Capitolo Diciannove - prima parte

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Capitolo Diciannove

Erede del vento

Gli dei avevano un terribile senso dell'umorismo.

Aaron ne fu più che sicuro quando un'esplosione lo fece saltare fuori dalla propria pelle nel cuore della notte. Il principe dovette strofinarsi gli occhi più volte per capire che non stesse sognando. Atheena aveva sfoderato il coltello ed era già in piedi pronta all'azione. Non appena la vide, i ricordi della giornata precedente erano riaffiorati ed il principe non potè fare a meno di arrossire. Un'altro scoppio fu seguito da un grido familiare nella stanza affianco.

-Enny!- gridò Aaron lanciandosi verso la porta.

Una volta fuori dalla stanza, una corrente d'aria gelida lo investì in pieno petto. La stanza circolare era vuota, con l'eccezione delle guardie appostate di fronte alle porte. Nessuna sembrava impressionata dagli scoppi provenienti dall'unica stanza senza guardia. Il fuoco ancora ardeva al centro del tavolo, ma la fiamma oscillava pericolosamente a causa del vento. Un'altro grido mosse Aaron nella direzione della porta semi-aperta.

"Un tornado" pensò prima di realizzare che ciò fosse impossibile.

La stanza era in subbuglio: coperte e fogli volavano in una folle spirale all'interno della stanza circondate da vapore accumulato in cima al soffitto. Enny ... no, Castor era accovacciato dietro la scrivania con la speranza di schivare uno sciame di penne che lo stavano attaccando.

Enny era in piedi al centro della stanza combattendo con tutte le sue forze per rimanere ancorato al terreno. Ma la cosa più assurda di tutte, era Charlotte: la ragazza era seduta sul letto a gambe incrociate con gli occhi chiusi, come se stesse meditando e non si accorgesse di ciò che stesse succedendo intorno a lei. Aaron sentì le mani formicolare e percepì l'energia che veniva risucchiata dalla stanza verso la principessa.

-È una strega! – gridò Atheena dietro di lui. Suo malgrado, lo stava usando come scudo umano contro il vento gelido.

Enny si rese conto della loro presenza e forzò un sorriso sghembo nella loro direzione. -Non credo sia molto d'accordo con il tuo piano, Sarah!-

Aaron si piegò appena in tempo prima che lo sciame di penne lo infilzasse come uno spiedino di pesce. La ragazza non fu altrettanto fortunata ed uno stilo riuscì a tagliarla in viso. Lei si toccò la guancia bagnata di rosso e strinse gli occhi lampeggianti di rabbia.

Scintille di elettricità illuminavano le nuvole di vapore sopra le loro teste ed Aaron pensò che morire fulminati al chiuso era proprio uno stupido modo di essere spediti nell'altro mondo.

Una grande quantità di energia fu attirata alle sue spalle. Aaron fece appena in tempo a voltarsi che un'immensa luce lo costrinse a coprirsi gli occhi. Il vento si sembrò esitare. I capelli corti di Charlotte fluttuavano nell'aria come se immersi in acqua. I suoi occhi erano ora aperti e spaventati.

Aaron conosceva bene quella sensazione: era quella di qualcuno che non fosse in controllo. Atheena aveva fatto in modo che la principessa si concentrasse su altro che non fossero le sue emozioni e gli aveva permesso di riacquistare le sue capacità cognitive.

-Andate via- disse fra i denti, come se ogni parola gli costasse uno sforzo enorme. – Non posso aiutarvi, non posso nemmeno aiutare mio padre ... o me stessa. –

Atheena la ignorò e si inginocchiò vicino a lei porgendogli la mano. -Aiuteremo te e tuo padre. Siamo come te. –

Atheena mise così tanto potere nelle proprie parole che era difficile non crederle. Aaron si chiese se anche quello fosse un trucco magico, o se credesse così tanto nella loro missione che la sua sicurezza ispirava fiducia nelle altre persone.

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora