capitolo sei

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Tancredi

Nel frattempo che la ragazza di fronte a me finisse il suo panino, più piccolo di lei ma sembrava che facesse fatica, penso a tutti i nomi che mi passano per la mente.
Deve essere sicuramente un nome legato alla sua origine, ovvero o italiano o francese, così posso escludere i nomi inglesi, americani, spagnoli, cinesi, giapponesi e altri.
Mi devo focalizzare solo su queste due Nazioni e quali possano essere i nomi più utilizzati.
L'importante è che non si chiami come le mie ex, altrimenti me la cerco proprio.
«Dimmi almeno che non ti chiami Giulia, Jenny o Rosalba. Cioè con le ultime ex sono rimasto un pò amico, ma l'altra non tanto, quindi almeno spero che non ti chiami come una di loro» ingoia l'ultimo pezzo del suo panino.
Ha ancora le patatine che non ha messo nell'hamburger, da bere il fruttolo, mangiare il pezzettino di grana padano e finire il té. Entro cena riuscirà?
«Sei proprio lontano un miglio» e tiro un sospiro di sollievo.
Fortuna allora.
«Ti chiedo dei piccoli indizi e tu mi rispondi solo si o no. Va bene?» cerco di capire al meglio come si chiami.
«Okay» e mangia una patatina tipo stile rallentatore.
«Allora è un nome poco o molto diffuso qui in Italia?»
«Avevi detto che dovevo risponderti solo con si o no, così non vale»
«Okay okay. È un nome molto conosciuto in Italia?»
«No»
«E in Francia?»
«Posso dire nì, dato che non so se è davvero così diffuso lì» annuisco alla sua affermazione.
Devo concentrarmi per di più su nomi poco usati.
«È un nome italiano?»
«No»
«Francese?»
«No»
«Cazzo ed io che stavo pensando solo a quelle categorie. Adesso devo rimettere a tavola tutti i nomi di tutte le Nazioni, escludendo Italia, Francia e nomi maschili. Oppure hai un nome maschile e non lo so» si affoga leggermente con l'ultima patatina.
Beve un sorso di té e mi fissa.
«Ma ti pare che abbia un nome da maschio?»
«Non si può mai sapere. Tipo in Italia Andrea è per entrambi i sessi. Quindi adesso posso escludere definitivamente i maschili, però ho una lista stra lunghissima»
«Tanto non indovinerai mai, sei lontano anni luce» sto proprio messo bene.
Uffa.
Credo davvero di non indovinarlo.
Ma che poi, perchè vorrei tanto conoscere il suo nome? Forse perchè è simpatica, senza saperlo mi ha aiutato in questi due giorni a sua insaputa.
Quando sono con lei non penso a nient'altro, riesce a tenermi la mente occupata e lontana dai miei acerrimi pensieri.
Poi adoro il suo francese, posso dire che la rende sexy e adorabile? Okay, l'ho detto, anche se non a lei.
Non credo che mai glielo dirò, mi prenderà per pazzo.
«Arreso?» mi risveglia.
«No no. Sto ancora tentando di pensare» sarà una dura impresa, ma chissà se ci vedremo ancora dopo oggi.
Cioè di solito in questa generazione si scambia il numero per poter rimanere a contatto, o si segue la gente su instagram per poter rimorchiare, ma con lei sembra diverso. Non credo che dopo due giorni, che a malapena ci conosciamo, dovessimo già scambiare il numero.
Almeno una settimana o anche di più, direi che va bene, però per rimanere a contatto non credo che dovremo scriverci lettere.
E anche se fosse, sarebbe qualcosa di carino e all'antica.
Okay, se tutto va bene la posso incontrare al parco sotto il salice. Tanto oramai è quello il nostro posto.

Con calma e lentezza, termina il suo pranzo.
Guardo l'orario e sono le 14:35.
«Credo che un bradipo sia più veloce a mangiare rispetto a te» mi guarda storto.
«Mi stai paragonando ad un bradipo perchè mangio lenta? Guarda che io il cibo lo assaporo e lo gusto, altrimenti viene il mal di stomaco a mangiare in fretta»
«Comunque i bradipi sono dei bei animali, non sono mica tanto male»
«Saranno carini, ma i panda sono i migliori. Io infatti sono un panda. Uno perchè sono belli e coccolosi e difatti amo le coccole, secondo perchè mangiano e dormono tanto ed io sono tanto simile a loro»
«Allora finchè non indovinerò il tuo nome, posso chiamarti Panda?» annuisce.
Perfetto.
Questo sarà il suo nuovo nome, tanto mi arrenderò subito, ma non voglio darglielo a vedere.
Ci dirigiamo verso l'auto, o almeno io sembro dirigermi verso essa, perchè appena arrivato davanti, al mio fianco non c'è traccia della ragazza.
Ed ora che fine ha fatto? Devo farle pure da babysitter e stare attento che non la rapiscano?
Mi volto alla sua ricerca e lei tutta felice che mi saluta dall'enorme cubo posto fuori il Mc, a cui interno ci sono mini scivoli e un percorso per bambini.
È proprio una bambina, ma in realtà non mi dispiace molto.
«Scendi. Dobbiamo tornare a casa» confesso facendole segno di scendere.
«No. Ho sempre voluto esplorare questa cosa ed ora che ho l'opportunità me la neghi? Tancredi, da quanto è che non ti diverti davvero?» ci penso su. Forse è da prima che lo scorso anno iniziasse la quarantena.
Poi il resto del tempo l'ho passato pensando alla mia ex e mi sono perso in tutto. Mi sono allontanato dai ragazzi non giocando nemmeno più alla play con loro. Mi sono allontanato anche con le videochiamate dai miei genitori. Mi sono un pò allontanato dalle mie fan. E fino ad ora non me ne ero reso conto, non fino a quando è spuntata così dal nulla lei.
Due giorni che la conosco, ma mi sta stravolgendo la vita e ciò un pò mi piace.
«Vieni e divertiti» rimetto le chiavi in tasca.
Entro e all'inizio è buio, ma ci sono delle finestrelle ovali, quadrate, rettangolari da cui filtra la luce del sole.
Salgo i gradini fino ad arrivare di fronte a lei.
Però prima che io fiati, scende dallo scivolo arrivando in una piccola piscinetta di palline.
La seguo accorgendomi che è troppo piccola per due come noi.
Mi lancia una pallina rossa sfiorandomi il viso.
«Vuoi la guerra? E guerra sia» ed iniziamo a lanciarci palline, alcune escono fuori e se qualche genitore o quelli del Mc ci vedessero, ci scambierebbero per due scemi.
«Okay, adesso basta. Mi arrendo. Hai vinto tu» alza le mani in segno di resa.
Lascio le palline che avevo in mano uscendo dalla piscinetta e raccogliendo quelle da fuori.
Fatto ciò, sollevo lo sguardo e trovo davvero delle persone che ci osservano stranite.
Panda mi afferra la mano e mi tira verso l'auto ridendo.
«Mi hai fatto fare la figura dello scemo a raccogliere da solo pure le palline fuori da quel coso» e la sua risata contagia anche me mentre entriamo.
Accendo il motore.
«Ma ti sei divertito almeno»
«Devo dire proprio di sì. Grazie»
«Non mi piace vedere la gente triste e quindi cerco di tirarla sempre su di morale»
«Grazie davvero. Mi serviva un pò di svago» e parto.
Dopo qualche sua indicazione, arriviamo davanti al portone del suo appartamento.
Mi saluta e scende rifugiandosi subito in casa.

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Ecco a voi il sesto capitolo.

Come state?🌸

Contre les portes de la nuit // sightancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora