Il lunedì è davvero brutto. Il giorno più brutto e noioso della settimana. Oltre a essere il primo della settimana scolastica è traumatico svegliarsi presto dopo un week end. Mi alzo e mi lavo la faccia, poi mi lavo i denti e mi vesto. Mi metto dei leggins e una maglia lunga e poi scendo. Do il buongiorno a mia mamma e poi mi saluta. Io mi metto le cuffie nelle orecchie e mi avvio verso scuola. Dylan e Alison mi hanno mandato dei messaggi ieri, per sapere come stavo, se avevo mangiato... Io non ho risposto a nessuno dei due perché non sapevo che rispondere e poi non volevo. Ho deciso di dargli un po' di spazio e lasciargli del tempo da soli, mi sento davvero un peso ultimamente per loro.
Arrivo a scuola e vedo nel cortile i soliti gruppetti di ragazzi. Ci sono i nerd, i fumatori, le cheerleaders... Io vado all'entrata e mi siedo sulle scalinate mentre aspetto che suoni la campanella. Prendo il telefono e vedo che ci sono delle chiamate perse di Alison, dei messaggi di Dylan che mi chiede dove sono, ma li ignoro e vado su Instagram dove scorro la home. Vedo un post di Nathan nel quale c'è lui con le mani in tasca, indossa gli stessi vestiti della festa quindi deduco sia stata scattata lì. Devo ammettere, per la centesima volta, che sta benissimo ed è attraente. Non posso negarlo... Pensando a lui mi ricordo quello che mi ha scritto domenica mattina, le sue mani sulla mia vita, il suo labbro che si è morso... Okay, non so perché mi sto fissando con questi dettagli, ma so che devo smettere di pensarci, qualsiasi cosa sia. Certo, non posso evitarlo per via delle ripetizioni che devo fargli ma posso mettere le distanze.
"Rebeca Bennet!" esclama Alison e io faccio un salto sul posto. Per poco non mi cade il telefono e non posso comprarne uno nuovo, l'ho preso un mese fa. Mi alzo in piedi e la guardo.
"Alison... Come hai fatto a vedermi da laggiù? Tra poco non distingui neanche me e Dylan""Come ho fatto a vederti? Ti sembra questa la domanda da farmi? Seriamente? Mi, anzi, ci, stai evitando da sabato e non mi sembra un comportamento adatto. Dimmi, quindi, perché lo stai facendo." dice lei arrabbiata con lo sguardo infuocato
"Io non vi sto evitando... Vi sto dando i vostri spazi" mi giustifico
"Gli spazi? Davvero? Pensi ancora di essere un peso?"
"Io non mi sento un peso, lo sono. Quindi vi ho lasciato i vostri spazi"
"Ti stai rendendo conto di quello che stai dicendo? Cioè, dico io, ti stai ascoltando? No perché dici solo stronzate adesso"
"Non sono stronzate. Quello che sto dicendo è la verità. Perché non lo capisci? ""Perché non ha senso forse?! Seriamente Rebeca. Noi siamo preoccupati per te. Prima non mangi e già qui partiamo male, poi ci eviti pure? Cosa c'è che non va? Lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, quello che vuoi, non ti giudico"
"Non ho nulla e io mangio. Adesso vado a prendere delle cose all'armadietto, noi ci vediamo okay?" cerco di andarmene per non parlarne
"Smetti di scappare e pensa al chiedere aiuto a un professionista... E noi ci vediamo a ora di pranzo al solito tavolo. Non ti azzardare a non venire perché sennò ti uccido sul serio"Vado al mio armadietto dove prendo il libro di fisica e mi avvio in classe. Non ho voglia di incontrare altre persone. Tipo Nathan. Mi siedo al mio banco e appoggio la testa. Sospiro. Mi hanno detto tante volte di parlarne con qualcuno ma io non voglio. Prima di tutto perché significherebbe parlarne con i miei, poi io non sono brava a dire quello che sento e poi preferisco tenermi tutto per me.
"Tutto okay?" dice qualcuno e quando alzo la testa vedo che è Nathan. Perfetto. Io che volevo evitarlo me lo ritrovo in classe.
"Si sto bene. Che ci fai già in classe? Di solito non arrivi prima della campanella" gli dico"Stamattina volevo entrare prima" spiega e io annuisco.
"Per le ripetizioni ti va bene se oggi vieni da me dopo scuola?" mi chiede poi sedendosi. io lo guardo piegando la testa da un lato. Mi sembra davvero strano
"Che ti è successo? Come mai tutta sta voglia di fare matematica?"
"Non è nulla di che... Voglio solo fare qualcosa di buono. Ogni tanto fa comodo. Soprattutto se poi finisco con il fare sesso con te" dice facendomi scuotere la testa e arrendere. Lui è Nathan, non cambierà mai.
"Io e te non finiremo a letto insieme Nathan, ficcatelo in testa. Io non sono come tutte le altre, non mi faccio abbindolare da due occhi e un bel fisico" gli dico acida senza volerlo
"Occhi e bel fisico eh... Quindi ammetti che sono bello"
"N-no io intendevo... " cerco di dire imbarazzata. Non so perché gli ho detto quelle cose."Cosa intendevi allora? " dice mettendo un braccio sulla mia sedia e avvicinando il viso. Abbasso il volto per non guardarlo. Ma insomma, cosa è sta cosa che a volte mi imbarazza e altre no? Devo smetterla.
"Nulla. Dico solo che le ragazze non vanno oltre l'aspetto fisico in generale. Non esiste solo quello, c'è anche la parte interiore che secondo me conta di più. Tutto qui" dico prima che la campanella ci interrompa."Adesso per favore fai silenzio che devo seguire la lezione" gli dico calma.
La professoressa sta spiegando l'elettromagnetismo, ma io non la sto seguendo. Oggi la mia testa è da un'altra parte. C'è un casino nella mia testa, sono confusa perché sono in un perenne conflitto con me stessa. Una parte di me lotta per non sentirmi in colpa per mangiare, l'altra invece fa il contrario e io non ce la faccio più e so che forse dovrei parlarne con qualcuno ma non ci riesco con i miei amici, figuriamoci con una più esperta. Poi c'è un conflitto di sentimenti contrastanti per Nathan, perché provo qualcosa e lo so, ma allo stesso tempo cerco di convincermi del contrario.
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Ricomincio da te
Dragoste[COMPLETA] Rebeca è la classica ragazza di 17 anni, timida, molto insicura di sé che si trova in un periodo della sua vita molto difficile dal quale non riesce a uscire. Nathan invece è il classico ragazzo che va con tutte e non vuole relazioni seri...