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9 novembre 2020.
7.30 am.

Juliet

Penso che questo sia stato il periodo più stressante dell'anno.
Il mondo sembra fermo in una bolla d'aria ora che la pandemia globale s'è fatta più oppressiva ed il Governo è ancora in stallo con le nuove misure da prendere.
Ma il bello era proprio questo: ormai la gente aveva preso l'abitudine di chiudersi in casa solo quando le forze dell'ordine circolavano per le piazze -per il resto chi poteva festeggiava...e poi c'erano persone come me che avevano messo l'anima in pace capendo che per debellare il virus ci sarebbero voluti ancora parecchi anni avanti: questo non era altro che l'inizio di un pianeta pronto all'espulsione.

Credo di aver fatto un sogno stranissimo ieri sera. Non lo ricordo bene di cosa dovesse trattarsi.
Forse qualche morte accidentale; ora come ora è tutto un casino nella mia testa tralasciando il fatto di non poterci pensare in questo momento...ricordo però tanto caos e urla e parole indecifrabili, qualche cane abbaiare e la folla avvicinarsi al punto dell'accaduto -nemmeno con le luci accese per l'intero momento sono riuscita a capire ciò che deve esser successo.

Stamattina sono entrata in redazione per proporre qualche idea al volume del giornale o almeno ci ho provato lasciando una serie di liste che avevo da parte da un po' di tempo:
-colonne sonore per accompagnare questo periodo buio,
--i libri consigliati per accrescimento personale,
-idee sui tessuti indossare quest'inverno e ad ogni punto correva un asterisco per indicare le varianti di idea -per esempio chi non amava i libri di psicologia poteva scegliere quelli di cucina, dalle colonne sonore si passa ai film, dei tessuti si passava ai regali e così via.
Era già tutto schematizzato, non bisognava fare altro che controllare.
Vedo che comunque questa volta nulla è stato preso in considerazione, avendo cambiato totalmente tema dall'intrattenimento all'attualità all'ultimo minuto.
In poche parole mi sono sentita una nullità per non aver dato un contributo valido...

Erano tutti all'opera nelle loro piccole " casette" di computer nel bel mezzo delle scartoffie da revisionare e pubblicare.
Io me ne stavo lì ad osservare uno di loro trovare un titolo ad effetto per i lettori -come se non ce ne fossero abbastanza di notizie sul contagio.

Presi il cellulare e scrollai le email per sapere qualcosa di Hanna che era rimasta dai suoi fino a qualche giorno fa.
Sapevo solo si fosse spostata da lì e che il primo treno per il Centro dove Ester alloggiava era alle 15 del pomeriggio, quindi è stata in viaggio per almeno tutto il giorno e la sera ci sarebbero state le visite; era il dopo però a preoccuparmi, perché comunque non avrebbe avuto un posto dove alloggiare visto che gli hotel erano tutti chiusi. Quasi la situazione mi stava dando in ansia almeno lo fino a quando è arrivato un suo messaggio avvertendomi di aver trovato una compagnia per la sera.

Fortunatamente la ragazza è sempre stata brava nel trovarsi nuove amicizie. Sapeva parlare apertamente di qualsiasi problema è riusciva ad affrontare le situazioni indesiderate a testa alta.
Ricorda me quando da piccola i miei mi portarono in collegio e le maestre erano sempre pronte a ripetermi di affrontare le mie paure...

"A testa alta signorina! Lei non è qui per pettinare le bambole, dovrebbe guardare i suoi amici come piangono nell'angolino -per caso vuole fare la loro stessa fine o si decide a finire l'esercizio?"

🦋

Ormai non ce la faccio più a stare seduta a questo posto. Prendo le mie cose ed esco dall'ufficio con la scusa di <<dover trarre spunto dal mondo esterno!>> - spero solo si sia capito che non mi rivedranno per il resto della giornata.

Avrei approfittato della mattinata per chiamarla e magari raggiungerla passando per casa dei miei, fare un saluto a loro e mio fratello...

Comunque al cellulare prese a squillare un numero sconosciuto non appena entrai in un antica caffetteria del posto col presupposto di farmi una bella scorpacciata di waffle allo sciroppo d'acero.
Rifiutai di rispondere un paio di volte pensando che fosse uno di quei call center che vogliono offrirmi una promozione più conveniente ma - a dirla tutta -è strano che il centralino abbia tutta questa insistenza in una chiamata.
Portai il cellulare all'orecchio solo dopo che gran parte del personale del bar aveva girato gli occhi sul suono pregandomi con lo sguardo di rispondere allo sconosciuto.

<<Pronto>> - ero seccata. Avrei preferito evitare.
<<Pronto, sono Alex. Questo è il numero di Juliet per caso?>>
<<Se questo dovesse essere il suo numero vuol dire che sia lei a rispondere no -mi sbaglio?>>
<<Quindi sei tu?>>
<<Ci fai o ci sei?>>
<<Scusa Juliet solo che oggi sono molto distratto>>
<<E allora richiama quando ti sarai fatto una bella tazza di caffè freddo- a dopo>>
<<Ma perché sei sempre così scorbutica mi chiedo io>>
<<Perché -forse perché ho conosciuto il vero te mh?>>
<<L'ho consegnato>>
<<Che cosa hai consegnato?>>
<<Come che cosa? Il taccuino, quello che Andrea aveva sempre con sé, in realtà non era nemmeno suo. Sono andato dai suoi e gliel'ho restituito.>>
<<Scusa -ma di cosa stiamo parlando noi?>>
<<Del diario di Hanna- Ester! Come di cosa?>>
<<...>>
<<Ferma un attimo>>
<<E chi si muove>>
<<Quindi tu non sai niente di questa roba?>>
<<Effettivamente no -non so cosa secondo te dovrei sapere- ma se sei così caritatevole da volermi spiegare...>>
<<Dove sei adesso?>>
<<Sono uscita a fare due passi>> - mentii.
<<Perfetto, possiamo parlare un attimo?>>
<<Lo stiamo facendo>>
<<Non -da vicino dico. Va bene la villa fuori quel negozio di bibite lì-  come si chiama...>>>
<<Bob's Bubbles?>>
<<Esatto! Tra qualche minuto sono da te -a dopo.>>

Staccò la chiamata senza nemmeno farmi dare risposta.
Devo ammettere che da quando ho conosciuto questo personaggio non posso fare a meno di odiare il genere maschile anche se una piccola parte di me ammette che come idea è alquanto stupida perché in fin dei conti sto facendo di tutta l'erba un fascio.
Finii per alzarmi triste dal mio posto e mi avvicinai al minifrigo delle bibite gassate- anche se i miei occhi erano puntati a quello di fianco di frigorifero osservando quanti più dolci potevo mangiare con gli occhi ...e credo che quella frolla alle fragole e panna stava chiamando proprio me ma "no amore mi spiace verrò da te più tardi magari" - tolsi lo sguardo anche se il mio intuito era consapevole dell'enorme errore che stavo facendo.
Afferrai una lattina ai frutti rossi aromatizzata alle erbe e pagai direttamente in cassa la somma precisa perché solo Dio sa quanto io odio mettermi a contare il resto per capirsi se il cassiere mi ha fregata.
In Cina sarebbe stato tutto molto più facile.

🦋

Trascorsi una decina di minuti lo vedo arrivare: certo, poteva essere l'uomo più deficiente sulla faccia di questa terra ma è da ammettere come fosse un tipo che sa com abbinare giacca e pantaloni anche secondo i gemelli ai polsi.
Ma pensandoci bene perché mai vestirsi così: in fondo eravamo solo io e lui -del quale 'il mio Io' era alquanto monotono e trasandato in tinta "Marrone color della nonna".
Forse questo è un particolare che dovrei lasciar perdere.

<<Sì scusa. Ho fatto tardi, mi spiace. Ho sbagliato strada un paio di volte e qualche città è stata chiusa quindi ho dovuto girare in lungo..>>
<<Se per te 3 minuti in più sono in ritardo, allora si sei parecchio in ritardo>> - scherzai.
<<No, non sei brava con le battute>>
-silenzio-
<< I know.>>

Ormai avevo fatto saltare tutti i miei piani per oggi solo per ascoltare Alex, ma dalla prima riluttanza nei suoi confronti andò trasformandosi in uno strano interesse per il racconto quasi contorto che mi spiego e quasi avrei voluto non credere alle mie orecchie...

ɐᴉɯ ,ǝ uou ǝɥɔ ɐʇᴉʌ ɐun🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora