Capitolo 1

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"Ragazzi! Ho detto di stare zitti!" continua a dire la professoressa invano dato che nessuno la ascolta. Sbatte la mano sulla cattedra sperando di ottenere qualcosa ma ognuno continua a farsi gli affari suoi, tranne alcuni compresa me.

Mi chiamo Rebeca Bennet e sono una studentessa che a scuola se la cava, frequento un liceo scientifico e infatti mi piacciono un sacco le materie scientifiche come la matematica che è la mia preferita in assoluto. Alle medie scrivevo sempre 'I love maths' alla lavagna e i miei compagni mi prendevano, giustamente, per pazza. Adoro la logica e fare i calcoli, mi piacciono le equazioni e le disequazioni... Insomma sono una che ama la matematica e l'algebra alla  follia.

Ho compiuto da poco 17 anni e vivo con i miei genitori e i miei due fratelli. Il più grande si chiama Joshua, detto anche Josh, e frequenta l'università, poi ci sono io e infine il più piccolo, George, che in realtà tanto piccolo non è dato che ha solo un anno in meno di me. Ho anche una sorella maggiore che però non vedo molto spesso, e questa è una fortuna dato che non la sopporto, perché va sempre a giro per il mondo. Con i miei fratelli vado molto d'accordo e sono sempre pronti a proteggermi e farebbero di tutto pur di non vedermi soffrire, con mia sorella non vado per niente d'accordo perché abbiamo due caratteri contrastanti, infatti io sono molto sensibile e dolce, lei invece per niente e a volte mi sembra senza cuore ed è prepotente nei miei confronti. Con i miei genitori invece ho un rapporto normale, non mi apro con loro e a volte non sopporto mio padre che, anche se non lo ammette, è un po' maschilista e tende a trattare i miei fratelli in modo diverso rispetto a noi femmine. Io capisco che un padre è più protettivo nei confronti della figlia ma a volte è davvero troppo. Il mio rapporto con mio padre è particolare, nel senso che con il tempo è cambiato e non poco. Prima ero più affettuosa nei suoi confronti, lo abbracciavo e tutto poi per una serie di cose e fatti sono diventata sempre più fredda nei suoi confronti e non sono più così affettuosa come prima, direi per niente. Con mamma invece è tutto normale anche se non me la sento di parlare con lei di quello che mi passa per la testa perché, anche se dicono che i genitori sono quelli che sanno tutto dei propri figli e quelli che hanno già fatto le loro esperienze, non sanno veramente tutto, non possono saperlo anche per via del mondo che è cambiato e le cose che hanno fatto loro non sono le stesse ai giorni d'oggi. 

Tornando alla scuola, la professoressa non è ancora riuscita a fare calmare la classe e penso che tra poco inizierà a mettere qualche rapporto. E il primo a cui viene messo è Noah James, il più rumoroso della classe e il più arrogante, anche se c'è di peggio. Noah, nonostante il rapporto, se ne frega e continua a parlare.

Lui è il classico ragazzo menefreghista di tutto e di tutti, è conosciuto da tutta la scuola come il più donnaiolo e dicono si sia portato a letto tutta la squadra di cheerleader. Il suo migliore amico è Nathan Jones, un altro playboy e sinceramente tra i due non so chi sia il peggiore. Si può dire  che si completano a vicenda e si passano ragazze in continuazione. Io non capisco il motivo per il quale tutte cadono ai loro piedi, le trattano come oggetti usa e getta, l'unica cosa che hanno di bello è il fisico, forse è quello che le attira. . . Ma io mi chiedo se è davvero quello che vogliono. Non sto dicendo che siano brutti, anzi sono molto sexy, ma ne vale davvero la pena? 

Dopo dieci minuti la campanella suona e tutti si alzano avviandosi verso la mensa per mangiare. Io raccolgo le mie cose con calma senza fretta. Vedo la professoressa fare lo stesso e poi esce dalla classe dopo aver salutato. Mentre sto mettendo il quaderno di fisica nello zaino sento dei passi avvicinarsi al mio banco ma io so già chi è: il mio fantastico migliore amico Dylan che conosco da tutta la vita. Lui sa tutto di me, così come so tutto di lui. Ci diciamo sempre tutto e con lui mi trovo davvero molto bene, riesco a essere me stessa e non ho paura dei suoi giudizi, anche perché non mi ha mai giudicato e mai lo farà. Ci conosciamo dall'asilo e da quando abbiamo giocato la prima volta non ci siamo più separati. I nostri genitori si conoscono da una vita e hanno deciso di iscriverci allo stesso l'asilo per comodità e farci fare amicizia. Dylan è l'unico amico maschio che ho perché io sono molto timida e riservata e fare amicizia è una delle cose  che mi mette più in difficoltà dato che ho sempre paura del giudizio degli altri. 

"Ehi" mi saluta. Alzo la testa verso di lui e vedo che sorride. Sorrido in cambio e lo saluto. L'edificio scolastico racchiude diversi indirizzi e lui studia lingue. Anche a me piacciono le lingue ma il mio amore per la matematica le supera. Ci avviamo verso la mensa dove vediamo già tutti i tavoli occupati tranne uno ed è il tavolo dove io e Dylan ci sediamo sempre insieme a Alison, la sua ragazza e la mia migliore amica. Siamo sempre stati un trio, solo che poi loro si sono innamorati e si sono messi insieme. All'inizio lo nascondevano perché temevano che io non volessi, ma in realtà io già lo sapevo che sarebbero stati un'ottima coppia. 

Ci sediamo al tavolo e prendiamo il pranzo mentre aspettiamo che arrivi Alison. Appena arriva saluta me con un bacio sulla guancia e Dylan con uno a stampo, poi si siede e ci parla della sua mattinata.

"E poi ha bussato il bidello che ci ha detto che non c'era la professoressa e non sapete la gioia di tutti in quel momento" ci racconta

"La gioia di non aver fatto il compito di matematica?" ironizzo io sapendo già come mi risponderà

"Rebeca, non tutti sono così folli da voler fare il compito di matematica come te" ribatte lei 

"Mi dispiace amica ma le do ragione e non perché è la mia ragazza ma perché è davvero folle il fatto che ti piaccia la matematica" dice Dylan

"Non è folle, siete voi che non capite nulla della vita" rispondo io scuotendo la testa 

Continuiamo a parlare fino a che non suona la campanella e ognuno deve andare alle proprie lezioni. 

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