capitolo quarantaquattro

132 14 0
                                    

Harmony

Torno a casa dopo aver dato il mio ultimo esame di questo anno universitario.
Sono piuttosto soddisfatta di me stessa.
Ci sono riuscita e pensavo che sarebbe stato un disastro, invece grazie al supporto delle mie coinquiline, è andato bene.

Pranzo da sola, dato che Stella e Angelica sono tornate, già da una settimana, ognuna a casa loro. Stella in Sardegna e prima di partire, mi ha espressamente detto di andarla a trovare, dato che il mare lì è stupendo. Può essere che un salto più in là lo farò. Angelica è tornata in Molise e anche lei, mi ha chiesto di andare. Credo che tra i due posti sceglierei per il primo, ma poi bisognerà vedere meglio.
Si sente che in casa alleggia il silenzio.
C'è da dire che mi mancano, anche se per poco, poiché fra due settimane torno a Bordeaux.

Vado in camera e apro le finestre.
Mi perdo ad osservare l'esterno, anche se la mia visuale è coperta da palazzi.
Osservo le persone che di tanto in tanto passano per la via.
Qualche uccello vola sopra la mia testa.
Le nuvole sono sparse qua e là, ma non promettono pioggia. Fortunatamente.
Lascio perdere la visuale e afferro da sotto il letto la valigia.
Credo che sia meglio iniziarla a preparare già da ora e lasciare da fuori giusto le ultime cose che servono sempre.
Purtroppo per il prossimo anno non sappiamo né io né le mie coinquiline, se l'appartamento sarà ancora libero. Altrimenti ne troveremo un altro insieme.
Desidero per di più per la prima opzione, perché mi piace qui.
Non sono molto distante dall'Università. Ho nelle vicinanze un parco, dove vado molto spesso. La biblioteca dove vado a studiare è abbastanza carina e non troppo affollata.
Quindi qui è perfetto, ma bisognerà vedere più in là.
Si deve attendere per fine agosto, dato che il proprietario affitta l'appartamento da metà settembre a fine giugno per gli studenti o lavoratori, mentre per luglio e agosto per i turisti. È tutto nelle mani del proprietario, se ce lo concederà sarà ottimo.

Dopo mi distendo sul letto e giro un pò sui social.
Mi soffermo su instagram e scrivo sulle storie "sessione finita", mettendo come musica Our Song di Niall Horan, uscita quasi un mese fa.
Okay non c'entra nulla con gli esami, ma penso che sia riferita per di più ad una persona in particolare.
Sono passati più di due mesi da quando non lo sento.
Avrei voluto continuare ad andare a trovarlo, ma i suoi amici me lo "impedivano" dicendo che voleva stare solo.
Non capisco il motivo del suo allontanamento.
Gli ho fatto qualcosa di male? Ho sbagliato qualcosa? Perché se è così, vorrei rimediare subito.
Non mi piace stare lontano da lui.
La sua amicizia per me era tanto importante, significava molto.
Sono così frustrata e angosciata che non so che fare.
Un segno divino potrebbe anche arrivarmi, non chiedo molto.
E come se qualcuno mi avesse ascoltata, sul display del cellulare compare l'arrivo di una chiamata.

GasGas.

Clicco sul lato verde e porto l'oggetto all'orecchio.
«Ehy Mony, come stai?» chiede la sua voce roca.
Se fosse stato per qualunque altra persona, avrebbe fantasticato sul suo migliore amico, ma non la sottoscritta.
Lui era più come un fratello.
Ci conoscevamo dal penultimo anno di elementari e poco per volta abbiamo legato.
Non siamo però quel tipo di migliori amici che parlano di tutte le cavolate fatte o che addirittura si chiamano ogni giorno e si abbracciano sempre. Il nostro è un rapporto strano, ma che per entrambi va bene così e ci piace.
«Bene. Sono passata anche a questi ultimi esami» dico emozionata.
«Sì, ho letto su instagram» adesso che sento meglio il suo tono di voce, non sembra allegro, come se ci fosse qualcosa che non va.
«Tu, tutto bene?» alzo il sopracciglio anche se lui non può vedermi.
«Io sì, ma ho paura che per te non sarà lo stesso»
«Non sto capendo. Cosa succede Gas e non rigirare le parole e vai al dunque»
«Okay, non sono tenuto a dirtelo, ma sei la mia migliore amica e non voglio che poi litighi con me, perché non te lo avrò detto»
«Gas, parla» con una mano gioco con le unghia per l'ansia.
«Allora non sono davvero sicuro come siano andate le cose, poiché sono arrivato a metà. In pratica sabato sera io e gli altri dovevamo vederci in discoteca. E sì ci andiamo senza te, dato che sappiamo che non ti piace quel posto. Sta il fatto, che sono andato con Geny dopo mezz'ora che stavamo ballando e ai divanetti c'era Ester sulle gambe di Zeno che si baciavano. Mi sono incazzato e gli ho tirato un pugno. Forse gli ho spaccato il labbro, non lo so e non gli ho lasciato spiegare» finisce il discorso.
Silenzio.
Una lacrima riga il mio volto.
Non doveva andare così.
Meno male che nessuno mi vede.
«Mony? Ci sei?» chiede preoccupato.
«Sì. Perché non me lo hai detto ieri? Mi avresti potuto chiamare, non dico che dovevi farlo sabato notte, ma almeno ieri»
«Non l'ho fatto per un semplice motivo, non volevo deconcentrarti per l'ultima sessione. Capisci?»
«Va bene. Adesso devo andare»
«Harmony, dovresti parlare con lui, nel caso ho frainteso»
«Lo farò» non so se davvero voglio farlo.
Può essere di no.
Forse lo farò di persona fra due settimane, almeno vedrò con i miei occhi se mente o meno.
Voglio parlarci a faccia a faccia, nel caso davvero questa situazione può evolversi e fraintendere tutto e non ne usciremo a capo.

---

Allora vi dico solo, che ho fatto una specie di scaletta con dei mini riassunti di quello che voglio scrivere, mi escono all'incirca 80 capitoli e passa.

Contre les portes de la nuit // sightancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora