capitolo dieci

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Tancredi

Appena aveva varcato la soglia di casa, pensavo stessi sognando.
Non la vedevo da tanto e mica mi sarei aspettato di trovarmela proprio a casa.
Diego mi aveva fatto un grande favore. Anche se lui teoricamente non sapeva che fosse lei la ragazza di cui ho sempre parlato ultimamente.
Quando le ho dato i miei vestiti, era così bella in quegli abiti più grandi di lei.
Ed ora, mentre cenavamo e parlavamo tra di noi, lei era al mio fianco a seguire silenziosamente il nostro discorso non capendo nulla. Lo vedevo dalle sue facce, anche se non lo mostrava molto.
E poi ne vogliamo parlare del suo nome? Harmony, era dolce e armonioso come lei, le si addiceva.
Sembro un adolescente alle prese della sua prima cotta, ma non è affatto così. È bella, ma la mia ancora non è un'infatuazione, credo. Cioè la conosco da meno di un mese e non credo molto nell'amore a prima vista. Insomma prima bisogna conoscersi, perchè se la persona poi si dimostra davvero per quella che è dopo tanto e non già dall'inizio, non è quella giusta.

Fuori piove ancora a dirotto.
Appena finiamo di cenare, Gian e Marta si chiudono in stanza. Vale,  Lele e Diego guardano la TV. Afferro per mano Harmony e la conduco nuovamente in camera.
Solo quando entro in stanza e lei me la lascia,  mi accorgo del mio gesto spontaneo e insensato.
«Scusami. Io... non volevo. È stato spontaneo» confesso grattandomi la nuca in segno di disagio.
«Tranquillo» dice solamente.
Si siede al bordo del letto e la fisso.
Passano giusto cinque minuti prima che io apra bocca.
«Hai con te il libro di quell'autore?»
«Sì, perché?» domanda.
«Mi leggeresti un'altra sua poesia?»
Se fosse stato qualcun altro avrebbe fatto conquista per portarsela a letto. Qualcun altro ancora avrebbe preferito guardare qualche film d'azione o giocare ai videogame. Io preferisco ascoltarla mentre legge poesie con quel suo accento francese.
«Trois allumettes une à une allumées dans la nuit
La première pour voir ton visage tout entier
La seconde pour voir tes yeux
La dernière pour voir ta bouche
Et l'obscuritè tout entière pour me rappeler tout cela
En te serrant dans mes bras.»
«Traduzione?»
«Tre fiammiferi uno dopo l'altro accesi nella notte
Il primo per vedere intero il volto tuo
il secondo per vedere gli occhi tuoi
l'ultimo per vedere la tua bocca
e l'oscurità completa per ricordarmi queste immagini
Mentre ti stringo a me tra le mie braccia.»
«Sappi che grazie a te, mi sto appassionando al francese, ma soprattutto a questo poeta» e rise un pò.
Il tempo restante lo passammo a ridere e scherzare,  raccontandoci aneddoti sui nostri amici.
Dovevamo aspettare che fuori il putiferio si calmasse.

Guardo l'ora che segnava l'orologio. 22:37.
Dopo osservo dalla finestra se fosse terminato e nulla, solo qualche lampo.
«Ha terminato di piovere. Vorresti che ti accompagnassi a casa? Così se nel caso durante il tragitto dovesse ricominciare, sei riparata» chiedo.
«Va bene. Mi dovrei prima cambiare» bene.
«C'è un piccolo problema: quando il tempo è così, noi non azioniamo l'asciugatrice. Puoi tranquillamente tenere i miei vestiti e poi la prossima volta ti porto i tuoi e tu i miei. Anche se, la felpa potresti pure tenertela» ammetto. Cioè la felpa sta più bene a lei che a me.
«Okay»
Usciamo di casa dopo aver salutato i ragazzi.
Saliamo in auto e una volta che mi ha dato le indicazioni per casa sua, metto in moto.
Dato che non so se lei vorrebbe fare conversazione o meno, accendo la radio lasciando un qualsiasi canale ma la abbasso, così che possa essere da sottofondo.
Arrivati sotto il suo appartamento, prima di scendere si volta.
«Grazie Tancredi» e mi stampa un bacio sulla guancia.
Non so bene il perché, ma inizio a sorridere come un ebete.
Poi la vedo salutarmi con la mano, chiude la porta d'ingresso e sparisce dalla mia visuale.
È stata così tenera.
Rimetto piede in casa e mi sbucano tutti quanti in attesa che dica qualcosa.
«Cosa volete?» chiedo.
«Tutto. Vi siete baciati? In camera avete fatto qualcosa? E oddio, non sapevo che fosse lei la tanto attesa ragazza di cui ci parlavi. È carina» dice Diego.
«Abbastanza carina e ha anche un bel nome» lo corregge Vale.
«Siete degli idioti. È carina, ma nulla di più. E soprattutto non è successo nulla di tutto ciò a cui state pensando» ammetto.
«Ma come?» domanda Gian.
«Perchè lui è fidanzato con me» si intromette Lele. Sembra che a lui, non gli stia molto simpatica. Non so quale sia il vero motivo, ma lo scoprirò.
«Io vado a dormire. Sono stanco. Notte» saluto tutti e mi rinchiudo in camera.
Mi sfilo i vestiti e indosso il pigiama.
Spengo la luce e mi metto sotto le coperte.
Fisso il soffitto nella penombra che a tratti viene illuminato dai lampi, che filtrano dalla finestra.
Chiudo gli occhi mentre nella mia testa si metabolizza l'immagine di Harmony.
Sento la porta della camera aprirsi e poi chiudersi.
Il letto si abbassa dall'altro lato rispetto a dove sono io.
Mi giro sul fianco destro, apro solo un occhio e in quel momento, grazie alla luce del lampo, posso scorgere la figura di Lele che mi fissa.
«Qualcosa non va?» prorompo. Richiudo l'occhio.
Sospira affannatamente.
«Non lo so sinceramente» ammette.
Gli afferro la mano.
«Lele, sono uno dei tuoi migliori amici. Puoi dirmi tutto quello che vuoi. C'entra Harmony? L'ho visto che non ti va a genio e vorrei sapere il motivo» alla pronuncia di quel nome, si irrigidisce.
Colpito.
«Può essere. Non vorrei che anche lei ti facesse soffrire. Non vorrei vederti star male per un'altra ragazza» confessa.
Apro entrambi gli occhi e lo fisso.
«Lele? Nessun altra ragazza mi farà soffrire. Ho imparato a non fidarmi troppo, però se la conoscessi, lei è davvero diversa. Non sta con me perchè sono famoso o eccetera. Non sa nulla di me, come io di lei, però non so in che modo dirti che è diversa dalle altre» non so nemmeno io in che modo fargli capire che non deve preoccuparsi di lei. È troppo innoncente per far del male a qualcuno.
«Okay. Ma aspetta un secondo: state insieme?» chiede.
«No! Ma cosa ti salta in mente. Ho detto che è carina e diversa, mica se ci frequentassimo» dico.
«In realtà dal discorso che mi ha detto, lo hai fatto intuire»
«Avrai capito male. Comunque era solo qiesto che ti preoccupasse o c'è dell'altro?»
«No, nulla. È tutto okay, adesso ti lascio e vado a dormire anche io» sottrae la sua mano dalla mia e se ne va.
Il suo cambio repentino di umore mi ha fatto sorgere altre domande.
So che c'è ancora dell'altro che non mi vuole dire, però non voglio sforzarlo.
Quando avrà bisogno, lo sa che ci sono e si potrà fidare.

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Avete preordinato il libro?
Mentre riguardo ai Tankele, avete preso qualcosa del merch?

Contre les portes de la nuit // sightancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora