5.

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pov's t/n

non sapevo cosa dire, è così che perderò i miei amici più cari? solo perché sono una egoista che pensa per i fatti suoi quindi invece di viversi la bella vita sta qui in prigione?

erwin: dai ragazzi è tempo di andare..
dice risvegliandomi dai miei pensieri
larray: addio t/n...
se ne vanno col volto rivolto verso il basso.
io: LARRAY! SAMANTHA!
escono dalla porta.. e ora che si fa?
io: MERDA
per la rabbia tiro un pugno al muro talmente forte che comincia a sanguinarmi, ma non provo alcun dolore, sono troppo arrabbiata per pensare al dolore.
continuo a tirare i pugni al muro ormai sporche di sangue.
levi: FERMATI! finirai per perdere entrambi le mani.
tsk, figurati se in questo momento sto ad ascoltarlo, non l'ho mai ascoltato figurati ora.
levi: e va bene, con le buone non si risolve niente con te, sei un caso perso..

si alza dalla sedia, entra nella cella e mi prende da dietro per distaccarmi dal muro.
io: LASCIAMI HELLO KITTY DI MERDA, NON HO ANCORA FINITO DI SFOGARMI.
cerco di dimenarmi ma con scarsi risultati, nonostante lui fosse basso di statura era comunque più alto di me ed era anche più robusto.
mi afferra i polsi e me li lega.
levi: adesso voglio vedere come tiri i pugni al muro, tsk.
mi guarda negli occhi e poi esce dalla cella e ritorna a sedersi sulla panchina che c'è di fronte.

ormai stanca mi accascio in un angolino  e rimango in silenzio con le gocciole di sangue che vanno per terra di sottofondo.
levi: io vado a chiamare qualcuno per disinfettarti le ferite, tu rimani lì.
io: perché dove dovrei andare scusami.
levi: tsk.
detto ciò se ne va.
e lui dovrebbe essere un caporale? ha una mentalità che neanche i bambini, forse anche per questo lo chiamo hello kitty.

poco dopo lo ritrovo da solo con delle bende e acqua disinfettante.
levi: il medico aveva da fare, allora me ne occupo io di disinfettarti le ferite.
io: tsk, lo so fare benissimo da sola.
rispondo seccata, in questo momento non voglio nessuno vicino.
levi: si può sapere perché cazzo ce l'hai con me mocciosa.
era abbastanza irritato, ma non me ne può fregare di meno.
io: perché tu non sei arrabbiato con me perché ti ho rapito.
levi: si ma almeno io ho un motivo per essere incazzato con te, ma tu non hai motivi.
dice lanciandomi quello che ha preso per disinfettarmi le ferite.
io: non ho motivi? ahah, caro non mi conosci, non dire certe cazzate su persone alla quale conosci a mala pena il nome.
detto ciò comincio a versare l'acqua ossigenata sulle ferite.
bruciava peggio del fuoco, sicuro che non è veleno.
faccio un piccolo gemito dal dolore che fortunatamente la persona qui presente non ha notato.

levi: e allora ti voglio conoscere perché sono curioso di tutta questa incazzatura.
io questo mo lo uccido.

io: beh potrei prendere la semplice scusa del fatto che mi avete privato delle persone più importanti della mia vita.
mi fermo e scende una lacrima.
io: più di una volta...
me l'asciugo impedendogli di proseguire il suo percorso tra la mia guancia.
alzo lo sguardo e vedo un esemplare di hello kitty stupito.
levi: più di una volta? cosa vorresti intendere più di una volta.
io: sono fatti miei.
rispondo direttamente, lui ci rinuncia e si butta sulla panchina.

ormai era ora di dormire e il sonno si faceva sentire sempre di più, non avevo neanche cenato, non avevo fame.
mi allungo a quel misero letto con tanto di coperta stropicciata e chiudo gli occhi.
io: buonanotte hello kitty.
levi: tsk, notte mocciosa.

passa una settimana ed io e questa persona insopportabile non facciamo altro che litigare, l'unico momento di pace è quando dormiamo.
mi mancano i miei amici? si eccome se mi mancano, però a quanto pare non li vedrò mai più e loro molto probabilmente già si saranno scordati di me visto che avranno fatto nuove amicizie con i loro compagni.

ad un certo punto sento la porta del seminterrato aprirsi, sperando che fossero i miei amici a farmi visita mi alzo di colpo, però mi ritrovo un sopracciglione davanti a me, sbuffo e mi risiedo sul mio letto.
il comandante infine si mise davanti alla cella e si sedette su una delle sedie presenti lì.
erwin: ci hai ripensato?
mi chiede subito dopo, io non rispondo, non voglio avere a che fare con nessuno.
levi: mocciosa, ti ha fatto una domanda.
sbuffo e alzo lo sguardo notando che il sopracciglione mi stava guardando.

io: no, non ci ho ripensato, non starò mai con degli assass-
mi fermo, non voglio ricordare il passato, tantomeno ricordarlo.
erwin: assassini? noi non siamo degli assassini.
io rimango in silenzio.
levi: che cosa intendi per assassini t/n?
si mette a braccia conserte aspettando una mia risposta.
io: non lo dico per non ricordare.
rispondo seccata tremando dal nervoso.
erwin: lo sanno i tuoi genitori che stai in carcere? potrebbero essere preoccupati per te.
dice di punto in bianco, magari si ricorda che cosa hanno fatto, eccome se se lo ricorda, a quanto pare vuole avere la certezza di quello che penso.
io: morti.

loro sobbalzano per la mia affermazione.
erwin: oh, scusami non volevo.. come sono morti?
dice con sguardo convinto.
io: non voglio ricordare.
mi scende una lacrima che asciugo subito, sto carcere mi sta facendo impazzire, non piango da tantissimo tempo.
erwin: ok, a quanto pare samantha e larray sono gli unici a starti vicino non è vero?
io annuisco lentamente con la testa.
erwin: allora se non vuoi rimanere sola, entra nella legione, ti farai una nuova famiglia piena di persone che ti vogliono bene.
io: tsk ed io secondo te sono così stupida da non capire che mi hai privato dei unici amici solo per farmi indebolire e cedere? te lo scordi sopracciglione.
levi accenna un sorriso.
levi: astuta la ragazza eh.
dice tirando una gomitata al comandante.

erwin: beh si t/n, mi hai beccato, però noi abbiamo bisogno anche di una come te nel gruppo.
io: tsk, come siete sopravvissuti prima, sopravvivrete anche dopo...



rivali [levi x reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora