.31

6 1 0
                                    

10 novembre 2020
12.0 pm.

Hanna

"•Post-it for a wonderful day•
Come gli alberi: cambiate le foglie e conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi. -Victor Hugo"

Il decimo giorno di novembre segnava questa frase sul piccolo calendario di Joyo...una serie di frasi motivazionali per imparare a godersi la vita; questo spiega anche il perché sia una persona così buona con chiunque e ciò è ammirevole.

Aveva l'abitudine di alzarsi presto per preparare la colazione ad Aurora, dicendomi che sua madre gli aveva trasmesso la passione per i fornelli da quando era "una polpetta in fasce".
Amava davvero la sua tradizione portoricana di piatti semplici di riso ma gustosi fino alle zuppe di pesce, di carne e le fritture ed ammetto che stamattina mi sono sentita alquanto a disagio pensando che la prima colazione consistesse in una serie di pietanze che equivalgono ad un pranzo in albergo...

<<Davvero non te la senti di mangiare proprio nulla?>>
<<No è ... non mi sento così disposta al mattino per mangiare...>>>
<<Al mattino? Tesoro sono appena le 12:30, ti sei fatta una bella maratona di serie TV - ci credo che stamattina non ti saresti svegliata.
Non sono riuscita a farti alzare nemmeno con i coperchi delle pentole!>> - rise quando punta il mio sguardo all'orologio.

"Ho fatto davvero così tardi ma che caz-!"

<<In ogni caso se dovesse salirti la fame ti lascio tutto qui sui fornelli. Io ora torno all'asilo, salutami la ragazza di sopra: non voglio disturbarla, tra poco stacca con le lezioni.
Come odio questa pandemia...>> - afferrò la mascherina appesa all'anta della cristalliera ed uscì immersa nei suoi pensieri.

Stavo pensando di tornare a casa quando poi mi ha offerto un semi alloggio qui con loro; ovviamente avrei dovuto darle una risposta entro questa settimana e stavo valutando la possibilità che magari staccare la causa sarebbe stata una buona idea ed avere Ester più vicina mi avrebbe permesso di raggiungere la struttura rapidamente, anche se solo per telefono.
Questo posto mi trasmette una calma infinita ed anche i cittadini appaiono cordiali e disponibili. Forse sarà l'effetto dell'anno ma lo preferisco così.

Avrei comunque avuto la possibilità di lavorare da casa- cosa meno stressante date le continue pretese da parte del capo.
Comunque quest'inverno non mi sono intromessa nel nuovo giornale facendo la fine della mia collega: effettivamente dopo il Giorno dei Morti abbiamo totalmente saltato i piani del nuovo volume.

Eppure un piccolo articolo di colonna c'era e avrei potuto passarlo a lei per salvarsi la faccia dopo la grande figura di ieri pomeriggio dove non è più rientrata nemmeno per le 15 per avvertire la struttura lasciando gli uomini della supervisione con i cancelli aperti fino a sera credendo che fosse ancora dentro.

Sarebbe stato un articolo più profondo, più intimo che avrei voluto trasmettere già da un po', ma del quale ho sempre avuto paura di portare a termine: "Quello che la gente ha dimenticato dopo la pandemia" -riferita a tanti piccoli gesti persi nel tempo...dalle uscite in amicizia per cenare tutti a tavola insieme a quelle particolarità più complesse da spiegare, come la fiducia nei bambini verso la nuova era.

Qualche bozza l'ho scritta su carta qualcuna é sulle note dello smartphone.
Ogni qualvolta riuscivo o avevo un'idea iniziavo a scrivere, collegando note ed immagini ad ogni contesto per renderlo il meno astratto possibile - leggevo, cancellavo e riscrivevo ancora fino a quando l'idea del nella mia testa non rispecchiava davvero la realtà dei fatti, crudi e spesso volgari -però veri e ricchi di sapore.

Nel tardo pomeriggio avrei ripreso l'argomento, ma a dirla tutta stavo facendo il possibile per evitarlo e non per sbaglio presi a soffermarmi sui fatti -i miei- quelli che fino ad ora non ho mai sospettato esistessero è che li ho sentiti arrivare come uno sparo da lontano quando si ha il timore all'improvviso, e degli stormi scappano per paura della minaccia.

"Uno sparo talmente forte da avermi centrata con la destrezza di un cecchino- in silenzio- nell'inverno dell'Ohio."

Molti si chiedono quale fine avrà tutta questa grande commedia e sul serio me lo sto chiedendo anch'io da un bel po' di tempo; non ho mai pensato dovesse concludersi in lieto fine e forse non dovrei nemmeno aver paura di un domani - in fondo oggi è il giorno che mi faceva paura ieri e sul serio sembra che sia finita in un punto morto dal quale è impossibile sbloccarmi. Perdo iniziativa e ad ogni lampo di genio dimentico il filo e riparto da capo con la solita giornata passata a scrivere, accumulando idee su idee, alcune irrealistiche altre troppo esagerate...

Penso che ad ognuno di noi sia capitato un periodo in cui la vita ci ha spinti verso una strada all'apparenza illogica e per quanto vogliamo venirne fuori non siamo capaci di far altro che ritornare al punto di partenza; ed è così che immagino la convivenza con me stessa nella stanza della mente di cui possiedo tutte le chiavi tante quante porte penso ci siano- ma tutte ricollegano a quell'unico e singolo posto dove tutto parte e continua a ripartire...pensando che un giorno, rompendo le pareti, possa finalmente considerarmi fuori, libera dall'assassino di me stessa.

Però poi cado, vado giù a fondo, perché fuori non era come pensavo. C'era solo un grande punto di non ritorno, una caduta infinita nel vuoto.

E provo solo un profondo senso di rabbia dopo l'angoscia del malessere e le crisi d'ansia -qualcosa che non posso descrivere con parole chiare se non con un forte ed inimmaginabile bruciore al petto che tira dentro e mi tengo a stento aggrappata a idee di un'innata follia, ma so che in fondo tutto ciò è opera mia.

E ad un tratto proprio paura, mi si otturano le orecchie e sento solo un frastuono assordante.
Penso di avere le allucinazioni e prendo coscienza dell'ennesimo attacco di panico. Finisco al suolo, non mi muovo e non posso farlo.
Non posso controllarlo e non posso controllare me. Ho paura- paura di svenire, paura di rimanere sola anche stasera- lontana da tutti e di nuovo distante da me proprio come quella sera.
Però poi il buio arriva e non ho più modo di preoccuparmi.
Qualcuno si accorgerà di me; forse stasera Aurora mi vedrà, non saprà cosa fare, prenderà il cellulare ed inizierà a chiamare.
Tutto si ripete ancora una volta ed anche stanotte riavrò la certezza di svegliarmi. Lo devo fare.
Devo farlo per me.

ɐᴉɯ ,ǝ uou ǝɥɔ ɐʇᴉʌ ɐun🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora