Capitolo Diciotto - prima parte

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Capitolo Diciotto

Astri ed avi

Non appena Aaron si riprese dal dolore alla testa, spiegò ai suoi amici cosa avesse visto nella visione. Atheena rabbrividì alla menzione della Regina Nera, ma ascoltò attenta tutto il racconto per non perdere alcun dettaglio.

Non appena fuori dalle fogne, Enny li guidò verso la spiaggia. In parte era per permettere ad Aaron di recuperare le proprie forze (entrambi i compagni aveva concordato sul fatto che avesse un colorito orrendo), ed in parte alla ricerca di un posto dopo potevano parlare con tranquillità lontano da orecchie indiscrete. Avevano trovato da mangiare una delle prelibatezze del luogo: gulianor, che Aaron identificò come pesce crudo su un bastone. Nonostante il proprio risentimento nel mangiare una creatura del mare, il principe la accolse ben volentieri nel proprio stomaco. Fra la lunga camminata nel buio e la sua visione, avevano saltato un pasto e Aaron era privo di forze.

Seduto sulla sabbia, con la brezza marina che gli solleticava il naso, ad Aaron risultava difficile pensare che ci fosse qualcosa di male nel mondo.

-Come hai detto che si chiamavano i tre stregoni? – chiese Enny. Il suo cervello viaggiava verso una soluzione che Aaron non avrebbe mai trovato da solo.

-Jasmine, Mathias e Venice – elencò ricordando i loro volti.

Enny sbatté le mani sulle ginocchia ed emise un gridolino di gioia. – Mathias, ma certo! Ora ha tutto più senso! –

Atheena gli lanciò un sassolino trovato nella sabbia e lo colpì dritto negli occhi.

-Ahia! – protestò l'amico. – Ok, ok. Traduco per voi comuni mortali ehm .. stregoni –

La ragazza incrociò le braccia come non le piacesse essere definita comune. Le ore passate sotto il sole dei Vestri avevano fatto si che la sua pelle si scurisse leggermente. Le sue gote erano bruciate dal sole, mettendo ancora più in risalto i suoi occhi verdi. I capelli bianchi erano legati dietro la sua testa per non catturare attenzione. Ad uno sguardo poco attento sarebbero potuti passare per biondi.

-Mathias Grawlstic, o meglio Re Mathias Grawlstic, il primo Re di Macharia! – spiegò Enny lasciando Aaron a bocca aperta. Quello che aveva visto il una visione era il suo bis-nonno? – La descrizione fisica combacia a perfezione! E l'altra fanciulla? Venice Fadlë, prima Regina dei Vestri, la più grande combattente che sia mai esistita su questa terra ... certo se possedeva dei poteri magici ... ciò cambierebbe la nostra visione della storia! –

Aaron ringraziò gli dei che fosse già seduto, o le sue ginocchia avrebbero ceduto per la seconda volta in quella giornata. Testimonianze sull'origine di Macharia erano scarse e spesso incorrette. C'erano dicerie sul fatto che Endhor fosse governata da potenti stregoni e fosse caduta in rovina per l'abuso del loro potere. Altri dicevano che fossero solo dicerie. Le uniche vere prove erano stati i diari di guerra delle prime famiglie governanti. Queste non avevano mai menzionato che i re e le regine fossero dotati di poteri magici, con l'eccezione della Regina Nera. Ma se la sua visione era stata corretta, Mathias e Venice stavano perdendo poteri per volere degli dei e Jasmine era riuscita a trovare un modo per circumnavigare quella possibilità. Questo non significava che la famiglia reale non fosse mai stata in possesso delle arti magiche.

Atheena si concentrò su un altro dettaglio della visione. – E hai detto che stavano aspettando qualcosa? Un altro dono dagli dei? – chiese. – E gli dei gli avevano detto di aspettarli al solstizio d'inverno, d'estate e all'equinozio di primavera? –

Aaron fu sorpreso da quella nuova informazione. – Prego? –

Atheena lo guardò come uno studente lento di comprendonio. – Il giorno più corto e quello più lungo dell'anno e quello in cui sole e luna contendono.– spiegò. - Pensavo lo avessi capito... -

-Come nella profezia!- esclamò Enny alzando una mano verso l'amico. Aaron rifiutò di battergli il cinque e lui la riabbassò sconfitto. – Nel giorno piu' lungo, i fiori fioriranno | In quello piu' corto, i vascelli ripartiranno | Quando sole e luna contendono, i venti sposteranno. – ricordo' il cavaliere. - Sembra una descrizione dei doni che il tuo avo stesse aspettando ed una spiegazione del quando questi sarebbero stati consegnati. –

Atheena si stava guardano i piedi evitando di partecipare alla conversazione. Aaron ebbe l'impressione che qualcosa si fosse accesso nella sua testa e non volesse rivelarglielo. -Di che dono stava parlando Ninfea? – chiese la ragazza. Aaron le fece vedere il bracciale in perla senza che lasciasse il suo palmo e lei ne sembrò delusa. -Spero sia più utile di quello che sembra. Per ora dobbiamo tornare al Circolo, non vorrei sospettassero di una nostra fuga, vorrei non avere un mare di stregoni alle nostre calcagna prima di cena. Avranno anche capacità limitate, ma attirerebbero troppa attenzione su di noi. –

Enny fece roteare il pugnale sopra la testa per riaffermarlo destramente. -Ed io ho il compito di convincere la creatura più bella mia esistita sulla terra ad entrare nelle nostre fila. – disse con sguardo sognante. -Cercherò non farla innamorare troppo del sottoscritto –

Aaron tossí per nascondere una risata. Aveva visto come Charlotte avesse guardato l'amico e c'era ben poco di innamorato nel suo sguardo. – Sicuro amico, in bocca al lupo. –

Il principe sentì una stretta al cuore quando il mare scomparve dalla sua vista. Le palazzine colorate che tanto aveva apprezzato erano quasi pacchiane in confronto alla maestosità dell'oceano. Atheena bussò alla porta in legno ed il commiato del giorno precedente li accolse all'interno del Circolo.

Dioniso lo guardò speranzoso in attesa di una sua risposta, ma li gli fece cenno di aver bisogno di altro tempo per pensare. Il capo del Circolo non ebbe nemmeno di annuire che un altro membro lo aveva preso per il braccio richiedendo consiglio. Medea li fissava con interesse seduta sulla sua solita sedia.

Enny raggiunse Charlotte intenta a discutere accesamente con una membra del Circolo, gridando profanità accompagnate da un "Ma DOVETE aiutarmi", che Aaron pensò facesse ben poco per la sua causa. Il principe cercò di non ridere quando Enny fu colpito in pieno petto da un calice diretto verso la membra.

Atheena lo spinse verso la loro stanza senza troppe cerimonie. Aaron si fermò solo un istante per lanciare un occhiolino a Leo che gli rispose con uno sguardo omicida.

La camera era esattamente come l'avevano lasciata, con la differenza che la latrina era stata liberata dall'acqua stagnante. Atheena si sdraiò sul letto e gli ordinò di fare il primo turno di guardia.

-Tu mi stai dando un ordine? – chiese sarcastico. Aaron non era mai stato a favore della catena di comando ed era raro che persino lui desse degli ordini tanto diretti. - L'ultima volta che ho controllato, io rimango il principe di Macharia e tu la ladra che si è intrufolata nella mia Biblioteca. Consideralo un favore che io faccia la guardia e acconsento solo perché...-

-Profumo di alberi?- lo interruppe lei imitando la sua voce. Alla vista del suo rossore in viso, la ragazza scoppiò a ridere. – Se la pianti di suonare come un idiota, io la smetterò di trattarti come tale. Ora ho bisogno di dormire. –

E con quello si girò dall'altra parte e cadde in un sonno leggero. Aaron aveva ridicolizzato Enny per la sua fissazione con Charlotte senza pensare che lui potesse sembrare altrettanto ridicolo dall'esterno.

"È solo un'alleata" mentí a se stesso. Un solo sguardo alla sua figura dormiente causo' delle scintille sulla sua mano. "Ok, un'amica forse"

Il suo turno di guardia finí presto e quando chiuse gli occhi, pregò agli dei in cui aveva cominciato a credere di passare almeno una notte tranquilla. 

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora