Capitolo Ventuno - prima parte

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Capitolo Ventuno

Il richiamo del mare

Le correnti marine sembravano essere in loro favore durante la rotta notturna di ritorno. Nettuno fu felice di prendere il timone e lasciare ad Aaron solo il compito di assicurarsi che correnti improvvise non li facessero sbilanciare. Erano proprio quelle che naufragavano molti navi mercantili di quei tempi.

Il principe scese sotto coperta con l'idea di chiedere ad Enea di tirare un pò di spada. I nervi per la missione imminente lo rendevano irrequieto e non sarebbe riuscito a dormire. Lo trovò a russare rumorosamente su un'amaca affiancato da Charlie. Probabilmente si erano addormentati al termine di uno dei tanti battibecchi. Aaron decise di lasciarli riposare. Fece per stendersi sull'amaca lì affianco quando si rese conto che la luce della cabina fosse ancora accesa. Il principe intravide dall'esterno Atheena chinata su delle carte mettendosi le mani fra i capelli.

Bussò tre volte sulla porta aperta senza ottenere risposta. La ragazza scattò quando gli mise una mano sulla spalla passandogli una scossa.

-Oh... scusa non volevo spaventarti – disse alzando le mani. – Niente sonno? –

Lei scosse la testa. – Ci sono così tante cose che potrebbero andare storte. – disse. – È il mio piano, la mia idea... non ... non voglio che gente muoia per causa mia –

Atheena sembrava in punto di lacrime. La ragazza sembrava sempre sapere cosa fare, con chi parlare, dove andare ... Aaron dimenticava spesso che la ragazza fosse giovane tanto quanto lui. Nessuno avrebbe dovuto sostenere un tale peso sulle proprie spalle per così tanto tempo.

-Ti ricordo che stai parlando con il principe di Macharia, per un piano che coinvolge il principe dei Vestri e un mezzosangue Alastyn. – rispose lui ridendo. -Sarà anche il tuo piano, ma la nostra partecipazione è volontaria. Penso che Charlie ed Enea appoggerebbero la mia affermazione quando dico che tu non abbia alcun dovere nei nostri confronti. –

Lei si accasciò sulle mappe di Xenia e cominciò a singhiozzare silenziosamente.

Aaron non era mai stato in grado di consolare altre persone. Per gli dei, a stento sapeva consolare se stesso. Ripensò a quando sua madre lo cullava dopo una visione particolarmente intensa e a quanto conforto gli desse il calore di un altro corpo umano quando null'altro aveva senso. Aaron si sedette affianco a lei ed abbracciò l'amica. Lei si irrigidì ed il principe pensò che gli stesse per sferrare un pugno nello stomaco. Atheena rilasso le spalle ed appoggiò la testa sul suo petto.

Prima che Aaron potesse capire quello che provasse, la stanza intorno a lui si dissolse ed il suo corpo perse solidità.

Era in una stanza buia, ma non aveva paura. Finchè le tenebre l'avvolgevano, la bambina non doveva preoccuparsi che la sua carceriera arrivasse. Era quando le torce si illuminavano che cominciava a tremare.

Uno dei cacciatori era immobile di fronte alla sua porta.

"Inutilmente" pensò con rammarico. Come se lei avesse la forza o la capacità di scappare. Atheena non sapeva quanti anni avesse, ma di certo non era grande a sufficienza per combattere a mani nude un soldato.

La Regina Nera le aveva detto poche cose al suo riguardo. Chi fosse, perchè fosse lì, quale era il suo scopo. Atheena non capiva ogni cosa, ma sapeva che ci fosse qualcosa di sbagliato nel suo modo di vivere.

Aaron vide la bambina dai capelli bianchi giocare con le catene con cui era legata alla parete. Solo una piccola finestra nella notte buia permetteva alla luce lunare di illuminare i suoi lineamenti fini. Era più giovane di quello che Aaron avesse mai visto: quella era una memoria che non aveva mai avuto.

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora