capitolo uno

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Il web è un posto bello, ma delle volte incasinato.
Ha i suoi lati positivi e quelli negativi.
Positivi tra cui conoscere un sacco di altre persone, alcune delle quali con le tue stesse passioni, riesci a crearti una seconda famiglia, con nuove esperienze, gente a cui importa di te e altre che conoscono solo quello che fai dietro la videocamera.
Poi ci sono quelli negativi, insulti, offese nei confronti della propria famiglia, e per di più la privacy. Quando iniziano a chiederti foto pure mentre sei in fila per il bagno, quando ti suonano sotto casa ad ore inopportune, quando si spingono oltre alla semplice foto.
Certo amo i fan, amo essere apprezzato, amo il loro affetto, ma ci sono volte che esagerano e nemmeno se ne rendono conto.
Non sanno mai qual è il limite, ma purtroppo non posso condannare tutti.
L'importante in tutto ciò e seguire il mio sogno: diventate attore ed apparire ovunque sul grande schermo.
È sempre stato ciò che desidero da bambino e una parte si è avverrata. Ho girato un film con un cast che mi ha accolto davvero bene e presto dovrebbe uscire al cinema, il punto non si sa quando ed il motivo è la quarantena.
Può darsi che qualcuno saprà di cosa stia parlando e qualcun'altro no.
Sarà forse uno dei tanti eventi storici che in futuro dei poveri ragazzi dovranno andare a studiare sui libri, o sui tablet considerando che sarà già futuro.
Poi sta cosa di restare chiusi in casa, mi sta portando a riflettere molto.
Vorrei poter uscire, abbracciare le persone vicine e distanti, viaggiare e scoprire l'inesplorato. Eh già, ma vorrei qualcuno al mio fianco, non parlo dei Q4, ma di una ragazza che sia pronta a conquistarmi.
Di solito non penso a questo. Cioè vorrei innamorarmi, ma tutto quello che ho passato, ho paura di farlo e continuo a seguire la testa.

Sbuffo e mi alzo dalla sedia, che dalla cucina ho portato sul balcone, per osservare e respirare.
Rientro in casa dove Lele, Diego e Gian bisticciano per la play. È sempre così tra i tre, io invece preferisco giocare in camera da solo, almeno non litigo con nessuno.
Che poi tutto sommato sembrano dei bambini cresciuti in fretta.
Sorrido e mi dirigo in camera.
«Dove stai andando?» mi urla dietro Lele, ma con lo sguardo alla tv.
«In camera a fare un pò di tik tok» rispondo.
«Lo sai che oggi tocca a te cucinare la cena» ancora è presto, sono solo le 18 di pomeriggio. Vorrei rispondere, però lascio perdere e vado in camera.
Mi sistemo alla postazione, accendo la luce overlay, metto uno dei tanti cappellini che ho e scelgo un audio. È così complicato ogni volta sceglierne uno, perchè vorresti fare questo, ma poi dici che non è l'outfit adatto, e l'altro, ma dovresti cercare di piangere e non ti va. Cioè è sempre così, tranne può darsi per Charlie D'Amelio, che le basta un audio qualunque e inventare balletti improvvisati, che diventano trend dopo un'ora.
Passo una ventina di minuti, finchè clicco su quello della canzone di Valerio.
Il suono di 24h, fa da sottofondo nella stanza.
Inizio a muovere le labbra a suono di parole per quei quindici secondi.
Lo guardo per due volte, non convincendomi e lo rifaccio.
Adesso sì che sta bene. Per la poca autostima che ho in me, sono più le miriadi di volte che elimino i tik tok, rispetto a quelli che pubblico, però la gente continua a dire che sono bello, stupendo, e non so cosa vedono in me. In realtà me lo dicono anche i miei amici e la mia famiglia, ma non credo tanto.
Anche se la bellezza è soggettiva.

Nel frattempo faccio altri due tik tok e dopo vado in cucina.
Apro il frigo e manca poco che inizia a piangere, per le poche cose rimaste.
Domani qualcuno deve andare a fare altro rifornimento.
Poi penso a cosa possiamo mangiare ed optò per omolette. Tanto bastano giusto sei uova, qualche salume, così che ognuno decida con cosa farsela e le sottilette.
Fortuna che almeno queste cose ci sono.
«Bambini a tavola» dico ironico ai tre che conrinuano ancora a bisticciare davanti alla play.
Mettono in pausa il gioco e corrono per cenare.
Nemmeno il tempo di sedersi e mangiare, che i loro piatti sono vuoti.
Cavolo, di fame ne avevano parecchia a quanto vedo.
Poi come hanno fatto per arrivare a tavola, impiegano lo stesso tempo per continuare a giocare.
Okay ci sta che questa quarantena un pò ci rende intontiti colpendo in un modo alquanto strano il nostro sistema nervoso, ma non è che si può sfruttare il tempo che abbiamo a disposizione davanti alla TV, al cellulare o al computer. Bisognerebbe fare qualcosa di produttivo.
Se solo avessi una ragazza qui con me, cambierebbe tutto.
Tipo fare i grattini, massaggi, coccolarla o cose del genere, ma poi perchè sto pensando proprio a questo? Ho detto che voglio smetterla di prendere tutto seriamente, tanto a nessuno importa davvero di me e poi con le ragazze devo solo e soltanto seguire la testa, altrimenti il cuore viene ogni volta fottuto e spezzato.
Quindi Tancredi smettila di pensare ad una relazione per adesso e concentrati a ciò che hai veramente: la famiglia, gli amici e i fan, il resto passa tutto in secondo piano.

Mi alzo da tavola, dopo che i ragazzi mi hanno lasciato solo a finire la cena, prendo i piatti e li metto in lavastoviglie.
Non ho voglia di lavarli a mano, dato che ci sono pure quelli di stamattina.
Fatto ciò, vado in camera.
Mi butto sul letto e sospiro.
Guardo il soffitto.
Vorrei poter uscire, di nuovo.
Incontrare gli amici vicini e lontani per poterli riabbracciare.
Vorrei passare del tempo con la mia famiglia. Mi mancano molto loro e la mia Roma.
Vorrei stare con i miei fan, anche se alcuni sono delle volte pesanti.
Vorrei poter gustare una vera pizza.
Il McDonald che mi manca.
Visitare Milano di giorno e di notte.
Andare in discoteca.
Vorrei esplorare le parti più remote di questo pianeta.
Vorrei semplicemente la mia vecchia routine. O meglio, vorrei rendere tutto ancora più speciale di come era prima, se solo si potesse uscire da queste quattro mura.

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Ehylà!

Come avete potuto ben capire è una storia sui Q4, di preciso su Tancredi.
So che non è una delle mie solite Fenji, ma mi piacerebbe che la leggeste e mi fate sapere cosa ne pensate.

Contre les portes de la nuit // sightancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora