.16 [Seconda registrazione delle confessioni]

3 1 0
                                    

1 Maggio 2015.
--:-- /pm.

Andrea

Per la festa erano state impiegate quasi tutte le stanze dell'ala studentesca migliore in assoluto, 1.000 latte di birra e 750 bottiglie di vino, 15 pacchi di piatti usa e getta contenenti 40 pezzi ciascuno, tonnellate di stuzzichini e altrettanta carne alla griglia per panini di ogni genere.
Era qualcosa di eccezionale.
Io e i ragazzi del comitato studentesco avevamo progettato la zona per circa 2000 persone, l'unico particolare era la scarsità di guardie ai cancelli dell'edificio. Poco importa, basta che sia stato un successone.

L'intera scuola è rimasta in balia dei preparativi per la festa dei diplomi, eppure nessuno sembrava parlarne fino a quando le porte dell'ingresso non hanno lasciato altro spazio che ad un enorme agglomerato di ragazzini in cerca di musica, cibo e divertimento - ma anche di droga, sesso e chissà cos'altro.

Il fatto che più mi diverte però è che questo genere di " festicciole" non mi sono mai piaciute; ed avrei volentieri evitato di immischiarmi tra la folla che mi spingeva da un punto ad un altro.
Lo spazio si fece così soffocante che decisi di salire al piano di sopra; la quantità delle persone sù è sempre minore... magari per una ragione di incoscienza.

Alex stava entrando, e con lui c'era la sua piccola e adorata Ester.
Com'erano sdolcinati quei due, avrei voluto vomitarci su.

Avrei preferito che l'evento fosse a numero chiuso, ma sono stato convinto a lasciar perdere dagli altri membri per una questione di etica: avevano paura che qualcuno potesse mettere una cattiva nomina sulle loro teste.
Ma per quanto riguarda me - poco m'importava.

Non volevo quei due alla mia festa; anzi no, lui si - ma Ester non potevo proprio sopportarla.

Allora mi dissi "Okay, è una festa, dovrò pur divertirmi anch'io.."

Scesi per andare incontro ai due piccioncini e li invitai a bere qualcosa.
Mi sentivo il padrone di casa ed avrei scelto io per loro quella sera o almeno avrei voluto provarci in tutti i modi per far si che nessuno dei due dimenticasse la nottata.

L'orologio segnava le 23.30. Era presto, avrei aspettato ancora un po', il tempo che l'alcool facesse quel meraviglioso effetto alla testa e lì sarebbe stato il mio turno.

Portai via Alex con l'inganno nella comitiva e la ragazza fu trascinata dentro da alcune sue "compagne di corso" - almeno è ciò che credeva allora.
Mi assicurai che entrambe fossero ubriachi fradici ma per non so quale motivo Ester reggeva bene anche 6 bottiglie di birra...a questo punto avrei preferito il vino, cosa che non trovai perché già finito.
Lui invece no: lo ritrovai steso ai piedi della fontana chiedendo del suo amore. Piccolo.
Me lo tirai sulle spalle e grazie ad un altro paio di mani lo trascinai in una delle tante camere del dormitorio; lo avrei ripreso finiti i festeggiamenti.

Per ora il mio problema era lei, che continuava a ballare con amici di amici, ed era già alla settimana bottiglia...

Sincero, non ho nessuna voglia di raccontare dei particolari ma di una cosa sono più che certo...una volta adocchiata tra gli invitati la spingemmo fuori in giardino un po' per scherzo - ed anche perché volevo fosse il Mio Fenomeno da Baraccone per la serata.
La trascinammo in piscina dove uno di loro per poco non la fece annegare dopo tre minuti di apnea, le facemmo fare il giro dell'edificio scalza..sentivo tutti ridere.
Provai un piacere immenso nel sapere che era lei quella di cui vergognarsi, e non io, una volta tanto.
Nessuno si affrettò a darle una mano per alzarsi, anzi - tutti a puntarle la videocamera per registrare.

"Vai Ester vai! Stupida puttana, corri più velocemente si vai!"

Una sola cosa non capivo: perché per quanto mi sentissi importante non riuscivo a ridere anch'io come tutti loro? Perché ero così spento, cosi vuoto? Cosa c'era che non funzionasse in me?

Alzai il culo dalla sedia, presi la ragazza per il braccio e la trascinai dentro con me.
In bagno, si accasciò a terra e presa dal freddo la vidi tremare rannicchiandosi con le spalle al termosifone.

Era un misto tra patetico e ribrezzo - almeno per quanto riguarda me - questa scena non mi fece nessun effetto.
Solo volevo che la smettessero di ridere quando io non ci riuscivo; non lo trovavo giusto.

<<Sciacquati la faccia dai, prendiamo dei vestiti asciutti. Non piangere, mica stai pensando a loro no?>>
Non sapevo proprio come consolarla, non ero fatto per queste cose.
<<no.>>
Mi risponde secco, così mi alzai e la portai come me nel dormitorio. Si, la stessa stanza dove avevo messo Alex, ancora stordito dormiva beato sul letto.

Lasciai la ragazza ad aspettare sul tetto mentre aprii un paio di cassetti per trovare degli abiti puliti e gli chiesi di andarsi a cambiare in bagno.
Lei obbedì, con la paura che potessi farle del male. Andò dritta in bagno chiudendo la porta a chiave.

"Perché?! Cosa c'è adesso?!"

<<Ester perché chiudi a chiave? Ester? Mi vuoi rispondere!?>>

Adesso.Basta.

ɐᴉɯ ,ǝ uou ǝɥɔ ɐʇᴉʌ ɐun🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora