Capitolo Cinque - prima parte

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Capitolo Cinque

La foresta rossa

La ragazza aveva trovato il passaggio sotto l'arena dei cadetti senza troppe difficoltà. Aaron pensò che fosse proprio il modo in cui era entrata inosservata all'interno della corte ed aveva avuto accesso ad una delle divise da cameriera che le aveva permesso di accedere alla biblioteca.

Il principe si lasciò ipnotizzare dai suoi movimenti fluidi mentre saltava fra le rovine degli edifici che fino a poche ore prima avevano costituito tutto il suo mondo. Enny teneva lo sguardo basso ed ogni volta che passavano un corpo e sentivano un grido di dolore mormorava parole che Aaron non riusciva a capire. Conoscendo l'amico, il cavaliere stava probabilmente cercando di coprire il proprio dolore con altri suoni.

Aaron non voleva non guardare. Così come Thea e Gregory, il principe non abbassò lo sguardo per tutto il tragitto fino a che non entrarono nel tunnel sotterraneo. Voleva che quelle immagini rimanessero impresse nella sua mente per il resto della sua vita. Per non dimenticare e per vendicare ciò che gli era stato levato.

La ragazza si fermò all'improvviso facendogli segno di stare in silenzio. Una ciocca di capelli castani era sfuggita alla coda con cui aveva legato i capelli e si era attaccata alle sue guance sporche di sudore e cenere.

Il gruppo si nascose nell'ombra del tunnel ed aspettò che la ragazza permettesse loro di continuare. Nonostante i mille pensieri che gli affollavano la testa, Aaron non riusciva a capire perchè la ragazza non li avesse già abbandonati. La sua strategia di sopravvivenza fino a questo momento era stata abbastanza chiara: sii invisibile. Un gruppo più numeroso di persone era più difficile da far scomparire. Soprattutto se uno dei fuggitivi era altamente ricercato e l'altro era il figlio del regnante della regione sotto assedio.

Aaron sentì delle voci soffuse allontanarsi dal loro nascondiglio. Parlavano di ingiustizie e della tanto richiesta liberazione e ci volle tutta la sua forza di volontà per non inseguirli e fargli pagare per ciò che avevano fatto.

Come se potesse leggere la sua mente, Enny gli mise una mano sulla spalla e scosse leggermente la testa.

La ragazza si rialzò e fece cenno di seguirla. Il tunnel si addentrava sempre di più verso le profondità del castello. Svolta dopo svolta, le torce che illuminavano il cammino erano sempre meno frequenti e le grida che venivano dall'esterno sempre più silenziose fino a che non cessarono completamente. L'unico suono a rompere il silenzio era quello dei loro passi ed il respiro affannato di Thea. Chiaramente non si era ancora ripresa dalla concussione alla testa ed avrebbe avuto bisogno di ben più di pochi minuti di riposo ogni ora per riprendersi. Quando anche l'ultima torcia si spense, la ragazza ordinò al gruppo di prendersi per mano e continuare a seguirla.

-L'ultima cosa che ci serve è perderci qualcuno per strada- spiegò quando Enny ne chiese la motivazione.

-E come faresti tu a sapere dove stiamo andando?- chiese Gregory. -Nessuna offesa, ma per quello che ne sappiamo tu potresti essere una spia di Lord Alastor e ci potresti stare portando direttamente da...-

-Non lo sapete e non ho alcuna intenzione di perdere tempo a convincere nessuno – lo interruppe lei freddamente. -L'uscita da questo tunnel è a circa 3 chilometri di distanza. Dopo, le nostre strade si separano –

Gregory sembrò soddisfatto dalla risposta e afferrò la mano di Thea ed Enny davanti a lui. La ragazza prese la mano del principe. Una leggera scossa come quella che aveva provato quando lei gli aveva puntato il coltello alla gola gli era passata per la schiena. Aaron pensò di averlo immaginato, ma la ragazza esitò a muovere il passo successivo per un secondo di troppo, come se anche lei avesse avuto la stessa sensazione.

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora