Capitolo Tre - quarta parte

54 8 0
                                    

E poi, come se il tempo avesse rallentato per la loro fuga, i quattro cavalieri riuscirono a mettere piede fuori dalla biblioteca. La trave precipitò rovinosamente per terra un istante dopo, portando il resto dell'edificio con sé.

Aaron ed Enny caddero a terra sfranti per lo sforzo. Gregory si precipitò a controllare le condizioni di Thea e tirò un sospiro di sollievo nel momento in cui ne sentì il regolare battito del cuore.

-La trave ... ha ... rallentato – disse Enny sputando polvere ogni due parole. –Saremo ... morti –

-Di che diamine stai parlando? – chiese Aaron vedendo ancora pallini neri danzargli davanti agli occhi. Non aveva avuto il coraggio di guardare in alto nei secondi prima dell'impatto e si era concentrato sull'uscita.

-La fottuta trave Aaron- continuò Enny tentando di alzarsi. –Ha. Rallentato. –

-Sire- disse Gregory con lo sguardo rivolto nella direzione del castello. –Temo abbiamo problemi più gravi al momento-

Aaron ed Enny si voltarono e capirono a cosa il cavaliere si stesse riferendo.

"Un incendio" fu il primo pensiero del principe.

Fiamme si levavano alte tanto quanto la torre dell'ala Est e grida di donne, uomini e bambini indistintamente si udivano provenire dalle mura. Alcuni popolani dovevano aver avuto la sua stessa intuizione, poiché vide gente precipitarsi al castello con secchiate d'acqua per frenare la catastrofe.

Ma non era il fuoco il problema della corte, o per lo meno non quello più imminente. Le fiamme provenivano dalle torce che un intero esercito aveva portato all'interno delle mura insieme a forconi e spade. Le grida di gioia dei vittoriosi si confondevano con quelle di terrore e dolore di chi si trovava all'interno.

-La Regina Nera – mormorò Aaron a bocca asciutta. –Deve essere riuscita ad entrare e- -

Il principe si bloccò ancora prima di finire la frase. La Regina Nera era a miglia e miglia di distanza da Celestia. Il suo esercito, per quanto potente e spaventoso, non poteva aver penetrato i confini nel giro di dodici ore senza che nessuno al Consiglio ne fosse a conoscenza. Il suo esercito era sempre vestito interamente di nero e silenzioso come la morte. Niente grida di battaglia, niente risate di gioia per la vittoria. Il silenzio era una delle armi più potenti della sovrana, così come la paura che questo portava negli avversari. Questo non era il suo esercito.

-Lord Alastor – disse Enny stringendo i pugni. – Vedo il suo stemma ovunque -

Aaron sentì mancargli il respiro. Con la guerra che sfuriava ai confini, suo padre aveva tralasciato ciò che succedeva all'interno per mesi. Il Consiglio era sempre unanime e raramente avevano dovuto frenare guerre civili cominciate dai popolani stessi. Ma Lord Alastor? Quello era un'incognita. Non si erano ricevute sue notizie da mesi e giravano addirittura voci che fosse stato ucciso dalla Regina Nera dopo una stretta collaborazione con la stessa. Come aveva potuto organizzare un attentato senza che nessuno se ne accorgesse? Cosa sarebbe accaduto a suo padre una volta che avesse preso possesso del castello? Aaron non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo a Lady Janet...

Prima che Aaron potesse scattare verso il castello, Enny lo placcò buttandosi di peso sulla sua schiena.

-Che diamine stai facendo!? Devo andare ad aiutare mio padre! – gridò dimenandosi.

-Andando dritto dentro una trappola come un topo che viene attirato dal formaggio? Non in mia presenza – rispose stringendo la presa.

-Ma è mio padre! Cosa vuoi che faccia? Rimanga qui a guardare?! – chiese dando un altro strattone.

Enny non rispose e lo lasciò lottare. Nonostante la superiorità fisica, Aaron sarebbe riuscito a scappare se Gregory non fosse intervenuto in aiuto del primo cavaliere.

-Enny stanno arrivando – disse Gregory puntando un dito verso l'entrata principale del castello.

Un gruppo di dieci uomini armati si stava dirigendo nella loro direzione a passo spedito. Aaron non li conosceva di persona, ma ricordava i loro volti dalle numerose sedute in Consiglio che suo padre aveva avuto con Lord Alastor.

-Seguaci di Alastor – disse il principe.

-Dobbiamo andarcene – continuò Enny. –Ora -

Sebbene la strada principale dirigeva direttamente dal castello alla Biblioteca, la distanza che si frapponeva fra i due edifici era sufficiente a nascondere le fattezze dei quattro cavalieri agli uomini che si stavano avvicinando. Senza bisogno di ulteriori spiegazioni, Gregory aiutò il principe ad alzarsi ed Enny prese nuovamente in spalla Thea che stava lentamente riprendendo i sensi.

-Ce la fai a camminare? – le disse aiutandola a muoversi lentamente.

-C-credo di si – rispose lei toccandosi la ferita in fronte per testarne l'entità. Le sue palpebre sbattevano velocemente come per mettere a fuoco un'immagine che non avesse senso.

La Biblioteca di Macharia era posizionata strategicamente al centro della città, permettendone l'accesso diretto da quasi ogni strada. A Nord, la strada principale la collegava direttamente con il castello reale, a Sud con la strada del mercato e ad Est ed Ovest con le case del popolo. Aaron guidò il gruppo verso l'uscita Est, con la speranza che quella zona della città fosse rimasta intoccata. Ad Est si trovavano più generalmente le scuole e le case delle famiglie più benestanti della città ed il principe sperava di poter trovare il supporto di qualche sostenitore della famiglia reale. Sebbene Lord Alastor fosse un uomo spietato il cui unico scopo fosse quello di guadagnare il più possibile da ogni circostanza, non poteva certo uccidere un'intera nazione mentre il resto del popolo restava a guardare.

-Aaron non credo che sia una buona idea- disse Enny. – Quegli uomini si aspettano che tu prenda quella direzione, perché è esattamente la cosa più logica da fare. Se è noi che stanno cercando, e di questo puoi starne più che sicuro, ci seguiranno per questa strada. –

Aaron colse al volo il problema.

-Sud è fuori discussione. I mercanti venderebbero l'anima pur di entrare nelle grazie di Lord Alastor. –

-Il che ci porta a ... Ovest – concluse Gregory.

-Se volete essere impalati vivi dai cecchini sulla Torre di Guardia – disse una voce dietro di loro. –Certamente –

Aaron non potè fare a meno di sorridere non appena i suoi occhi si posarono sulla ragazza. Aveva abbandonato la divisa da cameriera in cui l'aveva vista pochi attimi prima ed indossava i classici abiti da viaggio in cui era abituato a vederla nelle sue visioni. Una lunga mantella nera ed usurata dal tempo la copriva interamente da capo a piedi, lasciando intravedere a stento i suoi occhi ed un paio di stivali consumati e sporchi di terra. Chiunque l'avrebbe scambiata per un viandante comune, ma Aaron l'avrebbe riconosciuta fra milioni.

La ragazza aveva incrociato le braccia al petto e continuava a spostare il peso da una gamba all'altra in attesa di una loro reazione.

-Come diamine ha fatto a cambiarsi durante l'apocalisse? – mormorò Enny.

Aaron ignorò il suo commento.

-Idee migliori principessa? - rispose sarcasticamente. Non voleva ammettere che il suo piano di andare verso la Torre di Guardia faceva acqua da ogni parte.

-Nord- disse senza esitazione. – Verso il Castello – 

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora