Capitolo Quattro - terza parte

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-Hanno attaccato i ragazzi in fase di addestramento – disse Enny mantenendo a stento la rabbia. –Hanno attaccato dei bambini –

-Gli stessi bambini che voi avreste mandato al macello nel giro di poche settimane – ribattè la ragazza freddamente.

Quelle parole ferirono Aaron più profondamente di quanto la lama del fante avrebbe mai potuto fare: aveva ragione.

Gruppi di soldati di Lord Alastor vagavano per le strade, ma era evidente che la battaglia fosse terminata ancora prima di cominciare. Stavano solo cercando di ottenere quanto più bottino possibile dalle bancarelle distrutte e dai cadaveri. Si aggiravano come corvi della morte sulle prede che avevano appena ucciso. Aaron si girò per guardare una donna piangere sul corpicino di un bambino di pochi anni giacente a terra esanime. I suoi occhi azzurri erano ancora aperti al cielo e nella manina paffuta stringeva un piccolo pupazzetto di legno. Il principe si fermò e si avvicinò alla donna prima che i suoi amici potessero fermarlo.

Si inchinò vicino alla donna in lacrime e si levò il mantello dal volto. La donna sgranò gli occhi non appena riconobbe il suo volto, ma non disse nulla.

-Pagheranno per questo – le disse guardando il bambino.

Aaron sentì una mano sulla sua spalla e un brivido caldo lo percorse lungo la sua schiena. La ragazza si inginocchiò vicino a lui.

-Il suo bambino è in un posto migliore – disse con estrema dolcezza.

Sebbene fossero semplici parole di conforto per una perdita tanto dolorosa, la madre annuì e tirò un sospiro di sollievo chiudendo gli occhi. Posò il volto vicino al corpo esanime e smise di piangere. La ragazza si volse verso di lui e gli offrì una mano per rialzarsi. Aaron esitò solo un istante prima di prenderla.

Marion avrebbe continuato a mentirgli sui suoi veri sentimenti, ma il principe la vedeva per quello che era veramente. I suoi occhi tradivano tristezza.

-Mi è stato riferito che ci siano dei passaggi sotterranei che portano all'esterno del castello senza passare dai mercati principali – disse la ragazza tirando su il mantello ancora una volta fino a coprirle gli occhi.

-Corretto- approvò Enny prima che Aaron potesse rispondere. Le grida strazianti di un ragazzo avevano distratto la sua attenzione dalla conversazione. Il fumo delle bancarelle in fiamme lo rendeva incapace di formulare un pensiero coerente. -L'entrata è appena sotto l'ingresso all'arena dei cadetti –

Il suo popolo contava sul proprio principe per difenderlo e lui stava cercando una via d'uscita senza combattere. Una via d'uscita che era nascosta alla maggior parte della popolazione che era stata condannata a morire senza ragione.

-Voi andate avanti- disse Aaron girandosi in direzione del castello. L'ingresso era a stento visibile attraverso il fumo e la massa di gente che correva senza una direzione. -Io vi raggiungerò quando Lord Alastor avrà avuto ciò che si merita –

Thea e Gregory si scambiarono uno sguardo veloce.

-Siamo con lei Sire – dissero in unisono. – Fino alla fine di Macharia -

-Macharia è già finita - li contraddisse Enny. L'amico si pulì il viso dalla fuliggine che gli si era accumulata sulla fronte e lo afferrò per le spalle. -Guardati intorno Aaron. Lord Alastor ha già vinto. –

Aaron scosse la testa e si rifiutò di rivolgere lo sguardo alla donna svenuta vicino ai resti del proprio bambino.

-Macharia è caduta – continuò con occhi lucidi. –Ora sta a noi decidere se cadere con lei o vendicarla –

Aaron provò a trovare le parole ma nessun suono uscì dalla sua bocca se non un singhiozzo. Suo padre avrebbe saputo cosa fare. Un vero sovrano sapeva prendere decisioni difficili come questa. Ma suo padre non era lì e non poteva scegliere per lui. Forse non avrebbe mai più preso una decisione per lui per il resto della sua vita. Aaron sentì un immenso vuoto nel petto al pensiero della morte di suo padre.

Il principe chiuse gli occhi e rivide la bambina dai capelli bianchi correre. Adesso era venuto il suo momento di scappare. 

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora