Capitolo 24

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Okay. Visti da fuori sembriamo tre amici normali, ma per me non è così. Dylan e Alison hanno una faccia sconvolta e gli occhi spalancati e io so anche perché. Prima che mi attacchino inizio a parlare.
"Prima che mi uccidiate..." inizio a dire ma Alison mi interrompe
"Sul serio Rebeca? Con lui? Con Nathan?! Io e Dylan ci abbiamo provato e la risposta è stata no, arriva lui e dici sì? Seria?" dice infuriata.
"Io... Non lo so Alison. Non so cosa mi succede. Mi sento perennemente fuori posto e lì, in mezzo a quelle persone, mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Vedevo te e Dylan che vi divertivate e non volevo rovinare il vostro divertimento"
"Quello che non capisco è perché con noi no e lui sì... Noi non ti facciamo stare bene?" abbassa la voce che diventa cupa e triste e io mi sento in colpa.
"No, assolutamente no. Io con voi sto bene, non dirlo neanche per scherzo. Siete i miei due migliori amici e vi voglio bene. Con voi riesco a essere me stessa"
"Forse ho capito... Ti piace vero?" dice Dylan "è per questo che ti sei lasciata andare, ti ha fatta sentire speciale"

"Io non voglio che mi piaccia, non va bene il fatto che mi faccia sentire così, non è normale che abbia sentito la voglia di baciarlo tutte e tre le volte che ci siamo avvicinati" dico involontariamente ma ormai...
"Tre volte? Quante volte vi siete avvicinati? Rebeca da quando ci menti e ci nascondi le cose?" dice Alison delusa e a me si spezza il cuore a vederla così.
"Io non vi ho mentito. Sì, è vero che vi ho nascosto le cose ma l'ho fatto perché non sono sicura di quello che provo. Non so se mi piace e perché mi fa questo effetto" confesso
"Rebe, a noi puoi dire tutto quello che ti passa per la testa, non deve avere senso, non devi esserne convinta. Puoi dirci i tuoi dubbi, siamo qui per questo..." dice Dylan.
"Avete ragione e mi dispiace... Solo che..."
"Non tirare fuori la storia del peso. Non ci provare" mi avvisa Alison
"Va bene. Non la tiro fuori" alzo le mani e mi arrendo "d'ora in poi vi dirò tutto"
"Per stavolta ti perdono ma a pranzo ci racconti tutto" dice Alison.

Le lezioni procedono noiose e lente, a pranzo mi bombardano di domande e io gli rispondo sinceramente e loro arrivano alla conclusione che mi piace ma io continuo a negarlo a me stessa e cerco di convincermi del contrario. Quando il pranzo finisce io vado in classe dove mi aspetta una lunga lezione di fisica. Non ho voglia di seguire quindi mi metto a disegnare. A fine lezione Noah viene al nostro banco.
"Nathan ti va una partita alla play a casa mia? I miei sono fuori e mio fratello è dalla sua fidanzata" dice Noah a Nathan che scuote la testa.

"Mi dispiace amico ma io e Rebeca dobbiamo studiare"
"Studiare eh... Ancora non avete fatto nulla?" domanda guardandomi e io lo guardo male e sto per rispondergli ma lo fa Nathan al posto mio
"No, non abbiamo fatto nulla ed è meglio così. Studiare alla fine serve e poi Rebeca merita di meglio" Noah lo guarda male e alza un sopracciglio
"Ti ha fatto il lavaggio del cervello studiare Nathan. Dovresti ricominciare a fare un po' di sano sesso"
"E tu a studiare. Adesso se non ti dispiace io e Rebeca andiamo e poi io il sesso posso procurarmelo quando voglio" e con questo mi prende la mano e mi trascina via sotto lo sguardo confuso di Noah. Quando mi prende la mano sento una scintilla, come una scossa, e sento il mio cuore battere più forte. Ma che mi prende ancora? Più dico di stargli alla larga e prendere le distanze, più mi ritrovo attaccata a lui. Arriviamo alla macchina e mi lascia la mano.
"Se vuoi andare con lui io non..." inizio ma mi interrompe
"No, non voglio. Ora voglio fare matematica con la mia fantastica insegnante di ripetizioni" e io alzo le spalle fingendo che non mi importa ma dentro sto cantando dalla gioia. Arriviamo a casa sua e dopo aver mangiato una fetta di torta che suo padre ci ha offerto ci mettiamo a studiare. Dopo due ore di studio decidiamo di smettere e io mi alzo per sgranchirmi le gambe.

"Sono davvero felice dei tuoi progressi Nathan, stai davvero migliorando e sono contenta del fatto che ci metti impegno" gli dico sorridendo e lui mi sorride ricambiando.
"Se sto facendo dei progressi è solo grazie a te che sai spiegare davvero bene. Dico seriamente, sei bravissima"
"Grazie grazie" dico vantandomi e rido. Ormai con lui riesco a sorridere e ridere più spesso anche senza volerlo. Riesco a sentirmi più libera e a scherzare.
"Anche modesta a quanto pare" ride lui e io sono affascinata dal suo suono.
Sentiamo bussare alla porta e Nathan dice di entrare. Il padre entra e ci sorride

"Io sto per cucinare le lasagne. Rebeca ti va di rimanere a cena? Così posso ringraziarti per l'aiuto che dai a mio figlio, è davvero importante per me. Non l'ho mai visto impegnarsi tanto" dice e io gli sorrido e ignorando il fatto che poi mi sentirò in colpa accetto. Poi chiedo il permesso a mamma ma tanto mi dirà di sì, la conosco e papà non è neanche a casa quindi è perfetto.
"E così rimani anche a cena" dice Nathan non appena il padre esce dalla stanza
"A quanto pare devi sopportarmi ancora un po'. E poi non l'ho fatto per te ma per tuo padre che è molto gentile e dolce"
"Sì certo. Ammetti che ti sei affezionata a me" dice avvicinandosi
"Io? Mai" e d'un tratto mi ritrovo sul letto con le sue mani sui fianchi e che mi fanno il solletico. Io soffro il solletico e mi muovo sotto di lui contorcendomi dalle risate e posso dire di non essermi mai divertita tanto.

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