Capitolo Undici - prima parte

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Capitolo Undici

Atheena

Aaron non sapeva quanto tempo fosse passato: secondi, minuti ed ore si mischiavano insieme mentre Marion dormiva fra le sue braccia.

"Atheena" si corresse mentalmente.

Era caduta in un sonno profondo poco dopo avergli rivelato il suo nome. L'erba era tornata a fiorire intorno a loro ed a poco a poco il cerchio di morte nera che li circondava si era ristretto fino a scomparire. Enny era rimasto silenzioso per tutto il tempo, il suo unico movimento era stato quello di avvicinarsi a mano a mano che la natura ricresceva. Aaron non aveva il coraggio di parlargli, perloppiù perchè sapeva che parlarne avrebbe reso ciò che era successo reale.

"E cosa è successo?" continuava a ripensare.

Aveva poteri magici, questo era innegabile. Come? Di quello non ne aveva idea. Era stato forse quel marchio a concederglieli? Ed era un processo reversibile? Aaron guardò la sua mano: il simbolo brillava di una luce bluastra rievocante del calore che aveva sprigionato poco prima. Atheena era sembrata tanto confusa quanto lui da quel marchio, ma forse non era stata del tutto onesta con loro ... non sarebbe stata la prima volta che mentiva per salvarsi la pelle.

Enny si schiarì la voce per attirare la sua attenzione.

-Dunque – disse non incrociando i suoi occhi. – Lo sapevi? –

Aaron fu sorpreso dalla domanda. Non il "sarai la rovina di Macharia" o un "avresti potuto ucciderci tutti per sbaglio" che si era aspettato. Il suo amico voleva sapere se gli avesse tenuto nascosta un parte così importante della sua vita. Voleva sapere se gli avesse mentito.

-No. – la sua voce risultava estranea alle sue stesse orecchie.

-Quindi non hai idea di quello che tu stia facendo? – chiese. La sua attenzione si era spostata sulle sue mani ancora brillanti per il calore.

-Decisamente no-

-E hai un qualche modo di controllare come... spegnerlo? – continuò curioso. Aaron temeva che sarebbe diventato una delle tante curiosità che Enny adorava studiare, ma un grande peso si sollevò dalle sue spalle alla realizzazione che, nonostante tutto, l'amico non sembrasse spaventato.

Aaron chiuse gli occhi e si concentrò intensamente sul formicolio che percepiva nelle sue mani. Una gocciolina di sudore gli scivolò giù per la fronte mentre costringeva l'energia che gli passava attraverso ad uscire.

-Ehm Aaron – disse Enny facendosi indietro. -Credo che tu stia solo peggiorando la situazione –

Il principe riaprì gli occhi e notò che la natura avesse ricominciato ad appassire intorno a lui.

-Non capisco – rispose. – Qualunque cosa questa sia ... la sto espellendo, ma più ne' esce e più ne' torna! –

Enny aggrottò la fronte. – Forse è proprio quello il problema! – esclamò. I suoi occhi brillavano come quando riusciva a sfuggire alle punizioni che il Re gli aveva affibbiato nel corso del tempo. -Ricordi cosa disse Lili? Le creature magiche sono un tramite per la magia, non la fonte dell'energia stessa! –

Aaron capì al volo. -Quindi pensi che io debba semplicemente smettere di ... prendere la magia? –

Il cavaliere annuì con fervore. – Spiegherebbe il perchè le piante intorno a te continuano ad essere prive di energia: gli stai letteralmente succhiando via forza vitale. – Aaron apprezzò che l'amico avesse omesso il dettaglio che stesse succhiando anche la sua forza vitale se si fosse avvicinato troppo, ma sapeva che Enny ne fosse al corrente.

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora