Dopo cena ci spostiamo in salotto dove mia sorella dà a ognuno di noi un regalo. A me ha dato uno specchio e ha detto "così magari ogni tanto ti ci guardi e capirai perché sei sola" e nonostante mio fratello le abbia detto di smetterla lei mi ha continuato a guardare umiliandomi. Ho trattenuto le lacrime che una volta salita in camera ho buttato giù. Mi sento male ogni volta che apre bocca e nessuno dice nulla, papà non dice mai nulla, anzi a momenti l'appoggia pure. Non capiscono che ci sto male, non capiscono che mi sento sprofondare ogni volta. Ma d'altronde che gli importa a loro di me?
E con questi pensieri mi addormento, piangendo e quando apro gli occhi mi accorgo che sono in ritardo. La sveglia stamattina non ha suonato e ora sono in super ritardo. Sono le nove e io dovevo essere a scuola un'ora fa. Mi alzo in fretta e non ho neanche il tempo di guardare le bellissime occhiaie e gli occhi gonfi che sicuramente avrò per via di ieri sera. Mi vesto e senza salutare nessuno vado a scuola. Se la giornata di ieri è andata male, questa di oggi andrà molto peggio.
Arrivo a scuola alle dieci e mi faccio fare il permesso per il ritardo. Vado in classe dove dopo aver bussato entro e il professore mi guarda stranito. Io non sono mai io ritardo, sono sempre in anticipo ma oggi è andata così. Dopo aver chiesto scusa per il ritardo vado al mio posto e non faccio neanche caso a Nathan che è seduto accanto a me. Se l'avessi saputo non mi sarei seduta qui...
Sospiro e cerco di ignorare le occhiatacce del mio compagno di banco che in questo momento mi sta guardando come se fossi un alieno. Vedo poi che sta scrivendo qualcosa su un foglio di carte e che me lo passa senza farsi vedere dal prof.
*Come mai sei in ritardo? E soprattutto perché sei scappata ieri e hai detto a Noah che non mi avresti più fatto da tutor?*
Io lo prendo e lo leggo. Non ho voglia di parlare con lui, mi sento già male. Quindi scrivo sotto la sua frase un 'non sono affari tuoi e perché ho deciso così' e glielo passo. Torno a pensare a altro mentre il professore di storia parla e sta spiegando non so cosa. Mi arriva un altro bigliettino che stavolta non apro neanche e che metto via. Sento questa sensazione negativa aumentare sempre di più e stare accanto a lui non aiuta. Quando l'ora finisce abbiamo inglese ma non c'è il prof e quindi viene un supplente che ci lascia fare quello che vogliamo. Io prendo il telefono per la prima volta da stamattina e controllo i messaggi. Vedo delle chiamate perse da Dylan e dei messaggi di Alison. Gli rispondo che non mi sono svegliata e che sono arrivata tardi e poi prendo le mie adorate cuffie. Mentre sto per metterle nelle orecchie la mano di Nathan mi prende l'aureolare e mi impedisce di ascoltare la musica. Io alzo la testa, nonostante i brividi provocati dal contatto con la sua mano e lo guardo male.
"Lasciami andare la mano e soprattutto lasciami in pace" gli dico
"Si può sapere che ti prende? Fino a ieri andavamo d'accordo e ora mi tratti male. Non vuoi farmi le ripetizioni e non mi rispondi ai messaggi" mi dice lui.
"Nathan, ascoltami bene perché non lo dirò una seconda volta: lasciami stare. Hai capito? E ridammi le cuffie" gli dico"Dimmi cosa ti ho fatto. Non capisco" mi tira un po' le cuffie e per non farmele rompere le lascio andare senza fare resistenza. Sospiro stanca di questa lotta inutile e mi giro dall'altra parte, ma lui è ostinato e allora mi toglie il telefono dalle mani. Sbuffo in silenzio dandogli del bambino e dicendogli che non siamo all'asilo ma lui se ne frega e continua a non darmi le mie cose. Decido di lasciarlo perdere e di andare in bagno per sciacquarmi la faccia perché mi sento davvero stanca.
Chiedo al prof di andare in bagno e lui mi dà il permesso. Esco dalla classe sotto il suo sguardo confuso ma non mi importa. Non sono io che mi volevo portare a letto lui, anche se a lui non dispiacerebbe dato che va matto per il sesso. Mi appoggio al lavandino e apro il rubinetto. Mi bagno la faccia per svegliarmi o almeno ci provo. Mi guardo allo specchio e tutto quello che vedo sono solo difetti. Il mio viso stanco, il mio corpo debole... Sono la stanchezza fatta persona. Mia sorella ha ragione. Nessuno vorrebbe avermi al suo fianco, in fondo non ho nulla di speciale, non sono speciale. I miei occhi sono gonfi per via del pianto, stanchi perché ho dormito poco. Se Nathan avesse voluto portarmi a letto era solo per il gusto di farlo, non perché lo eccitassi. E mentre penso queste cose la porta del bagno si apre e vedo Nathan e sussulto. E ora che ci fa qui? Mi domando. L'unica cosa che gli dico è che non può stare qui perché è il bagno delle femmine ma lui alza le spalle dicendo che finché non gli dico cosa ho e perché mi comporto in quel modo non se ne va. Si avvicina mentre io mi allontano.
"Dimmi cosa è cambiato da ieri a oggi" dice mentre io indietreggiando mi ritrovo al muro. Questa non ci voleva...
"Vattene. Non è il posto adatto e soprattutto non sono affari tuoi" ripeto mentre lui riesce a bloccarmi al muro. Guardo oltre le sue spalle per paura che possa entrare qualcuno e lui come se mi leggesse nel pensiero mi prende il braccio e mi fa entrare in una toilette. Ora siamo più stretti di prima e io non riesco a non sentire i brividi che mi provoca la vicinanza con il suo corpo. Mi ripeto che è solo perché nessuno si era mai avvicinato in questo modo...
"Dimmi cosa è cambiato, ora. Lo sai che non ti farò uscire finché non lo fai quindi... E non mi importa della lezione." dice mentre appoggia una mano al lato della mia testa.
"Vuoi davvero saperlo? Va bene Nathan." dico arrendendomi. "Ieri mentre ti stavo venendo a cercare, ti ho visto con una ragazza. Poi è arrivato Noah, il tuo grandissimo amico, che mi ha detto che vuoi solo portarmi a letto e io sono stanca. Lo so, l'ho sempre saputo che per te ero solo un gioco, ma sul serio? Dirlo così, come se io non avessi sentimenti? Non lo accetto Nathan, non ci riesco. Sono stanca di essere solo un oggetto per le persone" gli dico sfogandomi. Lui mi guarda e sospira passandosi una mano sulla faccia.
"Non posso negare di non averlo mai detto. Lo sai che per me le ragazze sono solo un passatempo, ma con te è diverso. Sei intelligente e simpatica, quando vuoi esserlo. Non nego di non volere andare a letto con te, ma ammetto che la mia opinione su di te è cambiata. Prima, sì, ti vedevo come una qualsiasi, ma vedendo che non cadevi ai miei piedi hai iniziato a intrigarmi sempre di più" confessa e io non so se credergli... E lui lo nota e continua "fidati di me e dammi una possibilità di dimostrartelo." mi dice e mi guarda con degli occhi dai quali non posso distogliere lo sguardo. Il mio conflitto interiore si sta placando, almeno quello nei suoi confronti e mentre mi guarda aspetta una risposta.
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Ricomincio da te
Romance[COMPLETA] Rebeca è la classica ragazza di 17 anni, timida, molto insicura di sé che si trova in un periodo della sua vita molto difficile dal quale non riesce a uscire. Nathan invece è il classico ragazzo che va con tutte e non vuole relazioni seri...