capitolo quattro

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Tancredi

Avete presente quelle giornate in cui ti alzi volendo fare un sacco di cose, tipo avresti voglia anche di scalare l'Everest, ma poi quella voglia svanisce appena ti guardi allo specchio chiedendoti che diavolo di problemi hai? Bé oggi devo dire che è proprio quel tipo di giornata.

Mi guardo allo specchio e noto le lievi occhiaie sotto gli occhi.
Stanotte non sono riuscito a dormire come si deve, dato che ho passato il tempo a pensare al misterioso incontro con quella ragazza.
Cioè so che c'è gente che non mi conosce, ma lei mi ha colpito particolarmente, non saprei dire come. Forse dal presupposto che nessuno è mai andato in quell'albero, nascondendosi tra le sue foglie. Quello è il posto che ho sempre reclutato magico, isolato dal mondo esterno e dagli occhi di tutti.
Vado in cucina e trovo solo Gian, Diego e Vale a fare colazione con dei cornetti.
«Giorno» dico stropicciandomi gli occhi.
Mi dirigo verso la sedia libera per sedermi.
Prendo dalla bustina di carta un cornetto e li guardo.
C'è troppo silenzio.
Tutti che fissano la loro colazione.
Lele che probabilmente ancora dorme poichè sono solo le 10.
«Successo qualcosa?» chiedo cercando di fare conversazione.
Lo so che a prima mattina nessuno vorrebbe essere disturbato, ma almeno un "buongiorno" sarebbe stato gradito.
«No, nulla» prende finalmente parola Vale.
«Sicuri? Perchè avete della facce come se vi fosse morto il gatto» continuo.
«Tranquillo Tanc. Solo che a volte si hanno giornate no» parla Diego.
«Ma ve siete messi d'accordo allora per avere sta giornata negativa tutti e tre» non so cosa sia successo, ma lo scoprirò.
Dovrò diventare un detective.
Detective Tancredi Galli a vostra disposizione. Per qualunque necessita chiamare al numero verde 55380009, così a caso.

Dopo la colazione, non volendo stare nel loro silenzio, trovo la scusa di dover andare a fare la spesa.
Mi cambio e prendo l'auto.
Vado al supermercato nei paraggi del nostro quartiere e inizio a prendere quello che credo manchi.
Forse sono un pò troppe cose, ma sto cercando di distrarmi.
Mi dirigo alla cassa e pago.
Carico tutto in macchina e decido di optare per andare al salice.
Devo distrarmi in qualche modo e poter capire cosa oggi passa per la testa dei ragazzi.
So che a volte non mi raccontano tutto, dato che sono il più sensibile, ma sto cercando di cambiare, di essere più forte e di non dover piangere per quasi ogni cosa.
Apro instagram e guardo qualche storia.
Tra quelle dei ragazzi non c'è nulla, ma poi arrivo a quella della mia ex.
Forse in parte dovrei smettere di seguirla.
Nella sua penultima storia scrive "Gli ex sono tutti deficienti. Prima ti chiedono di stare con loro e poi ti scaricano con la prima che passa dicendo che per loro non conti più e che lo fanno solo per le views" poi ne segue un'altra "Vai pure a dire in giro che sei quello sbagliato, che non te crede nessuno. Sei solo un tiktoker che nella vita non sa che altro cazzo vuole fare, dice di voler fare l'attore ma t'hanno preso per un film che ancora deve uscì".
Bingo!
Adesso credo di aver capito alle facce sconvolte dei ragazzi. Al loro mentirmi.
È da lei che ogni volta cercano di proteggermi e lo hanno sempre fatto anche quando stavamo insieme. Loro lo avevano capito che non era quella giusta, che in lei ci fosse qualcosa di sbagliato, ma io credevo che si sbagliassero tutti. Volevo dimostrarlo, però alla fine si è mostrata davvero per quella che è.
Vorrei risponderle che non l'ho lasciata per un'altra.
Vorrei dirle che so di essere per più delle volte sbagliato, facendomi paranoie del cazzo.
Vorrei dirle un sacco di cose, ma si rigirerebbe la frittata a piacere suo.
Adesso devo davvero smetterla di darmi la colpa, perchè di tutto quello che ha detto, nulla ha senso.
Lei non ha ragione.
Però qualcosa mi pesa all'altezza dello stomaco, poichè in fondo sono davvero sbagliato. Cerco di dare a chi non può. Cerco  di non nascondere quasi mai il vero me.
Ma ogni volta sembra che io sbagli, sembra che gli errori gli faccia solo io.

Sento il fruscio delle foglie, ma non bado a niente.
Le lacrime come sempre hanno il sopravvento su di me e non riesco a fermarle.
Scendono imperterrite.
«Mi sembra di avere un deja-vù» sento una voce quasi familiare.
«Vattene» dico flebilmente.
Mi ha già visto così una volta e non voglio infatti che la scena si ripeta.
«Non sono venuta per te, ma è l'unico posto tranquillo dove posso leggere» risponde.
Mi asciugo gli occhi e la fisso.
Lei sembra sempre così allegra, come se non avesse mai motivo per piangere.
Voglio avere quella sua forza.
Eppure la conosco da meno di ventiquattro ore, ma da quello che traspare sembra che la conosco da molto.
Riesco a cogliere tutto di lei da quel poco che vedo.
Noto che sta leggendo lo stesso libro di poesie di ieri.
«Me ne dici un'altra?» azzardo.
Mi guarda con la coda dell'occhio non capendo.
«Intendo se mi potresti dire un'altra poesia» le dico.
Sfoglia le pagine fino a che non si ferma, la legge velocemente dentro di sé, per poi interpretare quella che ha scelto.
«Si le mot est argenté et le silence est doré,
le cri du cœur devrait être un diamant multicolore» la guardo incantato.
Adoro il suo francese e quella sua "r" moscia.
«Traduzione?» chiedo.
«Se la parola è d’argento e il silenzio d’oro,
il grido del cuore dovrebbe essere un diamante multicolore» e poi cala il silenzio.
Mi volge uno sguardo che ricambio.
«Come mai conosci così bene il francese?»
«Mia madre è francese e mi ha insegnato tutto sin da piccola, poi dopo dieci anni ci siamo trasferiti in Francia e l'ho imparato ancora meglio»
«Anche se non parlo bene il francese, vorrei un sacco visitare tutte le città diciamo»
«Ma di un Paese non bisogna solo visitare, devi anche vivere l'aria, il sapore, l'arte, le piccole cose»
«Perchè sembri così...» cerco di trovare il termine che ho sulla punta della lingua, però mi viene incontro lei.
«Matura?» annuisco.
«Cioè data la tua età, sei molto sveglia e capisci un sacco di cose, riesci a cogliere molto»
«Aspetta un momento. Quanti anni mi daresti?»
«Vediamo... 14?» emette una piccola risata e si porta la mano davanti la bocca.
«Errato. Ne ho 19 e sono al primo anno di Università. In teoria dovrei essere al secondo se l'avessi iniziata l'anno scorso, poichè in Francia la scuola funziona un pò diversamente» e si scosta un capello ricaduto sul viso.
«Cosa studi?»
«Letteratura italiana, inglese e francese. Tu, invece?»
Stavo per dirle di andare su internet, ma con lei mi sento diverso, come se mi potessi confidare.
«Non ho mai terminato gli studi, mi sono dedicato al mondo del web guadagnando e portando soldi a casa»
«Quali sono le tue passioni, oltre bé a tik tok?»
«Disegnare e diventare attore»
«Allora credi soprattutto in quest'ultimo e riuscirai a incoronarlo»
«In realtà ho girato un film, non è ancora uscito per via di tutta la questione della pandemia dello scorso anno e non hanno ancora una data stabilita»
«Se il trailer mi convincerà, lo andrò a guardare. Se no dirò a tutti che fa schifo perchè ci sei tu»
«Ma tante grazie» cerco di fare il broncio e scoppia a ridere.
«Non te la sarai mica presa?» ad interrompere la conversazione è il suo distrarsi per via di qualche notifica che le è arrivata sul cellulare.
Chissà chi è.

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Scusatemi se non ho aggiornato sabato scorso, ma non sono stata molto bene e dovevo studiare.
Anzi vi anticipo che non so di preciso se nell'ultimo mese riuscirò a mantenere l'impegno di aggiornare ogni sabato, dato che mi devo davvero mettere sotto per iniziare a studiare la tesina della maturità.

Quindi non aspettatevi l'appuntamento ogni sabato, quando riuscirò, aggiornerò.

Contre les portes de la nuit // sightancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora