Io i ragazzi non li capisco. Dico sul serio. Sono un genere che non capisco e non penso che lo farò mai. La mia esperienza di ragazzi è veramente scarsa anzi, non ne ho mai avuto uno. Le cotte? Ci sta, ma mai una cotta si è trasformata in qualcosa di più. La verità è che mi chiudo a riccio, non lascio entrare nessuno, o meglio, solo chi voglio io e quelle persone sono Dylan e Alison. Ho un'autostima bassa e questo magari può influenzare i miei rapporti. Forse lamentandomi troppo del fatto che non mi piaccio allontano le persone ma è più forte di me. Il mio cervello ragiona a modo suo e se in un momento io trovo qualcosa che mi piace lui fa di tutto per abbattermi e io glielo permetto perché la mia forza non esiste e non è mai esistita. Legata alla mia insicurezza c'è anche l'argomento ragazzi, infatti il mio meccanismo funziona in due modi: o li allontano con il mio pessimismo su di me o non mi avvicino proprio per la paura che possano prendermi in giro e farmi male.
Nathan è un bel ragazzo e secondo me anche intelligente ma non lo fa vedere. Mostra quella faccia da duro e strafottente per mostrare agli altri che è forte, che è un capo e che non ha sentimenti, ma tutti ce li hanno. Per quanto una persona cerchi di nasconderli non può mandarli via, non può non averli e Nathan ha dei sentimenti dietro quell'arroganza e per quanto cerchi di nasconderli prima o poi qualcosa uscirà.
Mentre penso a queste cose Alison e Dylan parlano di una cena e di un cameriere che secondo Dylan fissava troppo Alison. Sì, è molto geloso.
"Ehiii, terra chiama Rebe. A che stai pensando? Alla matematica?" mi chiama Alison"Eh? No, non sto pensando alla matematica" le rispondo riprendendomi
"A cosa allora? Per caso è successo qualcosa stamattina? E poi perché non stai mangiando?"
"No, non è successo nulla stamattina e poi non ho fame, ho mangiato un po' di biscotti un'ora fa" dico mentendo ma questo loro non lo sanno
"Ho sentito delle voci stamattina che dicevano che tu e Nathan siete usciti dalla palestra" mi dice Alison
"Si, siamo usciti prima da palestra perché Nathan mi ha colpito con la palla mentre stava giocando a basket con gli altri e mi ha accompagnato in infermeria anche se non c'era tutto questo bisogno" gli racconto io
"Magari voleva solo essere gentile" dice Dylan
"Stiamo parlando di Nathan Jones, non di uno qualunque Dylan. L'unica volta in cui l'ho visto dispiaciuto è stata quando le lezioni sull'educazione sessuale sono finite. Qui dice già tutto""In effetti Dylan è vero. Nathan è uno che ha sempre scherzato su questo argomento e che prende in giro molte ragazze facendole anche stare male. Di certo non mi stupirei se ti avesse fatto una proposta sessuale" dice Alison
"Oh ma l'ha fatta. Mi ha detto che per rimediare poteva offrirmi una scopata" gli racconto
"Tu ovviamente non hai accettato, vero?" mi chiede Dylan e io lo guardo male
"No ma certo che ho accettato. Ci siamo appartati in uno stanzino e abbiamo fatto sesso. Ma secondo te Dylan sarei così stupida da dare la mia verginità a uno come lui?" gli domando ironica
"Non si sa mai cosa ti passa per il tuo cervellino matematico" ribatte e io lo guardo ancora peggio di prima e gli do dello stupido
"Ah ah ah. Simpatico. No comunque c'è da dire che è un bel ragazzo peccato per la cattiva reputazione" dico dispiaciuta da una parte "anche se, lo sapete, se fosse un ragazzo per bene non ci proverei lo stesso" continuo
"Non lo faresti perché non ti butti mai e te l'abbiamo sempre detto che sbagli" dice Alison"Non iniziate con il discorso sulla mia insicurezza non necessaria. Sapete che sono un caso perso." gli dico facendogli scuotere la testa e sospirare.
Nello stesso momento in cui finisco la frase la campanella suona e noi ci salutiamo dandoci appuntamento fuori scuola alle tre. Io mi dirigo verso la mia prossima lezione che è inglese. Entro in classe e mi siedo nella terza fila, né troppo avanti ma neanche troppo indietro. Tiro fuori il libro di inglese mentre sento la sedia accanto a me muoversi e strisciare sul pavimento. Alzo lo sguardo e vedo che è Nathan e questo mi fa alzare gli occhi al cielo ma allo stesso tempo mi fa stranire dato che di solito non si sedeva mai accanto a me.
"Quel coglione del mio migliore amico è uscito prima quindi ho deciso di deliziarti con la mia adorabile presenza" mi dice
"Hm che fortuna. Mi sento davvero onorata di averti al mio fianco" Gli rispondo sarcastica
"Fai bene, non capita a tutte di poter avere la mia attenzione e di avere questo grandissimo onore" si vanta lui"Come vuoi tu"
"Ma rispondi così a tutti? No perché così si spiega il fatto che stai sempre da sola in classe"
"Punto uno: no, non rispondo così a tutti, solo agli stupidi. Punto due: non sto sempre da sola, semplicemente preferisco avere pochi amici ma veri e leali che tanti amici ma falsi. Poi non devo giustificarmi con te per le mie amicizie" replico guardandolo male
"Peccato che tu sia così sulla difensiva, sei anche molto carina..." dice nel momento in cui entra la prof.Aspetta un attimo. Ha appena detto che sono carina? Sì ma è Nathan e lui non è mai serio.
La lezione procede noiosa e io a momenti mi addormento, sarà che non ho pranzato o che la letteratura non mi è mai piaciuta. Successiva a quella di inglese c'è matematica e stranamente le mie energie sembrano essere tornate. Correggiamo gli esercizi e quando la prof chiama alla lavagna tutti stanno zitti o abbassano lo sguardo, così alzo la mano io. Mi è sempre piaciuto andare alla lavagna, non per fare la leccaculo, ma per vedere le mie abilità anche su esercizi non dati per casa. Il problema è che sono sempre io ad andare e non sempre mi accetta come volontaria e oggi è proprio il giorno in cui non vuole. Decide di chiamare Nathan ma lui non ha neanche aperto libro e come se ne sono accorti tutti, se n'è accorta anche la prof che lo manda a posto.
La campanella di fine scuola suona e ognuno si alza e dopo aver fatto lo zaino si avvia verso l'uscita. La professoressa chiama sia me che Nathan, che siamo gli ultimi rimasti in classe.
"Nathan, sei consapevole che se continui così non passi l'anno? I tempi in cui ti si regalavano i voti sono finiti quindi vedi di metterti a studiare sennò bocci. Ho pensato che Rebeca, essendo una delle più brave in classe, potesse darti una mano. Se lei ci sta ovviamente, potete iniziare da domani e vedrò il tuo miglioramento nel prossimo compito. Ho molta fiducia in lei e spero che tu possa aiutarlo a migliorare." dice l professoressa e io in questo momento vorrei essere una schiappa in matematica. Odio quando la gente ripone fiducia su di me, soprattutto se si tratta di un prof.
Nathan fa un sorrisetto da "non vedo l'ora di stressarti" mentre io trattengo il grande no che sto urlando dentro di me e accetto la sua proposta.
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Ricomincio da te
Romantizm[COMPLETA] Rebeca è la classica ragazza di 17 anni, timida, molto insicura di sé che si trova in un periodo della sua vita molto difficile dal quale non riesce a uscire. Nathan invece è il classico ragazzo che va con tutte e non vuole relazioni seri...