Capitolo Due - terza parte

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Se l'idea di Aaron stava funzionando, suo padre era stato avvertito delle sue "innocenti" intenzioni nell'istante in cui aveva finito di pronunciare la frase.

-Certamente Sire - Fendrel sembrò preso così alla sprovvista dalla sua proposta che si rivolse a lui con il suo titolo onorario.

Il cavaliere conosceva Aaron da quando aveva cominciato a prendere in mano una spada e di solito tendeva a dimenticare di rivolgersi a lui come ad un membro della famiglia reale, così come lui di definirlo "Sir".

"I nomignoli li lascio ai sapienti, io conosco solo l'arte della spada" gli aveva detto fin dalla prima lezione si scherma.

Aaron si congedò con un saluto e si diresse verso l'ala Nord del palazzo. Le guardie si aggiravano frenetiche vicino alle mura, segno che il verdetto del Consiglio era arrivato anche ai bassi fondi. Aaron cominciò a mordersi un labbro pensando all'imminente rivoluzione della classe mercantile non appena questa si fosse resa conto che sacrificio il proprio Re gli stava chiedendo.

Si ritrovò a guardare un bambino correre vicino alla bancarella del padre, chiedendosi fra quanto tempo questo sarebbe diventato carne da macello in battaglia.

Scosse la testa per schiarirsi i pensieri e riprese a camminare.

Se c'era una persona che poteva dirgli qualcosa di più su questa ipotetica profezia, questa era Enny.

Il padre non gli aveva mai nascosto niente riguardo piani di battaglia ed operazioni militari in atto, indipendentemente dal loro livello di rischio e temeva che andando contro il suo volere avrebbe perso la sua fiducia.

Ma poteva veramente guidare un'orda di ragazzini sotto il suo comando verso morte certa senza conoscere tutte le opzioni a disposizione? Più che fiducia, era speranza a muovere le sue azioni, la speranza che qualcosa potesse effettivamente salvarli da una situazione così drammatica.

- Hai visto Enny? - chiese alla prima guardia che gli capitò sotto tiro. Quello rispose velocemente scuotendo la testa e distolse lo sguardo per ritornare al servizio.

Il sole era definitivamente calato e di Enny ancora non vi era l'ombra.

Il principe decise di andare a cercare il proprio amico direttamente negli alloggi militari, dove viveva da ormai tutta una vita. I suoi genitori lo avevano lasciato alle cure del castello a soli sette anni, ritenendolo un posto più sicuro per la sua crescita rispetto alla propria casa. Sebbene Aaron non avesse capito in principio il motivo di questa separazione forzata, Enny non si era mai lamentato e lui lo aveva accettato senza domande.

Il corridoio era talmente stretto da permettere a stento il passaggio di due persone molto vicine fra loro. Era una struttura edificata appositamente in quel modo, così che la difesa delle stanze sarebbe stata più semplice in caso di attacco. Era pensata come una sorta di ultima sponda per la famiglia reale ed i nobili e proprio per questo motivo era collocata nel cuore del castello.

Aaron aveva una strana sensazione dietro la nuca, come se qualcuno lo stesse osservando. Le torce proiettavano sulle pareti ombre confuse e raccapriccianti dandogli l'impressione di allungarsi verso di lui non appena questo si fosse girato.

Aaron aumentò istintivamente il passo.

"Sono solo delle stupide ombre" pensò tentando di calmarsi. Se Enny l'avesse visto in quel momento l'avrebbe preso in giro a vita, ma la sensazione che aveva non ne voleva sapere di scomparire.

Un vento gelido gli attraversò le ossa mentre cominciò a correre verso le stanze.

-Enny! - gridò senza sapere chi altro potesse sentirlo.

Endhor - La profezia perduta #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora