I cancelli di Xenia erano immensi ed ... inutili. Due grandi porte bianche si innalzavano di fronte ad un possente pontile di guardia e permettevano ad un flusso costante di persone di entrare ed uscire dopo un attento controllo ad opera di funzionari di corte muniti di armatura. Ai lati delle porte si estendevano delle basse mura bianche che delineavano i confini dell'intera città. Saranno state alte uno o due metri al massimo ed il principe non si capacitava del come la gente non si limitasse a scavalcare il confine senza passare per i controlli prestabiliti.
-Arcieri – rispose Atheena alla sua domanda inespressa. Indicò delle alte torri che si estendevano ogni chilometro a vista d'occhio intorno alle mura. -Se provi ad entrare senza passare dai controlli, la legge prevede una morte istantanea –
-E gli arceri vestriani non commettono errori – dissero i due cavalieri allo stesso momento. Aaron sorrise ripensando a quante lezioni di storia d'armi lui ed Enny avessero condiviso, di tutte le volte che Fendrel li aveva impressionati con le mistiche storie dell'esercito vestriano.
-Conosco qualcuno all'interno – disse lei. – Seguitemi. –
Aaron si ritirò su il cappuccio mentre il formicolio nelle sue dita aumentava fino a fargli male. Un bruciore intenso gli fece notare che le sue dita stavano assumendo una tinta blu e le nascose d'istinto sotto il mantello.
Erano in fila dietro una colonna di contadini ed allevatori che stavano trasportando la loro merce in città. Molti sembravano annoiati, mentre altri si godevano la gita chiacchierando con i viandanti circostanti. I loro volti erano scuriti dall'abbronzatura e solcati da fossette chiare sulle loro guance, come se il costante sorriso non avesse permesso di abbronzarsi. Uno dei carri trasportava viveri e barili di liquidi ed il vecchio conducente non aveva smesso di parlare per un secondo nella passata mezz'ora.
-La migliore acqua dolce di tutto il regno vi dico! Parola di Meschimede! – continuava a dire a tutti e nessuno in particolare. -Niente più acqua distillata dal mare, bleah! La mia lingua si secca solo al pensiero! Questa è vera acqua di fonte! E per modiche cifre! –
Una stretta violenta allo stomaco costrinse il principe ad arrestare. Il barile d'acqua di fonte esplose violentemente liberando il liquido con la potenza di mille frecce. Se non fosse stato per la prontezza di riflessi di Enny che li spinse per terra, lui e la ragazza sarebbero stati investiti in pieno dalle schegge e feriti gravemente.
-Oh no! La mia acqua! – esclamò il commerciante in lacrime. – Qualcuno ha rovesciato la mia acqua! -
Il caos generale attirò l'attenzione delle guardie che si mossero nella loro direzione a spade sguainate. Il commerciante si inginocchiò davanti a loro pregandoli di risarcirlo per la sua perdita. Aaron avrebbe provato pena per il vecchio se solo non avesse sentito il sale sulla sua pelle non appena l'acqua l'aveva toccato.
Se quella era acqua di fonte, lui era un Krestin.
Le guardie indicarono il commerciante, i barili e le schegge del legno che li avevano quasi uccisi. Atheena tirò Aaron ed Enny per le maniche per confondersi con la folla che si era radunata.
"È stata un'esplosione!" ed "È solo caduta un pò d'acqua" erano i bisbigli che correvano fra le persone.
-Sono state le guardie – sentì Atheena sussurrare ad un'uomo. Quello sgranò gli occhi e si accese di un fuoco d'ira.
-VOGLIONO RUBARE LE NOSTRE MERCI – gridò di rimando facendo inferocire la folla.
Aaron seguì la ragazza fino all'entrata dei cancelli. L'ordinata fila si era distrutta dando vita ad una folla sconsiderata e feroce che si stava raggruppando intorno al povero venditore di acqua salata. Le guardie furono prese alla sprovvista e cominciarono a gridare ordini per placare la folla senza ricorrere alla forza. Atheena li aveva fatti uscire appena in tempo.
La rimanente guardia all'entrata non sembrava toccata dal caos che si era creato. Forse era solo una dei tanti subbugli che accadevano all'ordine del giorno. Il soldato era rimasto stoicamente all'ingresso a gambe divaricate e con l'elmo abbassato per evitare che nessuno passasse senza che lui se ne accorgesse. Atheena prese il principe per mano e la stretta che sentiva allo stomaco diminuì improvvisamente. Aaron tirò un sospiro di sollievo.
-Non lasciare la mia mano nemmeno per un istante da ora in poi, chiaro? – disse lei severa lasciando trasparire dubbio nella sua voce.
Con una nota di terrore Aaron si rese conto che fosse stato lui a causare l'esplosione che li aveva quasi uccisi.
La guardia gli intimò di fermarsi e li squadrò da capo a piedi. Loro scostarono il loro mantello così da potergli permettere di vedergli il volto. Il soldato alzò la visiera dell'elmo ed Aaron si trovò a fissare due vibranti e familiari occhi azzurri dall'altra parte. Quello si soffermò su di lui solo un istante prima di arrivare ad Enny. Un pensiero dietro la sua testa continuava a distrarlo, come se non riuscisse a cogliere un dettaglio importante.
-Cosa vi porta a Xenia? – disse la guardia come se stesse recitando una parte.
-Il mare, il cibo e la compagnia – rispose Atheena con una voce altrettanto finta. – Ma soprattutto le conchiglie rotonde di Endhor. –
Lui annuì e si guardò intorno prima di farsi da parte. Appoggiò una mano sulla spalla di Enny e strinse con affetto.
-Bentornato a casa fratello. –
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Endhor - La profezia perduta #Wattys2020
Fantasy*Completa - in revisione* Tre doni, tre terre |Bagnate dal sangue, distrutte da guerre; Solo chi cominciò le potrà finire |O nel tentare i regni dovranno perire; Tre popoli, tre scontri; |Il cerchio di Endhor distruggerà le corti. Il volere degli as...