Epilogo

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Epilogo

Aaron chiuse gli occhi mentre la brezza marina gli accarezzava il viso. Le vele del vascello sbattevano vigorosamente mentre l'equipaggio faceva del suo meglio per stare dietro alle cime che tiravano veloci. Il principe sapeva la barca si stesse muovendo a più di trenta nodi senza troppi problemi. I Gamki guidavano le correnti sotto il ponte in loro aiuto, così come avrebbero fatto per i vascelli vestriani sotto sua richiesta.

Aaron si girò quando una voce familiare richiamò la sua attenzione. Per un istante, il principe pensò di vedere Enea, il suo amico d'infanzia, ma si rese subito conto con un tuffo al cuore che fosse suo fratello Castor. Ancora non si capacitava della loro somiglianza.

Castor, fra molte cose, era un contrabbandiere per il Circolo, il suo vascello il più veloce e resistente dell'intera nazione. Il suo equipaggio lo chiamava "benedetto dal mare", poichè le correnti non affondavano mai le sue barche. Aaron non sapeva quanto di quello derivasse dalle sue abilità di timoniere e quanto dalle sue origini marine.

Il fratello di Enea aveva offerto ad Aaron un veloce passaggio per Macharia mentre la flotta vestriana si preparava ad agire. La sua ultima conversazione con Re Charlie era stata rassicurante, ma Aaron ancora sentiva una sensazione di disagio nel sapere che non potesse supervisionare l'attacco marittimo di persona.

-La flotta impiegherà almeno un mese prima di essere pronta per la guerra – aveva detto Charlie. -Ti raggiungerò non appena sarò pronto a salpare –

Il Re aveva capito il bisogno imminente di Aaron di rientrare in patria. Aveva lasciato la propria casa nella speranza di trovare alleati, ma ora che questo obiettivo fosse stato raggiunto, doveva tornare ad aiutare i soldati che gli erano rimasti fedeli. Thea e Gregory erano stati chiari sul fatto che la resistenza non sarebbe durata ancora a lungo in assenza di comando e la famiglia reale era ancora nascosta. Re Hadrian aveva mandato provviste e sostegno ai ribelli, ma qualcosa lo fermava dall'agire di persona. Aaron sapeva non fosse dal padre non combattere le proprie battaglie, ma non poteva intuire cosa lo stesse fermando.

-Non mi hai mai detto come ti sia ferito in viso – disse il principe.

Charlie ghignò e sfiorò la cicatrice. -Il giorno che mio padre mi disse che ero destinato a sposare ... ah... te, per unire i nostri regni, ho deciso valesse la pena tentare il tutto per tutto. – lo guardò con un accenno di scuse. – Pensai che una principessa rotta non sarebbe stata accettata dai machariani. –

-Ti sei accoltellato pur di non essere costretto a sposare me! – esclamò lui. – Sto cercando di non offendermi -

Charlie alzò le mani. – A mia discolpa, pensavo fossi uno di quei cavalieri tutto muscoli e niente cervello che mi avrebbe costretto ad essere ciò che non sono – spiegò. – Ora mi rendo conto che nessuna delle cose che avessi pensato fosse vera. –

Aaron non seppe se prenderlo come un complimento o un'offesa. Charlie aveva questo potere. Oltre che, ovviamente, la capacità di volare, che ancora avevano deciso di tenere nascosta al suo regno. Un sovrano dotato di poteri soprannaturali era abbastanza difficile da accettare per Endhor... Due o tre, sarebbero stati impossibili.

Enea lo aveva salutato con un abbraccio che gli aveva fatto gemere le costole. I due amici non si separavano per più di ventiquattro ore da più di dieci anni, ma ora i loro destini avevano preso una strada diversa.

-Vorrei poter tornare con te ma ...devo trovare mio padre – aveva detto il cavaliere. – I Gamki mi hanno offerto il loro aiuto. È successo qualcosa ... non so bene cosa, ma ho intenzione di scoprirlo. –

Aaron gli aveva dato la sua benedizione. – Ci rivedremo fratello. –

Il loro addio gli pesava ancora nel petto. Si appoggiò sul parapetto della nave, cercando di scorgere le coste di Macharia in lontananza. Sapeva fossero ancora troppo lontani perchè quello fosse possibile, ma era l'unico modo che aveva per sfogare la sua ansia. Beh, quello e ...

-Pronto ad allenarti? – chiese Atheena alle sue spalle. I suoi capelli bianchi erano legati in una pratica treccia dietro la schiena ed i suoi occhi verdi brillavano di sfida. Gli lanciò una spada che lui afferrò al volo.

-Scherma? – chiese confuso. -Pensavo ci dovessimo allenare con la magia? –

Lei sbuffò irritata, come se ogni cosa che uscisse dalla sua bocca fosse pura idiozia. Aaron lo adorava.

-La magia si esaurisce, le spade si rompono – spiegò puntandogli la lama contro. -Sempre meglio essere preparati ad entrambe le cose. –

Aaron colpì la punta con la sua elsa e si mise in posizione d'attacco.

-En Garde- mormorò lui. La ragazza dai capelli bianchi partì all'attacco. 


Fine primo libro

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora