Capitolo Diciassette
Dei e doni
Aaron avrebbe dovuto prendere per mano Enny.
Lanciarsi a passo spedito verso un tunnel buio con l'acqua di fogna che gli arrivasse alle caviglie senza vedere dove stesse andando? Un Troll avrebbe preso una decisione migliore di quella. Per diamine, persino Enny.
Aaron si accorse del suo errore non appena scivolò in una putrida pozzanghera portando giù Atheena con se. Entrambi imprecarono. Aaron più elegantemente.
Enny rise nel buio. – Prima lezione sugli Alastyn, grazie al fatto che devono essere in grado di nuotare a basse profonditá marine, la loro vista nell'oscurità è eccellente. – quelle furono le sue prime ed ultime parole nel tunnel. Ancora pesava fra di loro la sensazione che qualcosa si fosse rotto nel loro rapporto.
Aaron grugní di dolore in risposta. Atheena lo aiutò ad alzarsi tirandolo per il braccio. Il principe avrebbe volentieri illuminato il tunnel con un po' della propria magia, ma per fare ciò avrebbe dovuto lasciare la mano della ragazza. Ritenne più rischioso rimanere rinchiuso sotto terra con il rischio che Atheena facesse esplodere le pareti piuttosto che sbattere il sedere a terra un paio di volte. Inoltre, sapeva l'amica avesse bisogno della sua presenza che lo ammettesse o meno e lui non l'avrebbe lasciata da sola.
-Cosa ti ha detto Medea prima? – chiese per distrarla.
Il tunnel era tutto ciò che ci si posse aspettare da un acquedotto: umido, soffocante e maleodorante. Ogni passo nelle fogne era come sollevare un mattone intriso di letame. Non vi erano Stingersa comuni moschini li attaccavano senza pietá fino a fargli lacrimare gli occhi. Aaron cominciò a sbattere le ciglia insistentemente mentre il sudore gli colava giù per la fronte. Cercò di ignorare il fatto che le sue mani fossero scivolose per lo stesso motivo ed Atheena poteva sentirlo.
-Voleva sapere se avessi bevuto il siero della verità al posto tuo – rispose. Atheena cercava di mantenere la propria voce salda, ma Aaron sapeva stesse soffrendo. Non aveva mai percepito il loro legame magico così chiaramente come in quel momento: le barriere della ragazza erano spalancate, la magia libera di fluire fuori e dentro di lei. Aaron sentiva l'energia premere sulla sua pelle quasi con rabbia, come se non capisse perché fosse bloccata. Il principe non si capacitava di come lui potesse fermare una tale potenza.
-Cosa le hai risposto? – chiese curioso. Ancora non aveva idea del perché Medea avesse tanto rilievo al Circolo: era solo una vecchia signora.
Atheena sorrise spaventosamente nel buio. -Le ho detto di sí, ovviamente. E che se avesse riprovato a drogarti l'avrei fatta in pezzi io stessa e data in pasto ai lupi –
Aaron non seppe se essere grato o spaventato del fatto che la ragazza stesse dalla sua parte.
-Minacce vuote chiaramente – aggiunse dopo pochi secondi di silenzio.
-Chiaramente – rispose lui con un filo di voce. Aaron scosse la testa e ricordò quante volte Atheena avesse cercato di intimorire chiunque gli fosse intorno per paura di ferirli. Non era sua nemica.
Enny gli ordinò di fermarsi. Aaron percepì l'acqua ai suoi piedi scorrere con più rapidità e divenire più limpida. Una grande grata in ferro si apriva alla loro destra, lasciando entrare luce a rischiarare i loro volti. Gli occhi verdi di Atheena erano venati di rosso, come se avesse pianto di recente. Aaron si sentì uno sciocco per non essersene accorto. La ragazza si strofinò gli occhi con la mano libera e si avvicinò alle grate come se nulla fosse.
-Enny? – chiese lui. – Ti prego, dimmi che gli Alastyn avevano anche la capacità di sciogliere il ferro rinforzato. –
Enny ghignò. Sarebbe servito solo un po' più di tempo, ma le cose sarebbero tornate normali tra di loro, il principe ne era certo.
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Endhor - La profezia perduta #Wattys2020
Fantasy*Completa - in revisione* Tre doni, tre terre |Bagnate dal sangue, distrutte da guerre; Solo chi cominciò le potrà finire |O nel tentare i regni dovranno perire; Tre popoli, tre scontri; |Il cerchio di Endhor distruggerà le corti. Il volere degli as...