𝐥𝐟𝐢𝐬𝐡 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora