Capitolo Venti - prima parte

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Capitolo Venti

Piani ed allenamento

Era da due giorni che erano in mare aperto ed era da due Charlie era chino sul parapetto del vascello verde in viso.

A quanto pareva, fluttuare giù da una torre era un gioco da ragazzi, ma passare 48 ore su una barca era un'impresa impossibile per il suo stomaco.

Enny continuava a girargli attorno offrendogli acqua, fazzoletti, cibo o qualunque cosa di cui avesse bisogno. Aaron pensò che l'amico fosse a due passi da dargli un rene o un altro organo vitale pur di alleviare i suoi affanni.

Aaron, da parte sua, era afflitto da tutt'altri problemi. Passava gran parte del suo tempo seduto sulla poppa del vascello con i piedi che sfioravano l'acqua. L'oceano possedeva una tranquillità in cui lui non poteva rispecchiarsi.

Avevano deciso di trascorrere più tempo possibile al largo, per quanto le provviste di Nettuno glielo permettessero. Il loro piccolo gruppo aveva bisogno di tempo per pianificare in ogni dettaglio il loro ingresso a palazzo e di riacquistare le forze.

Più volte aveva visto emergere delle creaturine simili a piccoli pesci volanti emergere sul filo dell'acqua. Quando Aaron aveva mosso la mano per salutarli, quelli gli avevano risposto con uno spruzzo d'acqua amichevole ed erano tornati a nascondersi sul fondale.

"Gamki" aveva riflettuto vedendo le loro ali così simili a quelle di Ninfea.

E cosí un'altra specie che doveva essere estinta era sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia. Poteva percepire i loro piccoli cuori nuotare sotto la barca e aiutarlo a spostare le correnti. Non parlavano, ma le loro azioni erano cristalline come l'acqua: volevano che loro avessero successo nella loro impresa.

Il principe aveva lasciato la mano marchiata scoperta e si trovava ad accarezzarne le linee più spesso quanto gli piacesse ammettere.

Gli astri erano ... veri. Avevano pianificato il suo destino da quando era nato. Gli avevano conferito quegli strani poteri di cui non conosceva il vero scopo e si aspettavano che lui ... cosa? Salvasse Endhor? Non ne era sicuro. L'unica cosa certa era che il suo popolo avesse bisogno di lui. Non avrebbe abbandonato Macharia e la sua famiglia. Come gli avrebbe spiegato chi o cosa fosse diventato ... quello era un problema per un altro giorno. Ma il fatto che uno dei suoi avi avesse gli stessi poteri lo rincuorava.

Atheena non parlava molto. Da quando gli aveva rivelato chi fosse veramente, gli aveva rivolto la parola solo durante l'addestramento. Il loro piano avrebbe impiegato l'uso accurato dei i suoi poteri e non potevano permettersi errori.

Imparare la lingua degli astri si era rivelato molto più semplice di quanto avesse immaginato. Aaron non era mai stato portato alle lingue come Enny, ma questa fluiva sulla sua lingua con scioltezza, come se fosse nato per pronunciare quelle parole. Si sentiva molto più sotto controllo ora che aveva un modo per incanalare la sua energia.

Atheena gli spiegò che fu Medea ad insegnarle quel trucco, prima che cominciasse a provare ad usarla per le sue missioni di spionaggio.

-Medea era una strega potente nel fiore dei suoi anni – gli confidò in un raro momento di pausa nell'allenamento. -Ma ora gran parte del suo potere è impiegato per tenerla in vita... gli stregoni possono vivere centinaia di anni a patto che sacrifichino i loro poteri per il sostentamento delle funzioni vitali. Non sono sicura di quanti anni abbia Medea ma... potrei giurare almeno cento dalla terminologia che usa –

Aaron cercò di rimanere non troppo scioccato dalla rivelazione. Era forse questo che i suoi aveva avevano lasciato intendere mentre i loro poteri cominciavano a svanire? Che non sarebbero più stati immortali?

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora