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3 dicembre 2020.
10.49 am.

Alex

"Non ho voglia di scrivere eppure sto per esplodere - sentire un vuoto provenire dal mio silenzio."

Quindi penso di essere arrivato al capolinea...vero?
Il gioco è finito ma non con me, ma da quando Hanna se n'è andata lasciandoci tutti sbigottiti.
Non me lo sarei mai aspettato eppure eccomi, sono qui, non farò altro che confessare, confessare e confessare.
Questo perché? Penso sia tempo di farsi visitare da uno bravo prima che anch'io perda completamente la testa.

Credo che- nel più profondo degli animi -l'essere umano non potrà mai essere in grado di affrontare un problema simile; ma, mi sto ancora chiedendo fino a dove quest'ultimo possa arrivare- fino a dove tocca il cuore di una persona per poter dire di aver finalmente raggiunto il limite, e poi, cosa potrà succedergli una volta aver visto che il vero terrore si tramuta sotto le proprie sembianze, un volto identico al nostro, uno sguardo vacuo perso nel vuoto...perché io proprio non lo capisco e credo di essere stato molto più che debole trascinandomi in un percorso, in una vita che non ho mai sentito a pieno come mia -unica e sola.

Questa -almeno per me- è la prova lampante di come anche provandoci, anche svoltando l'incrocio del percorso, ad un tratto, se il destino ha deciso che le cose debbano muoversi in un determinato modo io non potrò far altro che seguire quel verso.
Rido pensando che fino a poco tempo prima al destino non ci avrei creduto nemmeno per sbaglio illudendomi che ogni cosa avrei dovuto dettarla io, che tutto sarebbe filato liscio come l'olio non prendendo in considerazione una componente più che importante. I sentimenti.

Mi sono fatto fregare da un qualcosa come questi che- intoccabili- hanno finito per devastarmi le giornate una ad una, pezzettino per pezzettino...
Tra i secondi trascorrono decenni prima che l'ansia possa passare. Ansia di?
Che mi puntino il dito contro, che mi deridano, che mi portino dietro le sbarre o che mi odino?

Per quanto potessi sapere di stimoli emozionali sembravo non applicarle nemmeno la metà come se al posto di un cuore che batte avessi un pannello di controllo -spento- lasciato ad arrugginire in un vecchio edificio abbandonato, mangiato dagli insetti.
Sì, penso di aver trovato la somiglianza che più calzi al mio stato d'animo: percepisco l'inadeguatezza del saper vivere nel mondo, vivere per la vita stessa... Perché nessuno me l'ha insegnato cos'è- perché anch'io ho voluto abitare la mia zona di comfort.

🦋

Poi mi ricordo di avere un figlio. Non come se me lo fossi scordato ma quasi. Un altro punto a mio sfavore, meritato. Anzi no, di più.

Mike non è mai cresciuto con una figura genitoriale, ha vissuto in silenzio gli anni dell'infanzia col nostro cane e da una parte é un bene pensare che a quell'età ci si scorda in fretta -eppure qualche atteggiamento violento l'ha acquistato anche lui; ha le mie stesse caratteristiche anche se non è mio ma del mio compagno ed il progetto di tornare a vivere una vita appresso modo <<spensierata>> sta per svanire e con essa il volto di Ester che già non riesco più a identificare. Non ascolto la sua voce da un po' ormai e non ho mai notato così tanta solitudine prima d'ora: mi basterebbe un suono, anche una singola parola per tenermi in sua compagnia.
Il bello della vita è che non ci sono situazioni in cui puoi tornare indietro e far finta di tutto, come quando si chiede 'scusa' dopo aver rubato un biscotto dalla credenza; perché l'ho venduta.
Si, ho letteralmente mandato mia moglie al patibolo in una struttura che conosco bene, perché è anche la mia di struttura, lavorandoci in diversa sede.
Non ho mai sue notizie e mi sto pentendo amaramente di tutto quello che ho fatto.
Ora tutto ciò che posso per spezzare questa catena è consegnarmi di mia spontanea volontà.

Anche cercando di volermi distinguere dalla massa, essere migliore e diverso in fin dei conti è questo quello che sono e non ho altri appigli.

10.00 pm.

Poco prima sono andato a prendere il nostro figlio in appartamento dove mi aspettava in paziente per giocare.

<<Papà ti va se stiamo un po'insieme?>> -una stretta al cuore, non potevo dirgli di no e questa sarebbe stata l'ultima nostra notte insieme.
Ci siamo seduti sul tappeto del salone ed abbiamo costruito un bel castello di LEGO fino a quando Barry non ci è saltato su e ha distrutto tutto poi abbiamo ripulito la stanza: lui mi passava i mattoncini e io li rimettevo nello scatolo; mattoncino per mattoncino li contava con rigorosa concentrazione mentre scandivo ogni respiro e ogni battito di cuore pensando che -in silenzio- potessi sentirmi. Trattenevo le lacrime per non farmi vedere.

"É solo polvere negli occhi -gli avrei risposto- non è nulla...solo polvere."

<<Ti porto in un posto speciale, ti va?>>
<<Adesso?>>
<<Si.. perché poi la magia il giorno scompare..>>
<<Andiamo, dove mi porti?>>
<<Adesso ti spiego..>>

Gli sistemai uno zaino, ci misi dentro le cose necessarie: il pigiama, lo spazzolino, un paio di scarpe e nelle sacche sui lati dei crackers e dei fazzoletti, una bottiglia d'acqua- carta, torcia e penna. Avevamo finito. Mise il giubbotto e gli porsi la mia coppola, una sciarpa di lana e uscimmo spegnendo la luce, il cucciolo venne con noi sulle sue spalle; era piccolo ancora, pesava forse una ventina di chili -era il pelo a farlo sembrare enorme.

In macchina cantammo tutte le canzoni natalizie che passavano per radio, infine scendemmo e bussai alla casa dei genitori di mia moglie, spiegai che per questa notte non avrei potuto tenerlo con me per il lavoro, sorrisi con la promessa che sarei tornato il giorno dopo, abbracciai mia suocera per molto o forse troppo tempo e credo che quella donna abbia capito dalla mia voce che non sarei tornato, aveva intuito.
Prima di lasciarmi andare mi dissi qualcosa del tipo <<ne terrò cura io >>ma non afferrai sul momento perché ero già partito verso il commissariato.

Sulla porta dell'edificio avevo già smesso di piangere.

ɐᴉɯ ,ǝ uou ǝɥɔ ɐʇᴉʌ ɐun🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora