6 ottobre
16.00 pm✨Hanna
La mia riluttanza nel confessare, quello che Ester mi disse settimane a dietro, a Juliet si fece largo tra i denti come se la domanda "qualcosa t'ha dato fastidio?" fosse un'accusa dal quale proteggersi prima del carcere.
Stavo diventato un vortice d'emozioni ed immagino che non sarebbe stato facile viaggiare da sola in questo inferno, a tal proposito decisi di rivelare l'aneddoto che la povera ragazza confessò - suscitando sconcerto anche sul viso della mia collega, il quale non potette credere alle proprie orecchie.
Adesso molte cose le erano chiare e si scusò con me per essere stata così azzardata. Ma non m'importava, davvero non volevo altro che chiarire la questione al più presto possibile, eppure non sapevo come fare. L'unica persona ora capace di darmi sostegno era al mio fianco...
Magari potrò sembrare incompetente e meschina ma - con la mente così poco lucida - nemmeno uno psicologo avrebbe fatto al caso nostro, mio in particolar modo.
Eravamo tutti nella merda.
🦋
L'ennesima ed estenuante giornata passata curva sulla scrivania era finalmente giunta al termine; questa volta però non scegliemmo di andare dritte in macchina perché, anche con la stanchezza fino a sopra le punte dei capelli, quella era una giornata di sole...ed è meglio uscire in situazioni come queste che quando è nuvolo.
Con la speranza e la forza che barcollava su di un filo spinato, decido di offrirle un caffè in un bar poco meno lontano dalla redazione giornalistica: questo è il tempo adatto per le zucche e le foglie ingiallite, lo amo e tra non molto case e negozi saranno addobbati per il Giorno dei Morti.
Mi trovo bene con Juliet. Lei sa come tener compagnia... almeno non ha argomenti inutili di cui discutere e, tra l'altro, è molto (ma molto) intelligente. Comprende ogni minimo dettaglio e la cosa ci accomuna. Quasi potrei innamoramene.
"...o magari no."
Non appena prendemmo posto nella veranda sbirciamo dal menù delle bevande calde...
<<Wau, fanno davvero la cioccolata calda alla zucca, che roba è?>>
<<Bho, non so che dirti..buono? Hahaha. Sicuramente sa di cioccolato.>>
<<...e di zucca.>
<<Perché la zucca si sente?>>
<<E io che ne so. Lo prenderei, ma non sono convinta. Penso sia un flop.>>
<<Provaci, nel caso non ti piaccia lo finiamo insieme.>>Ero davvero felice di essere con lei. Non era come tutte le altre ragazze che lavorano con noi al giornale.
Lei aveva inventiva, le piaceva sperimentare nuovi colori, nuovi temi, argomenti poco discussi per poi ragionarci sopra in un modo più approfondito. Era perfetta in tutto, vivace, mai a fare un dramma - differentemente da me, dove ogni cosa ero un piede nella fossa.
Era un libro aperto pronto a farsi leggere in ogni sfaccettatura, proprio come tutti gli articoli che le sono stati pubblicati.
Perché io non potevo essere come lei?<<Tu hai deciso?Hanna?>>
<<Mh? Ah, un attimo>> - mi ero incantata ad osservarla come una stupida. Ma non riesco a non ammettere che sia una bella ragazza, specialmente con quel maglione di cachemire dalla tinta chiara color panna...le calzava perfettamente.<<Parampampoli>>
<<Che cosa?!>>
<<Questo qui.>> - glielo indico dal menù.
<<Sai almeno cos'è?>>
<<Si perché quando ero piccola e andavo a visitare i nonni nel periodo natalizio bevevano sempre questo... è un misto tra caffe, vino, miele e zucchero messo a bollire, poi gli dai fuoco>>
<<No aspe'...non ti seguo hahaha>>
<<Poi vedi.>>
STAI LEGGENDO
ɐᴉɯ ,ǝ uou ǝɥɔ ɐʇᴉʌ ɐun🌹
General Fiction🦋 Premessa 🦋 Ho voluto ricreare il genere narrativo del serial killer come qualcosa di soggettivo. L'assassino è colui che -ogni giorno- uccide un po' di sé con le scelte, gli amici e i conoscenti, i successi ed insuccessi raggiungi: ognuno ha fa...