✧8

2.5K 172 18
                                    

Entrai nella piccola aula, a quanto ho sentito dire il corso di letteratura non è un corso molto gettonato.
Presi posto al primo banco e subito dopo di me entrò un signore di mezza età, con un paio di occhiali squadrati sul naso.
Si mise dietro la sua cattedra e mi accolse con un sorrisino freddo.
Indossava giacca e cravatta, e questo gli dava un'aria molto seria e rispettabile.
A seguito entrarono altri ragazzi, e tra la piccola massa vidi una figura fin troppo familiare.
Una testa bionda si avvicinò a me e mi sorrise, con accanto il moro precedentemente buttato fuori dalla classe.
<<non sapevo ti fossi iscritta a questo corso>>
Felix sorrise e si mise accanto a me.
<<no non lo sapeva, infatti è solo da due settimane che->>
Venne interrotto da un pugno sullo stomaco.
<<felix io giuro che un giorno ti->>
Venne nuovamente interrotto, ma questa volta dal professore.
<<signorino Lee, senza dubbio le sue minacce sarebbero state più che affascinanti, ma mi duole informarla che la lezione sta per iniziare>>
Il ragazzo fece una smorfia e poi si mise nel banco dietro il mio.
Felix mi lanciò l'ultimo sguardo e poi rivolse gli occhi al professore.

<<bene, chi si ricorda l'ultimo argomento che abbiamo trattato?>>
Il ragazzo accanto a me tirò la mano in alto ed iniziò a scuoterla.
<<si Felix?>>
Lui si schiarì la voce.
<<avevamo iniziato orgoglio e pregiudizio, ed era anche un compito per le vacanze>>
Il professore annuì soddisfatto.
Poi si sistemò gli occhiali.
<<se qualcuno di voi l'ha letto, cosa che dubito, ha voglia di dirci di cosa tratta e soprattutto da chi e quando è stato scritto?>>
Alzai la mano sicura, l'avevo letto qualche mese prima.
<<si signorina...>>
<<park, sono Sony Park>>
Lui annuì e incrociò le braccia.
<<è stato scritto da Jane Austen, nel lontano 1813>>
Mi scrutò e poi mi rivolse uno sguardo sorpreso.
<<vuoi fare un commento?>>
Annuì e iniziai a parlare.
Dopo aver parlato per minuti forse anche più di venti, presi fiato.
<<...questo per dire che secondo me Elisabeth è stata una grande donna e che dovremmo prendere esempio>>
Iniziai una piccola discussione con l'insegnante affascinato dalle mie parole e da i miei punti di vista.
In tutto questo tempo gli occhi di Felix continuavano a bruciarmi sulla pelle, come se mi stesse divorando.
<<cosa pensi delle donne che sposavano uomini ricchi solo per avere più possibilità nelle loro vite?>>
Feci il labbruccio, e nel mentre pensai.
<<di certo non era una cosa positiva, le donne erano così sminuite...>>

Sentì una risatina dietro di me, e subito mi girai, trovai minho intento a disegnare cose oscene sul braccio del suo compagno di banco, che appena riaprì gli occhi non aspettò due secondi ad uscire dalla classe.
<<Minho, ti dispiacerebbe riassumere ciò che ha detto la tua compagna di classe?>>
Il ragazzo sorrise e poi inarcò un sopracciglio.
<<sa prof, devo proprio andare in bagno...>>
Iniziò a dire.
<<oh non mi importa, finché non rispondi non vai da nessuna parte, anche a costo di farti scoppiare la vescica>>
Accennai una risata che il moro non perse, e in risposta mi mandò un'occhiataccia.
<<ha solo detto un mucchio di affermazioni femministe, e non ha minimamente parlato del vero cuore del romanzo, quindi ho deciso di non ascoltare>>
Spalancai la bocca e lo guardai sbigottita.
<<bene allora perché non ci dai una tua interpretazione?>>
Lo incalzò il professore sorridendo, un sorriso di sfida.
<<dovrà aspettare la prossima settimana, mi dispiace>>
La campanella suonò e sul volto nel ragazzo spuntò un sorrisino, tremendamente fastidioso.

Salutai l'uomo e mi diressi fuori insieme a Felix, ancora intento a guardarmi.
<<ti prego smettila, mi metti soggezione>>
Lui girò il viso verso il corridoio e abbassò leggermente la testa per non farmo vedere il suo sorrisino, fallendo.
<<ti piace leggere, sei nel corso giusto>>
Mi disse stringendo il suo zaino.
<<già, sennò non l'avrei scelto non trovi?>>
Dissi con un tono sarcastico, lui annuì mordendosi la guancia.
<<possiamo ricominciare? Non mi va di essere odiato da te>>
Lo guardai, forse avrei potuto accettare questa sua richiesta.
Camminai ancora per poco, perché un dannato armadietto mi finì dritto in fronte.
Stavo cambiando a raso della vasta parete ricoperta da mille armadietti argentati, e non mi ero resa conto che un ragazzo a pochi centimetri da me era intenso a mettere dei libri al suo interno.
Il tonfo della mia testa sull'anta metallica rimbombò.
Alzai lo sguardo pronta a chiedere scusa, ma appena vidi il proprietario del povero armadietto urtato da me, la rabbia salì alle stelle.
Minho era in piedi con un pugno serrato sulla bocca per non scoppiare a ridere.
Mi rialzai per farmi sentire, ma lui aprì nuovamente lo sportello facendomi sbattere di nuovo.
Questo è davvero troppo.

<<oh no, mi dispiace proprio non volevo>>
Disse con tono sarcastico, quanto vorrei saltargli addosso e riempirlo di sberle.
Posso accettare la non tolleranza nei miei confronti, ma addirittura arrivare a sfottermi...no.
<<Lee, sappi che sei morto>>
Lui si avvicinò, tutto questo sotto lo sguardo confuso del biondo.
Passò il suo dito sulla mia fronte, facendomi bruciare dal nervoso.
<<è una minaccia?>>
Chiese quasi sottovoce.
<<non ti conviene provare a calpestarmi i piedi piccolina>>
Chiusi gli occhi stringendo il mio labbro tra i denti.
Quel nomignolo sa dove potrei metterglielo?!
<<non ti preoccupare, non mi limiterò solo ai piedi>>
Lo spintonai per poi allontanarmi.
Questa è guerra aperta.
E non penso sia un bene.
Felix fece per parlare, ma alzai un dito e lui si zittì subito.
<<non ti ci mettere, non ti conviene>>
Lui ridacchiò a queste mie parole.
<<volevo solo dire che sei stata fantastica>>
Istintivamente sorrisi, non so perché ma in questo momento mi sentivo la ragazza più forte del mondo.

𝐥𝐞𝐞 𝐤𝐧𝐨𝐰// 𝐬𝐞𝐥𝐟𝐢𝐬𝐡 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora