"Hai intenzione di parlarci o resterai in silenzio e non dire nulla per tutto il tempo?" mi chiede Dylan dopo che da quando sono arrivata dieci minuti fa non ho aperto bocca.
Quando la lezione di inglese è finita sono corsa a mensa perché Alison è seriamente capace di uccidermi e sono troppo giovane per morire. Mi sono seduta sotto il loro sguardo furioso e preoccupato allo stesso tempo e non ho detto ancora una parola.
"Rebeca, noi siamo i tuoi migliori amici, non puoi evitarci e non dirci il perché. Lo sai che ci sono persone che si preoccupano per te?" dice poi Alison facendomi sentire in colpa. Io non voglio che si preoccupino per me. Ecco cosa voglio.
"Non dovete preoccuparvi, sto bene. Scusate se vi ho evitato... La verità è che ho paura di non darvi abbastanza spazio e ho paura di essere di troppo" dico con gli occhi sulla mia insalata che non ho voglia di mangiare e infatti sto girando la forchetta da quindici minuti
"Lo sai che non è così e che se fosse così te l'avremo detto da un po'. Adesso per favore mangia. Già che quella misera insalata non è un pasto degno di essere chiamato pranzo..." commenta Dylan. Io sospiro e mi porto la forchetta alle labbra ma è come se il mio stomaco fosse chiuso e quando ingoio il boccone controvoglia.
Quando la pausa pranzo finisce saluto i miei amici e li abbraccio e poi vado in classe. Ora c'è storia, una materia che ho sempre odiato, sin da piccola. Ci sono troppe date da imparare e soprattutto, almeno per me, è noiosa. Quando la professoressa entra e noi ci alziamo in piedi per educazione. Inizia a fare l'appello e poi chiama per le interrogazioni. Per fortuna ci fa fare la lista dei volontari che proprio volontari non sono ma sono dettagli. Io mentre le interroga alla cattedra mi metto a disegnare a caso sul quaderno degli appunti, anche se non so disegnare, anzi, faccio schifo. Ma questo non mi ferma e continuo a disegnare. Mentre sto facendo i capelli sento il respiro di Nathan sul collo e questo mi fa irrigidire e allo stesso tempo mi fa venire i brividi.
"Che stai facendo?" sussurro per non farmi sentire dalla professoressa
"Sto guardando che fai... A proposito, fai schifo a disegnare" dice
"Lo so, ma comunque non sei nessuno per giudicare i miei disegni. Torna a fare quello che stavi facendo prima, cioè gli affari tuoi"
"In realtà ti sto guardando da quando è iniziata la lezione e non mi hai ancora dato una risposta per oggi pomeriggio" dice sempre al mio orecchio sbirciando il mio disegno che decido di lasciare così. "Non lo so, forse vengo, ma solo se ti sposti e ti allontani" gli dico
"Perché? Hai paura di eccitarti troppo? O di saltarmi addosso?"
"No, perché non mi piace quando mi stanno troppo vicino" dico anche se è una grossa bugia, e bella grande, con lui soprattutto visto quello che sento ogni volta che mi sfiora. Sono un caso perso.
"Non ci credo ma mi allontano lo stesso, ma solo perché la professoressa mi sta guardando male" dice e in effetti è vero.
Dopo aver detto a Alison e Dylan che devo andare da Nathan per fare matematica chiedo a Dylan di coprirmi dato che non mi va di dire la verità a mio padre. Raggiungo Nathan alla sua macchina, a quando sono quasi vicina vedo lui e una ragazza. La ragazza è appoggiata alla macchina e le mani di Nathan sono sui suoi fianchi ma stanno andando verso il basso, si stanno baciando e io non riesco a fare un passo e non so perché sento questa strana sensazione al petto. Sospiro non sapendo cosa fare. Se andare là o aspettare che finisca. Vedo che le mani di lei poi vanno sotto la sua maglietta accarezzandogli gli addominali e io mi chiedo come sarebbe farlo... Ma che vado a pensare? Sto delirando, anzi sto perdendo la testa.
"Vorresti essere al suo posto eh.. Ma tranquilla, adesso vai a casa sua e lo farete" Noah mi si affianca. Io mi giro riuscendo a distogliere lo sguardo da loro due e lo guardo male
"Chi ti ha detto che faremo qualcosa scusa?" gli chiedo
"Ma come chi? Nathan. Sul serio Rebeca, lo stai facendo patire troppo quel ragazzo" dice e io non credo alle mie orecchie. Mi sento come presa in giro e come se dentro di me ci fosse un uragano, una bomba che volesse esplodere.
"Dato che tu e il tuo amico siete tanto in confidenza digli che può andare a fanculo e che per me le lezioni finiscono qua. Se le fa dare da qualcun altro" e detto questo me ne vado con la delusione verso Nathan, soprattutto perché credevo che lui potesse arrivare a tanto. Senza rendermene conto mi scendono le lacrime dagli occhi che cerco di fermare. Prendo il cellulare e chiamo Dylan che risponde al terzo squillo
"Pronto? Rebeca tutto okay?"
"Sei con Alison?" gli chiedo cercando di non fargli capire che sto piangendo
"No, è appena andata via perché? Che è successo? Perché stai piangendo?" se ne accorge...
"Io... Posso venire da te? O hai da fare?"
"Vieni e mi dirai che cosa ti è successo, sappilo."
Cammino mentre le lacrime si placano perché cerco di stare calma. Intanto mi arriva una chiamata da parte di Nathan e decido di non rispondere. Appena sono da Dylan, lui mi apre e io mi butto tra le sue braccia. Ho bisogno solo di conforto e di calmarmi e Dylan è bravo a farlo. Mi abbraccia accarezzandomi la schiena senza chiedermi nulla, perché sa che in questo momento ho bisogno solo che mi abbracci. Mi stacco dall'abbraccio e gli sorrido ringraziandolo con lo sguardo. Lui chiude la porta e mi fa sedere sul divano.
"Ti porto un bicchiere di acqua, poi dopo che ti sei calmata mi racconti che cosa ha combinato quel coglione di Nathan e giuro che non la passa liscia." Dice e con questo va in cucina a prendermi l'acqua.
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Ricomincio da te
Romance[COMPLETA] Rebeca è la classica ragazza di 17 anni, timida, molto insicura di sé che si trova in un periodo della sua vita molto difficile dal quale non riesce a uscire. Nathan invece è il classico ragazzo che va con tutte e non vuole relazioni seri...
