CAPITOLO 4

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CAPITOLO 4

Le ore di lezione sono finite e io mi sto dirigendo verso l'uscita con la ragazza dai capelli neri accanto.

Non mi ha lasciata nemmeno un minuto durante tutta la giornata.

''scusa ma non ti posso accompagnare.Devo andare dall'altro lato''dice con un sorriso indicando la strada opposta alla mia.

''non preoccuparti,so tornare da sola''dico io in risposta.

sto imprando a comunicare adesso.

Dopo esserci salutate mi dirigo per la mia strada e quando finalmente arrivo a casa,dopo circa 5 minuti,butto lo zaino per terra e vado in cucina per vedere se c'è mio padre.

come sempre di lui in questa casa non c'è l'ombra.

mi chiedo come mai abbia comprato una casa così grande se poi non c'è mai e mi lascia sempre sola.

Decido di prepararmi una piadina all'italiana.

lo amo il cibo italiano e amo l'italia.

Mi sono trasferita qui solo perchè mio padre mi ha costretta.

Non è che non mi piaccia qui ma in italia ho i miei parenti,la mia vita,le mie conquiste ,i miei errori e i miei ricordi,belli o brutti che siano.

qui non ho niente,non conosco nessuno e devo ricominciare una vita senza mamma e senza i miei parenti in una città che conosco a malapena.

Più di tutti mi manca mia nonna,è in casa di riposo e quando ero in italia andavo tutti i giorni a trovarla dopo la scuola ma adesso non posso più farlo e chiamarla non se ne parla.Primo perchè odio parlare con le persone a cui voglio bene tramite uno stupido cellulare,mi rende estremamente ridicola,e poi perchè mia nonna non sa nemmeno cosa sia un cellulare.

Non so nemmeno quanto tempo staremo qui ma l'anno prossimo,il giorno del mio 18 compleanno cascasse il mondo come ragalo voglio tornare in italia,andare a trovare mia nonna in ospedale, tornare a salutare le professoresse della mia vecchia scuola che mi sono state molto vicine dopo la morte di mia madre e mi hanno aiutata molto e poi voglio mangiare una bella pizza nella mia pizzeria preferita.

Finiti i miei pensieri inizio a dirigermi verso il frigo.

Prendo un po' di prosciutto,delle sottilette e una piadina, la metto nel forno e dopo una decina di minuti sono già a gustarmela sul tavolo.

Dopo aver finito metto il piatto su cui era appoggiata la piadina nel lavandino e lo lavo.

dopo prendo lo zaino da terra e mi dirigo in camera mia.

Apro la cartella,prendo il diario,guardo i compiti e inizio a fare matematica.

Due ore dopo ho finito e mi ricordo dell'arrivo di Ashley così rimetto tutto nello zaino e rimetto un po' in ordine la mia camera.

suonano al campanello e vado ad aprire.È Ashley che come mi aveva detto è una persona puntuale.

Vado ad aprire la porta e faccio accomodare la mia unica amica fino ad ora.

"È davvero bella questa casa"si congratula lei.

"grazie"rispondo io al suo complimento.

"anche se io la trovo troppo grande per due persone"continuo

"no,ma che dici.È bello avere una casa grande e accogliente"dice lei difendendo la casa.

io decido di stare zitta e non replicare e la accompagno in camera mia per iniziare a fare i compiti.

Superiamo il lunghissimo corridoio e una volta arrivata in camera le dico che può appoggiare lo zaino sul letto e i libri sulla scrivania

Lei fa come le ho consigliato e poi si siede sulla sedia difronte alla scrivania.Io mi siedo accanto a lei e inizia immediatamente a spiegare.

Per fortuna è una brava maestra e sono riuscita a capire quasi tutto.

Oltre l'agomento che ha spiegato oggi la professoressa mi ha spiegato un po' anche altre cose che hanno fatto nei mesi passati.

Alcune cose le sapevo già.Le avevo studiate nella mia vecchia scuola ma altre non le ricordo proprio.

Arrivano le 7.30 quando sento la porta di ingresso aprirsi.

Cala il silenzio e Ashley smette di parlare.

Io impaurita mi concentro sul rumore appena udito e riesco a  sentire anche dei passi che pian piano si fanno sempre più vicini.

Quando vedo la maniglia della porta abbassarsi quasi mi arriva il cuore in gola e,a giudicare dalla faccia della mia amica,anche il suo non sarà più al solito posto.

Dopo attimi che sembrano infiniti la porta si apre e lascia passare una figura esile.

E' mio padre.

Lo maledico metalmente per la paura che ci ha fatto provare e poi,come se niente fosse lui mi guarda interrogativo e io sono costetta a fare le presentazioni

''lei è una amica che ho conosciuto nella mia scuola.E' venuta per spiegarmi alcune cose di scienze''dico io

''buongiorno signor Greese''dice lei congedandosi gentilmente con mio padre.

Mio padre ricambia il saluto ma non dice niente,si forma solo un piccolo sorriso sulle sue labbra.

Forse è contento che sia riuscita a farmi una amica.Anche lui,come me,credeva che non avrei fatto amicizia e anche lui,come me,è rimasto stupito nel vedere il contrario.

''allora tolgo il disturbo.Ero venuto solo a vedere se Alexa era in casa''dice mio padre dopo qualche secondo di silenzio.

Dopo poco siamo di nuovo da sole in camera e,dopo l'interruzzione Ashley nota che sono meno attenta di prima e allora decide di lasciar perdere.

Chiude tutto,mette i libri nello zaino e fa per alzarsi dalla sedia ma io la fermo.

''andiamo al bar a prendere un caffè almeno''

''vabene perchè no''dice lei riflettendoci un attimo.

Mette lo zaino in spalla e superiamo il corridoio fino ad arrivare in soggiorno dove mio padre è seduto sul divano con il cellulare tra le mani.

''papà noi andiamo al bar a prendere un caffè''dico io

mio padre alza la testa dal suo cellulare.

''ok ma sta attenta''dice lui

''può stare tranquillo signore Greese.E' in mani sicure'' si intromette Ashley facendo un leggero occhiolino a mio padre che le sorride.

Dopo questa imbarazzante scena decido di aprire la porta così io e Ashley usciamo per andare al bar poco distante da qui.

STUPID,CRAZY LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora