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Presi una boccata d'aria e mi misi su un muretto, che si affacciava ad un grande campo.
Eravamo proprio nel nulla, un rumore tra i cespugli mi fece indietreggiare.
Uscì un piccolo gattino quasi spaventato, probabilmente dal troppo rumore, e poi sentì nuovamente muoversi qualcosa tra i rami.
Una figura uscì da quei rovi, si scrollò le foglie e poi alzò lo sguardo verso di me.
Che diamine ci faceva Minho lì? Forse il gatto stava scappando proprio da lui.
Lo guardai con la bocca aperta, lui si avvicinò posò due dita sotto il mio mento.
<<so di essere bello, ma stai esagerando>>
Ridacchiò sarcasticamente.
<<che ci fai qua da sola? Non eri con felix?>>
Si sedette dove ero seduta io, prima della sua entrata in scena spiazzante.
Finalmente dopo ore mi aveva rivolto una domanda con un tono normale e non aggressivo o strafottente.
Scossi la testa e poi indicai i rami aggrovigliati.
<<e te che ci facevi lì?>>
Lui guardò il cespuglio e poi me, sospirò e fece spallucce.
<<non sono affari tuoi>>
Annuì, per niente sorpresa dalla sua risposta.
Mi misi davanti a lui e gli porsi la mano.
<<sinceramente di convivere con uno sclerato non mi va, non ho idea del perché io non ti vada a genio, ma possiamo ricominciare? Non da amici ma almeno da coinquilini che si tollerano...>>
Lui ridacchiò tenendo lo sguardo sulla mia mano ancora tesa nella sua direzione.
La sua mano si avvicinò, ma appena una voce dietro di me mi richiamò lui la ritrasse.
Mi girai e vidi Felix totalmente spettinato e con qualche gocciolina di sudore sulla fronte, probabilmente per la troppa gente accalcata dentro la casa.
Riportai i miei occhi sul ragazzo davanti a me, intento a guardare il terreno umidiccio.
La mano di felix si posò sulla mia spalla.
<<s-scusa per prima, diamine ti ho cercata ovunque...>>
Sospirai e sorridendo agitai le mani.
<<non fa nulla, penso che tornerò ai dormitori>>
Dissi leggermente agitata, c'era tensione tra i due ragazzi e non mi andava di rimanere tra i loro problemi.
Mi allontanai ma Felix mi prese per il polso, dio se c'è una cosa che odio è tutto questo contatto fisico.
Strattonai la mia mano per liberarmi.
<<ho sbagliato a venire qui con persone che nemmeno conosco, quindi come ho già detto, vado via>>
Minho si alzò e annuì, poi mi aiutò a divedermi dal biondo perso a guardare il nulla.
<<hai ragione, hai sbagliato alla grande>>
Mi disse il castano con tono freddo, penso che il mio desiderio di andare d'accordo con lui non si avvererà mai.
Si allontanò tirandomi una spallata, svanendo lentamente nell'oscurità.

Non salutai nessuno, cercai di orientarmi con il mio telefono.
Mi diressi verso una fermata di un autobus poco distante dalla casa.
Certo, non è una delle idee migliori ma in qualche modo dovrò pur tornare.
Se fossi stata più responsabile non sarei mai andata ad una festa insieme a ragazzi sconosciuti.
Anche se insomma, non sono di sicuro l'unica ad aver commesso questo errore, il mio intento era solo di sembrare socievole e simpatica.
Se solo mia madre avesse assistito, a quest'ora ne avrei sentite di tutti i colori verso di me.
E per la prima volta in quasi 18 anni di vita le avrei dato ragione.
Potevano essere maniaci, contando che so solo il loro nome.
Non voglio fare la drammatica, ma non sono abituata a persone che mi calcolano o che addirittura mi invitatano a delle feste.

[...]

Una volta arrivata davanti alla struttura che mi dovrà ospitare per il prossimo anno, entrai dirigendomi verso la mia camera.
Mi buttai sul letto, indossando solo una maglia e le mutandine.
Tanto la porta era chiusa, nessuno poteva entrare e nessuno doveva entrare.
Sarà estremamente difficile convivere con un ragazzo, per di più strano e incomprensibile.
Chiusi gli occhi e mandai via ogni brutto pensiero.
Era solo il primo giorno.
Potevano esserci solo due strade:
La prima è quella classica del "andrà meglio, era solo il primo giorno e mi sono fatta un'idea sbagliata, e l'ansia non mi ha aiutata"
La seconda è la mia strada preferita, quella pessimistica, "è solo il primo giorno da incubo di tutti quelli che devo ancora passare."

Sprofondai tra le braccia della notte, cullata solo dall'idea che l'indomani avrei finalmente conosciuto la mia classe.
Il primo giorno è finito, attendo un secondo giorno migliore.

[...]

dispersa tra i mille corridoi della scuola un ottimo inizio, di sicuro non sarebbe una buona idea cercare il mio tutor visti gli avvenimenti della sera prima.
magari ho solo frainteso la situazione, magari sono solo troppo paranoica o forse ho solo una grandissima ansia sociale.
Ogni tanto penso che dovrei sotterrare le mie paure e dare sfogo alla vera me, la me che non ho ancora conosciuto.

Una mano mi prese la spalla delicatamente, mi girai e vidi Yunha e tirai un sospiro di sollievo.
La campanella sarebbe suonata a breve e di sicuro un ritardo il primo giorno non avrebbe aiutato la mia solita buona condotta.
<<ti sei persa cuginetta?>>
Ridacchiò non troppo sorpresa.
Annuì in imbarazzo, dove diamine è finita la mia perfetta organizzazione?
Sono sempre puntuale e organizzata, mentre ora...sono totalmente in panico e dispersa.
<<sei nella sezione A giusto?>>
Feci una faccia confusa, effettivamente nessuno mi aveva mai informata sulla mia classe.
Ecco il reale motivo della mia dispersione mentale.
<<bhe ecco in realtà non lo so>>
Dissi sinceramente, perché era la pura e limpida verità.
<<sei brava a scuola?>>
Mi spiazzò questa domanda, cosa c'entra il mio andamento scolastico con la mia classe?

<<la sezione A è per i più bravi, B per quelli quasi bravi, C per chi dovrebbe impegnarsi di più, D per quelli che non sanno nemmeno dove si trovano>>

Corrugai le sopracciglia, non sono brava nell'autovalutazione, ma penso che la sezione A mi si addica.
<<penso di essere nella A visti i miei voti>>
Lei annuì e si stiracchiò la schiena.
<<certo, era scontato effettivamente >>

La seguì nell'enorme labirinto creato da questi dannati, ma bellissimi, corridoi bianco latte.

𝐥𝐞𝐞 𝐤𝐧𝐨𝐰// 𝐬𝐞𝐥𝐟𝐢𝐬𝐡 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora