capitolo quindici

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Tancredi

E la vedo.
La vedo con la coda dell'occhio che in tutto ciò mi osserva.
Non si aspettava che mai le avrei regalato un bracciale. Per di più con una frase del suo poeta preferito, che ho scelto e fatto apposta incidere sul ciondolo.
Non si aspettava nemmeno che l'avrei portata qui. Su un Roof Garden a guardare Milano di notte.
E che dire, la città è bella vista da qui, ma è soprattutto vedere la sua felicità in quelle iridi nocciola.
Il colore dei suoi occhi è unico. Non ha sfumature verdi o azzurre, come molti occhi di quel colore hanno. I suoi sono diversi, che poi tanto nocciola non sono.
Sono per di più quel tipo di color cioccolato fondente, ma sono stupendi. Si intonano ai suoi capelli. Anch'essi sono unici. Alla radice castano scuro, poi sembrano castano - rossiccio e verso le punte sono biondi.
Lei è davvero unica. Diversa. Gentile. Solare. Cos'altro potrei dire?
Eppure la conosco da un mese e quasi due settimane, - perchè sì, ho fatto il conto da quando l'ho incontrata la prima volta e non so nemmeno il motivo - ma è come se la conoscessi da una vita.
Mi piace il suo carattere.
Mi piacciono i suoi modi di fare.
Mi piace il fatto che non sappia chi io sia e le sto dimostrando il vero me. Quello che in pochi conoscono.
Con il web è facile crearti un tuo sim, una maschera e nascondere molte cose, ma farne vedere delle altre. Invece con la tua famiglia o con i tuoi amici, riesci ad essere te stesso. Non hai nessuno che filma o posta le tue stupidaggini, i tuoi errori. Perchè si sa che commettere errori è umano, ma andargli a criticare è meschino.
Sul web per l'appunto basta che fai un semplice sbaglio, dici una cosa al posto di un'altra senza volerlo e sei già sulla bocca di tutti. Sulle page gossip, sulle fanpage di altri artisti che ti vengono contro. È per questo che la gente del web, poi inizia a dimostrare la sua "maschera della perfezione": far sembrare di essere intelligente, fare hype per tutto, essere civile, quando nella realtà molte di quelle persone non sanno neanche il vero significato dell'essere civile.
Io non voglio essere questo. Non voglio far parte di quella categoria, però purtroppo non sono io a volerlo, sono gli altri che ti inducono ad esserlo senza nemmeno che tu te ne accorga.
È così.
Se fino al secolo scorso si combattevano le guerre con le armi in pugno, adesso in mano hai un cellulare e le parole.
Basta anche solo una a far scatenare la "guerra web". Chi si schiera dalla tua parte, chi da quella della page gossio, chi da un personaggio che non sapevi nemmeno dell'esistenza, ma casualmente lui trova il modo di essere tirato in ballo. È tutto un casino.
Detesto questo tipo di cose, però molto spesso delle volte, mi trovo davvero coinvolto e per quanto ne voglia rimanere fuori, ci sarà sempre quella cosa che ti farà arrabbiare e provare a dire la tua per pararti il culo.
Questo è il nuovo mondo. Questa è la nuova generazione. Questo è il nuovo futuro.
Purtroppo non si riuscirà mai ad andare migliorando, perchè adesso sono i followers e i likes a dire chi sei. D'ora in avanti sono solo loro e non tu. Non esiste più la persona, bensì gli altri ti definiscono.

«Tancredi? Terra chiama Tancredi!» mi risveglio dai miei pensieri.
Ero così immerso, che non avevo badato che sotto al mio naso, arrivava odore di pizza.
«Hai detto qualcosa?» chiedo nel caso mi abbia fatto qualche discorso, a cui sono stato essente.
«No, ti avvisavo solo della pizza» ammette.
«Oh, okay»
«A cosa pensavi? Se vorresti dirmelo, perchè si vede che non eri in te» domanda.
«Al fatto che adesso, chi fa parte del web, è definito dai followers e non da chi è veramente» confesso.
«Quindi sai ragionare ed hai un cervello. Pensavo che non sapessi riconoscere queste cose» e sorride.
«Scema. Sei davvero spiritosa»
«Davvero? Grazie mille. Sei la prima persona che si accorge che sono spiritosa» scoppio a ridere.
«Pensavo stessi dicendo che fossi il primo a dirti che sei scema»
«Bé anche quello, anche se non è vero. Sono una brava bimba» e lo è davvero.
Fa una faccia così tenera, che la mia voglia di baciarla ritorna.
Mannaggia a lei.
Così con l'indice, prendo un pò di sugo e glielo metto sulla punta del naso.
«Ehy!» esclama cercando con la lingua di pulirsi, ma non ci arriva.
Alla fine prende il tovagliolo e si pulisce.
È adorabile.
Direi anche troppo.

Alla fine della nostra cena, passata tra risate e parlando un pò di noi, la porto in giro per Milano.
Di certo non le faccio fare l'intero tour della città, dato che domani ha lezione, solo le mostro lo stretto necessario che non ha mai visto.
Anzi, sa più o meno come sia la città, ma dall'ultima volta che l'ha visitata, sono passati quasi quindici anni.
Devo rinfrescarle la memoria e farle vedere il meglio.
Se mai questa nostra amicizia dovesse continuare, è d'obbligo che la porto a Roma.
Quella città ha detto che non l'ha mai visitata, quindi devo per forza portarla. Cioè parliamo di Roma, la capitale. La città che è stata sempre contesa nelle varie guerre dei Romani e i popoli a venire.
E mentre siamo davanti al Duomo, che lei osserva meravigliata, prendo il mio cellulare e le scatto una foto.
Non se ne accorge nemmeno. Forse meglio così, almeno so di custodirla questa foto.
Una dolce ragazza alle prese con la sua città natale, non vista da anni.

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Domandina per curiosità: siete felici che i ragazzi stanno a poco a poco avendo il loro "successo"?
Io posso dire di sì, mi piace che dal nulla che sono partiti, stanno scalando la loro strada.

E comunque ho voglia che facciano gli instore (obv quando tutto ciò finirà), perchè ho bisogno di abbracciarli, soprattutto a Tanc con il quale mi sento davvero legata. Non so bene il motivo, ma con lui e anche un pò con Lele, mi sento legata, come fossero degli amici speciali (anche se non mi cagano).

Contre les portes de la nuit // sightancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora