26 settembre.
12.00pmIl freddo è entrato con la delicatezza di uno scaricatore di porto nel tardo mese; nessuna previsione, niente maglione a dolce vita quel giorno...
Hanna s'affretta a ripararsi sotto uno dei porticati dell'enorme municipio del suo paesello: uno spicchio di Mondo dimenticato dal Governo ma che ben funziona grazie all'agricoltura sostenibile di tante famiglie poco numerose.
Raggiungere i tre figli per casa era un miracolo, superarli era una benedizione perché quasi nessuna donna poteva permettersi così tanti marmocchi gironzolare per casa.La pioggia divampa come missili in piena guerra, sembra di essere sotto attacco...
Tra i passanti si fa carico di borsa ed ombrello per raggiungere un posto di ristoro.
Avrebbe riattaccato col lavoro fra qualche ora e non c'era tempo per tornare a casa.🦋
Scelse un ristorante di Ramen, ma non riuscì a trovare un posto libero: i turisti stavano invadendo la sua priorità di cibarsi di un buon piatto caldo di spaghetti fumanti.
<<Dannazione>>.
Con un po'di rammarico, finì nella prima caffetteria del viottolo in discesa; il posto le sembrò familiare, le ricordava il McCafé dove sua sorella ha lavoro parecchi anni a dietro.
Con un po'd'ansia all'entrata - come chissà cosa potesse succedere all'interno - si fece coraggio e decise di aprire la porta.
Al suono del campanello la maggior parte dei presenti si girò verso di lei che - a disagio- cerco di sedersi il prima possibile di fronte ad un'altra donna intenta a leggere un quotidiano.
Non era male sedersi lì, anche perché non c'era alcun altro posto dove andare; vicino i grandi finestroni traspirava una leggera aria congelata - questo perché le chiusure non erano ad infissi ma in legno quercia.
<<Le dò fastidio se mi siedo con lei?>> Chiese la ragazza in po' timorosa che la signora le dicesse di andar via perché già aveva prenotato anche gli altri tre posti del tavolo.
<<Oddio no! Ma si figuri, che dice! Altro che, si sieda!>>
" ...mi faccio tanti di quei problemi mentali..."
La donna continuò a leggere qualche pagina fino a quando non abbasò i fogli svelando un taccuino blu dalle righe giallo canarino sui bordi e sul laccio che lo teneva legato.
"Ma ho già visto questo diario, dove l'ho visto...in qualche negozio, ma magari.."
<<Ha deciso cosa ordinare?>> - La interruppe una ragazzina dai capelli rosso ramato e delle lentiggini a chiazzarle l'intero volto. Per un momento Hanna avrebbe voluto osservarla senza mascherina ma sarebbe stato alquanto bizzarro chiederele di abbassarla quindi sorvolò oltre.
<<Ah si, un cappuccino di soia e dei pancake alle fragole, la ringrazio.>>
<<Torno subito>> - se ne andò via facendo trapelare un sorriso di cortesia sotto la tela.🦋
Nell'attesa cercò di distrarsi da quel piccolo oggetto che la donna girava e rigirava fra le mani come un giocattolo.
Guardò in giro per la stanza e notò una figura familiare, ma non troppo...e invece..<<Ester!>>
E la biondina si girò di colpo, come se fosse stata chiamata dal suo padrone - ma lei era una donna, una modella per l'esattezza...
1.82 centimetri di donna, tutta magra e filiforme ma con qualche ditino di grasso messo un po'a casaccio sulla vita e il fondoschiena; un fisico da far invidia ma da non imitare mai.La ragazza non se l'è passata tanto facile per arrivare allo standard di adesso, dopo vari disturbi alimentari - dal quale ancora sta uscendo, è la fanciulla più sfacciata della terra.
Sempre col sorriso, al tacco 15 (che nemmeno le serve), il rossetto di un rosso più che acceso, le gonne sempre in tinta..."Ecco il segreto della vita" pensò Hanna, che in quel momento si sentiva così piccola, " ..per vivere bisognerebbe essere così sfacciati, da lasciar perdere tutto per andare a bere come i pazzi".
La prima ad avvicinarsi fu Ester, e le diede due baci sulle guance.
<<Solo due fanno le corna..>>
La biondina rise <<tu sei tutta scema!>> - E gliene diede altri 2.<<Possiamo sentirci stasera, ho qualcosa da raccontarti, ora sono con Mike, il bambino aspetta.>>
<<Si, tranquilla vai con calma, a stasera>>
<<Stesso bar?>>
<<Stesso bar>>🦋
Dopo forse passata una mezz'oretta finalmente la comanda arriva e Hanna può mangiare tranquilla i suoi pancake e il suo cappuccio di soia bello caldo.
Fuori sembra che il tempo non la voglia smettere e le persone sembrano fatte di ombra; non riconosce nessun volto se non solo gli ombrelli sulle teste abbassate all'asfalto.
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Ma quel taccuino...
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ɐᴉɯ ,ǝ uou ǝɥɔ ɐʇᴉʌ ɐun🌹
Ficção Geral🦋 Premessa 🦋 Ho voluto ricreare il genere narrativo del serial killer come qualcosa di soggettivo. L'assassino è colui che -ogni giorno- uccide un po' di sé con le scelte, gli amici e i conoscenti, i successi ed insuccessi raggiungi: ognuno ha fa...