Capitolo Ventiquattro - prima parte

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Capitolo Ventiquattro

Il principe dei Vestri

Aaron non si era mai sentito così vivo in tutta la sua corta esistenza. Era come se il proprio corpo fosse tutt'uno con l'oceano sotto di loro: immenso, feroce ed inarrestabile. Le grandi finestre esplosero sotto al suo comando dando spazio a quintali di acqua salata salita dall'oceano. Aaron non si fermò a pensare alla potenza disastrosa con cui l'acqua sarebbe ricaduta se lui l'avesse lasciata andare.

Invece, strinse il pugno ed il vortice attaccò la servitù obbedendo al suo ordine. Una delle guardie fu colpita in pieno petto dall'acqua con la forza di un toro, mentre l'altra riuscì a scansarsi in tempo. Aaron non ebbe il tempo di congratularsi con se stesso che il servo si rialzò in piedi come se nulla fosse successo. Il principe notò una goccia di sangue colare dal suo naso... no, non sangue: terra.

Atheena imprecò. -Non sono umani! – gridò. – Sono automi della morte!-

Aaron vide il suo vortice vacillare a riflesso della sua iniziativa. Aveva sentito storie e leggende sugli automi della morte, esseri plasmati dalla terra dalla Regina Nera con una goccia del proprio sangue per permettergli di assumere fattezze umane. Fungevano da suoi emissari, funzionari e servitù. Non provavano dolore, rabbia o gioia, esistevano solo per servire il sangue di coloro che l'avesse creati. I Cacciatori di Hustred erano macchine da guerra e la loro stessa essenza faceva tremare Aaron dalla testa ai piedi, ma erano pur sempre stati un tempo umani e rimanevano mortali... gli automi invece, non erano avversari che potesse battere.

Come a dimostrazione di ciò, l'automa caricò nella sua direzione incurante dal fatto che lui fosse circondato da un vortice d'acqua.

Atheena sguainò il coltello e gli corse incontro con un grido.

L'automa rise. – Non ti preoccupare principessa, verrà anche il tuo momento. – Con un gesto della sua mano, Atheena volò pericolosamente vicino alle finestre rotte.

-Ed ora, a noi – disse rivolgendosi ad Aaron. – Chi lo avrebbe mai detto che il mare ti scegliesse come paladino... ma non importa. Nessuno stregone può eguagliarmi in potenza. –

Il vortice d'acqua attaccò nuovamente, parando gli attacchi magici e fisici dell'automa verso di lui. Aaron era certo di non poter continuare a difendersi per molto. Con la coda dell'occhio vide Charlie ai piedi di Enny battersi abilmente contro l'altro automa. Il principe vestriano si lanciava in aria ogni volta che quello lo stesse per ferire ed atterrava solo per proteggere Enny, il quale stava lentamente riprendendo i sensi.

Atheena si era rialzata ed era occupata in un testa a testa di magia con Re Fhior stesso. Aaron non sapeva bene cosa stesse accadendo, ma potè giurare di aver visto crescere un albero dal nulla mettersi davanti ad Atheena per proteggerla.

L'automa arrivò ad un passo da lui e tentò un affondo con il coltello che aveva lasciato per terra poco prima. Aaron fece appena in tempo a piegarsi per schivarlo e gli gettò dell'acqua in viso. L'automa sputò e ripartì all'attacco.

Le guardie che li avevano bloccati all'entrata, corsero nella sala del trono attirati dalla rumore.

-Ma che diamine ... – mormorò quello più giovane.

La guardia più esperta non si lasciò scomporre e sferrò la propria spada. Un solo sguardo a Re Fhior e capì che c'era qualcosa che non quadrasse nel suo sovrano.

-Ragazzino, vai a chiamare aiuto. Siamo sotto attacco. – disse. – Io resto qui.-

La giovane guardia non se lo fece dire due volte e corse verso l'esterno. La guardia attaccò l'automa davanti ad Aaron con una destrezza di cui il principe avesse solo letto nei libri di storia. I suoi movimenti erano fluidi, la spada un'estensione del suo braccio. I piedi si muovevano leggiadri lontano e vicino all'automa, chiusi in una danza mortale. La mancanza di magia della donna era compensata dalla sua ferocia.

Aaron potè respirare per un istante. Charlie ed Enny erano spalla a spalla difendendosi dall'altro automa. Per ogni loro colpo che andasse in segno, l'automa riusciva a colpirli il doppio. Aaron lanciò una colonna d'acqua nella loro direzione spedendo l'automa a due metri di distanza. Sebbene Aaron sapesse che gli automi non potevano provare emozioni, giurò di vedere odio negli occhi vitrei di quello. L'automa schioccò le dita ed un mare di fuoco avvolse il principe. Aaron chiamò l'acqua a se, ma questo poteva fare poco per fermare le lingue ardenti che gli ustionavano la pelle.

-NO! – gridò Atheena. La potenza della sua voce risuonò nella sala del trono. Gli automi si bloccarono a mezz'aria in qualunque azione fossero occupati e crollarono in sabbia per terra. Il fuoco scomparve ed Aaron cadde a terra con un grido di dolore. La guardia svenne dallo sforzo. Il suo respiro usciva a stento, ma riuscì a sollevarsi quel poco che bastava per vedere che Atheena stava dando le spalle al suo assalitore.

-Piccola insolente! – disse Re Fhior, questa volta con una voce da donna. – Come OSI comandare i miei automi. Mi hai creato più danno che beneficio in questa vita, troverò un altro modo per prendere il mio dono!–

"Solo il sangue di chi li ha creati poteva fermare gli automi" pensò il principe con sollievo. La Regina non poteva comandarli più di quando non potesse la ragazza, sangue del suo sangue.

Atheena si girò appena in tempo per evitare un fendente mortale alle proprie spalle, ma fu spinta per terra dalla forza del suo attacco. Il suo pugnale era troppo lontano perchè lei potesse raggiungerlo. Delle redini invisibili tenevano la ragazza bloccata nonostante si dimenasse. Fhior alzò la lama preparandosi al colpo finale.

Aaron si spinse in avanti con tutte le proprie forze, ma i suoi arti feriti si rifiutavano di rispondere ai suoi comandi.

-Padre no! - Charlie volò dall'altra parte della stanza e si frappose fra lui ed Atheena.

Il Re esitò. Per un istante, i suoi occhi tornarono marrone cioccolato, simili a quelli del figlio. La spada era ancora sollevata sopra la sua testa, ma i suoi muscoli tremavano per lo sforzo.

-Charlie – disse affettuosamente, la sua voce tornata normale. -Spostati, non posso contenerla per molto! Mi dispiace figliolo–

Come a prova di ciò i suoi occhi tornarono vitrei ed afferrò la lama con più fervore.

- Vi prego! – Charlie era in lacrime. La sua lama era puntata alla gola del padre, ma non aveva il se il coraggio di affondarla.

Fhior era scomparso e la Regina Nera rise nel suo corpo. -Piccolo idiota. – Al suo schiocco di dita, il coltello di Charlie volò lontano.

Il Re calò la spada sul collo di Charlie, ma si fermò a pochi millimetri dalla sua gola. La spada cadde dalle sue mani, il clangore rimbombante nella sala del trono. Una chiazza rossa si aprì poco sopra il suo cuore ed il Re la fissò con sorpresa.

-NO! – gridò mentre si accasciava per terra. Dietro di lui, Enny si innalzava tremante con un coltello sporco di sangue in mano.

Charlie si mosse a sostenere la testa del padre prima che cadesse, scosso da singhiozzi.

Atheena fu libera dai suoi vincoli invisibili e corse affianco ad Aaron.

-Oh dei oh dei oh dei – mormorava, il che non fece molto per rassicurare il principe della propria condizione.

Aaron provò a dirle che non si doveva preoccupare, che tutto sarebbe andato per il verso giusto, ma nulla uscì dalla sua bocca se non un mugolio di sofferenza. 

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora