✧10

2.3K 167 1
                                    

Mi risvegliai ancora rannicchiata ai piedi della porta.
A giudicare dalla debole luce capì che era tarda serata.
Non mi importava di Minho, o meglio, mi importava ma in quel momento c'erano altre priorità.
Entrai nella stanza e vidi con grande sollievo Yunha seduta sul tavolo con le gambe a penzoloni.
Appena il suo sguardo si posò sul mio sorrise dolcemente.
<<allora sei viva, ho bussato mille volte e non mi hai mai risposto>>
Disse scendendo con un saltino grazioso.
<<oh stavo dormendo>>
Lei mi sorrise e poi mi spostò una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
<<si era notato>>
Sospirai e mi lasciai cadere sulla sedia grigia perfettamente abbinata alla cucina.
Buttai la testa in dietro e rivolsi uno sguardo disperato verso la ragazza davanti a me.
<<yunha, penso di aver fatto un casino>>
Lei aggrottò le sopracciglia e poi mise un dito sul mento, come se stesse provando ad immaginare il mio problema.
<<hai mangiato il cibo del tuo coinquilino? Se è così mi dispiace, sarai torturata a vita, Minho ama solo due cose e una di queste due è proprio il cibo>>

Alla pronuncia del suo nome feci una faccia schifata, o forse solo impaurita.
Lei la notò e annuì con compassione, anche se non sapeva ancora.
<<oh mi dispiace...ora lui sarà->>
La bloccai.
<<siamo entrati in competizione, solo perché non so gestire la rabbia e lui ora..pensa che io voglia distruggerlo ma non riuscirei nemmeno a fare del male ad una formica..>>
Lei fece una smorfia e poi mise una mano sulla mia spalla.
<<non ho capito assolutamente nulla, ma già il fatto che c’è di mezzo quel ragazzo non è una cosa positiva>>
Annuì quasi come per confermare, non so come sia fatto ma fino ad ora si è solo rivelato un perfetto stronzo.
<<quindi che faccio? Mi dovrei scusare...>>
Lei agitò le mani in avanti.
<<no non credo, peggioreresti tutto. Ti consiglio di..>>
Si fermò un istante per colpa di un rumore, la porta di casa si stava aprendo.
Mi girai verso il rumore e appena lo vidi entrare mi rivoltai verso Yunha in panico.
Lei sorrise al ragazzo, che non la degnò nemmeno di uno sguardo, poi si voltò verso di me e mi diede un bigliettino.
<<questo è il mio numero, per qualsiasi cosa scrivimi>>

Sussurrò al mio orecchio e poi si diresse verso l’uscita facendomi il pollice in su.
Annuì a me stessa e mi diressi anch’io verso il salotto, mi misi davanti al ragazzo intento a guardare la tv.
<<senti minho..>>
Lui alzò lo sguardo e mi rivolse una smorfia schifata, questo di certo non mi aiutava a restare calma.
<<levati, non vedo la televisione>>
Sospirai per la milionesima volta e accennai un sorriso nervoso.
<<ti volevo chiedere scusa, posso riproporti il “ricominciamo da capo”?>>
Lui ridacchiò e poi si alzò, lasciando ricadere il telecomando nero sui cuscini biancastri del divanetto.
Feci automaticamente un passo indietro.
Si passò la lingua sul labbro e poi assottigliò gli occhi.
<<forse non hai capito, ormai ti sei scavata la fossa>>
Avanzò leggermente, facendomi fare altri due passi indietro.
<<e del tuo “ricominciamo da capo” non me ne frega un cazzo, non mi interessa avere a che fare con te>>
Se ne andò lasciandomi una spallata che mi fece oscillare leggermente.
Cosa diamine ho che non va, è da quando mi ha vista che si comporta come se fossi la ragazza che più gli ha rovinato la vita.
<<ma che diamine ti ho fatto di male?!>>
Lui si bloccò poco prima di entrare nella sua stanza e senza girarsi rispose con una risatina.
<<sei venuta in questa scuola>>
Lo disse con tale naturalità, non c’era segno di sarcasmo, lo disse come se fosse il peccato capitale più grande di questo mondo.
Si chiuse la porta alle spalle, lasciandomi sbigottita e impaurita.
Non può ricominciare tutto, non come nella vecchia scuola.

𝐥𝐞𝐞 𝐤𝐧𝐨𝐰// 𝐬𝐞𝐥𝐟𝐢𝐬𝐡 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora